Postura, recitazione e tempo della preghiera

Ci viene domandato come il cristiano ortodosso prega al di fuori delle grandi sinassi pubbliche, ovvero la divina Liturgia, le Ore, i Vespri e i Mattutini. 

Idealmente il cristiano ortodosso osserva la regola delle preghiere del mattino e della sera, accompagnandole come può con la lettura della Bibbia. Se il cristiano ha tempo, si può dedicare quando vuole alla recita di altre preghiere personali per la propria salvezza, per quella altrui, o per domandare a Dio qualcosa. 

Generalmente, tutti gli ortodossi ritengono che la postura corretta è stare in piedi dinnanzi alle icone domestiche. Tuttavia, molti ortodossi si inginocchiano e si prostrano con frequenza, specialmente nei periodi di digiuno, come atto di pentimento e di adorazione per Dio. Ci sono delle preghiere, come la preghiera di pentimento di sant'Efrem il Siro che si recita in quaresima, le quali addirittura "pretendono" delle prostrazioni. La nostra posizione riflette il nostro stato d'animo e la nostra intenzione. In genere, la "quantità" di prostrazioni quotidiane da dividersi durante le preghiere del mattino, della sera o durante la preghiera libera è una obbedienza che ci viene data dal padre spirituale. Se non ci viene data nessuna obbedienza in tal senso, occorre autoregolarsi. 

Molto spesso, i confessori danno ai penitenti dei canoni o degli acatisti da recitare per un certo periodo di tempo. Inoltre, canoni di preghiera e acatisti sono diventati oggi una devozione popolarissima e vengono recitati anche senza che vi sia un esplicito comando del confessore, ma piuttosto come preghiera devozionale spontanea. Come approcciarsi dunque alla lettura delle preghiere complesse? 

Le preghiere iniziali, ovvero Re Celeste, Trisagio, Santissima Trinità e Padre nostro sono imprescindibili per qualsiasi sessione di preghiera, anche brevissima. Questo perché le corte preghiere di cui sopra sono state composte e pensate per condurre il fedele in preghiera in uno stato spirituale, allontanandolo col pensiero dal resto. Le preghiere iniziali difatti servono ad accompagnare il credente verso il suo atto orante e a prepararlo al resto che segue. Non vanno pertanto recitate di fretta, ma con calma. Al Padre nostro segue l'invocazione "Per le preghiere dei nostri santi Padri, Cristo Dio nostro, abbi pietà di noi". Dopo la quale seguono dodici Kyrie eleison e il Gloria al Padre. Al Gloria si recitano le invocazioni. "Venite adoriamo". A questo punto, è bene non solo dirlo con le labbra, ma anche compiere ciò che diciamo: prostriamoci dunque dinnanzi alle icone domestiche e salutiamole con devozione, baciandole. Dopodiché, si recitano i salmi 50 (51) "Abbi pietà di me o Dio" e il salmo 142 "Signore ascolta la mia preghiera". A questo punto, inizia il canone o l'acatisto vero e proprio. 


"Il marito ammalato", di Vassilij B. Maximov, 1881. Il dipinto mostra lo spirito della moglie devota che prega per il suo coniuge. 

In chiesa, quando il servizio è pubblico, l'acatisto è quasi sempre cantato o recitato. A casa, ovviamente, dato che la preghiera è personale, può anche essere letto con la mente. Capitano spesso momenti di disattenzione o di stanchezza, specialmente se la preghiera diventa lunga: occorre non perdersi d'animo e concentrarsi. Il Signore guarda alla nostra attitudine e al nostro movimento interiore, non alla quantità della preghiera: se non avete tempo, è meglio dire poche e semplici parole con fede e con attenzione che leggere di fretta tre acatisti. Occorre sviluppare, nel tempo, una propria regola, compatibile con il tempo disponibile, alla quale tuttavia ci atteniamo poi scrupolosamente. 

Alcuni usano accendere l'incenso durante la lettura delle preghiere: lo ritengo un ottimo uso. Tutte le grandi parrocchie ortodosse vendono sia i carboncini, che l'incenso, che l'incensiere domestico. Sarebbe opportuno accompagnare ogni sessione di preghiera con la lettura di un passo del Vangelo, e in questo caso i calendari ortodossi (nei quali sono riportate le letture del giorno) possono essere molto utili per darci una lettura e una meditazione al passo con la Chiesa. 

Al posto del Canone, si possono leggere i Salmi, che sono raccomandati da tutti i santi Padri e Madri come una vera e propria medicina dell'anima. In questo articolo del blog Padri della Chiesa, è disponibile una sintesi dell'uso dei salmi come preghiera personale dedicata ad una necessità specifica, secondo l'uso di sant'Arsenio il Cappadoce. Altrimenti, è cosa ottima seguire la semplice progressiva cadenza dei Catismi così come sono regolati nei Salteri ortodossi, recitando almeno un catisma, o anche di più, secondo i consigli del padre spirituale. 

San Teofane il Recluso nelle sue Lettere consiglia di aggiungere sempre una preghiera spontanea, non scritta nei libri, al termine del canone o del salterio. Questa preghiera personale dev'essere vera e quindi non pensiamo che poche e semplici parole non abbiano effetto: non siamo tutti poeti né scrittori, e Dio ascolta con attenzione ogni nostra espressione. L'importante è che la preghiera sia viva. Anche se vi sentite ripetitivi, continuate a parlare al Signore, ed egli vi ascolterà. 

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