La Chiesa Ortodossa e la Magia - Parte II

CONSIGLI A CHI SI CREDE OGGETTO DI MALOCCHI O ALTRE PRATICHE OSCURE
- Non ricorrere mai a dei personaggi più o meno dubbiosi che pretendono di togliere i malefici e operare dei “disincantesimi”. Spesso si tratta di occultisti. Ricorrere sempre al prete ortodosso della propria parrocchia per avere consiglio.
- Conservare la confidenza nella bontà e nella onnipotenza divina, che non permette mai che siamo sottoposti a prove oltre i limiti delle nostre forze. Dobbiamo approfittare dell’esempio del giusto Giobbe.
- Se si crede di trovarsi alla presenza dell’intervento di spiriti maligni o in casi dubbiosi, si deve ricorrere ai mezzi soprannaturali raccomandati dalla Chiesa e cioè: compiere i propri doveri di cristiani ortodossi; praticare la preghiera, la penitenza, il digiuno; confessare i propri peccati, partecipare agli uffici liturgici, vespro, mattutino, ecc.; mettere in ordine la propria vita, se è necessario.
-  Ricordarsi che le benedizioni, le icone, l’acqua benedetta ecc. non sono una “magia sacra”, né talismani. Sono dei mezzi che la Chiesa utilizza per il nostro bene e i soli conformi alla volontà santa di Dio, alla quale ognuno deve affidarsi con fiducia e confidenza.
- vedere se le difficoltà non abbiano origine da cause naturali e agire allora di conseguenza: in caso di malattia consultare un medico o un veterinario; conservare la propria abitazione pulita e aerata e osservare le regole igieniche; domandarsi se non si è vittime di imbrogli o prepotenze.
-  Non credere che ogni noia, difficoltà, perdita, malattia, siano dovute a intervento diabolico. In genere, i casi di influenza diretta degli spiriti maligni sono assai rari.
-  Non rispondere ai malefici consultando occultisti, per rispondere con altri malefici. Sarebbe un vortice veramente infernale e un peccato gravissimo.

CANONI DELLA SANTA CHIESA ORTODOSSA CONTRO I MAGHI E LA MAGIA
La chiesa ortodossa che ama il buon Dio non può avere che in orrore tutto quello che è in rapporto con la magia diabolica. Il cristiano ortodosso, fedele alla legge dell’amore, si ricorda il primo comandamento del decalogo: Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio al di fuori di me. Ricorrere alla magia e riconoscere “un altro Dio”, è una snaturazione della vita, una malattia dell’anima, una mostruosità, un peccato grave di idolatria, che porta alla rovina propria e spesso anche di altri.
Così la Chiesa che è materna ha promulgato, sotto ispirazione del Santo Spirito dei Canoni o Regole, che interdicono ogni pratica magica e ogni ricorso a tali pratiche. Per quelli che infrangono tali regole Essa ha destinato delle severe punizioni canoniche. Tali pene non sono negative, ma destinate ad educare e rimettere sulla retta via il cristiano allontanato da simili errori.

CANONE 24 DEL SINODO DI ANCIRA (a. 358)
Quelli che ricorrono a indovini e stregoni.
Quelli che consultano gli indovini, conformandosi ai costumi dei pagani, che fanno entrare nella loro casa gente per svelare loro le sorti malefiche o fare purificazioni, saranno sottomessi a cinque anni di penitenza secondo i gradi prescritti: tre anni di sospensione e due anni di preghiere senza partecipazione all’offerta.

CANONE 36 DEL SINODO DI LAODICEA ( 341-380)
Quelli che fanno uso di incantesimi e filattiere.
I chierici consacrati e quelli inferiori non devono essere né indovini, né maghi, né astrologi, né fabbricare quegli oggetti chiamati amuleti, che sono catene per l’anima; quelli che li portano noi ordiniamo che siano espulsi dalla Chiesa.

CANONE 60 E 61 DEL CONCILIO IN TRULLO (a. 680-681. 692)
Quelli che hanno sembianze di essere posseduti.
L’apostolo ci insegna: “Colui che è unito al Signore diviene con lui un solo spirito”, se ne deduce chiaramente che colui che entra i familiarità con il demonio, diviene per il suo rapporto una sola cosa con lui. Dunque quelli che fanno finta di essere posseduti dal demonio e imitano espressamente con la loro condotta disonesta la maniera di fare dei posseduti, abbiamo deciso che siano castigati in ogni modo e che si faccia subire loro i duri trattamenti e quelle pene, alle quali si sottomettono a giusto titolo i veri posseduti per liberarli dall’azione del demonio.

Gli indovini e i maghi.
Quelli che ricorrono agli indovini e ai cosiddetti centurioni o ad altra gente di tale sorta, per conoscere da essi quello che vorrebbero essere loro rivelato, che siano sottomessi alla pena canonica di sei anni, in conformità alle decisioni dei padri a riguardo. Alla stessa pena canonica devono essere sottomessi quelli che ingannano questi spiriti semplici e nuocciono predicendo loro, per mezzo di farneticazioni, dell’errore, la fortuna, il destino, la genealogia e una folla di termini simili; allo stesso modo quelli che chiamano i cacciatori di nubi, quelli che gettano incantesimi, quelli che distribuiscono filattiere e gli indovini. Se persistono in questi sortilegi e non si astengono, e non fuggono da queste pratiche funeste e pagane, noi ordiniamo che siano rigettati totalmente dalla Chiesa, come lo prescrivono i Santi Canoni. “Infatti, cosa possono avere in comune la luce e le tenebre”, dice l’apostolo e “quale rapporto c’è tra il tempio di Dio e gli idoli o quale parte ha il fedele con l’infedele, e quale accordo c’è tra Cristo e Belial?”.

SAN BASILIO DI CESAREA

CANONE 65
I maghi e quelli che preparano filtri.
Colui che confessa d’aver usato la magia o i filtri percorrerà nella penitenza il tempo della testimonianza e sarà trattato come se si fosse spontaneamente accusato di questo peccato (10 anni di penitenza e di scomunica).

CANONE 72
Quelli che sono ricorsi agli indovini.
Quelli che sono ricorsi a indovini e simili, si vedranno imporre il tempo di penitenza della testimonianza (10 anni di penitenza e di scomunica).

CANONE 83
Quelli che ricorrono agli indovini o hanno introdotto nella loro casa le pratiche di
divinazione.
Quelli che sono ricorsi a indovini e seguono i costumi pagani, oppure accolgono in casa persone per scoprire il futuro con sortilegi o per purificarsi, saranno soggetti a una pena di sei anni.

SAN GREGORIO DI NISSA
CANONE III
Contro quelli che ricorrono a maghi e indovini.
Quelli che si sono rivolti a maghi o indovini o a gente che promettono di liberarli dai sortilegi o che gettano le sorti con l’aiuto dei demoni, devono essere accuratamente interrogati ed esaminati, se restando fedeli a Cristo, non siano stati trascinati a commettere questo peccato per qualche necessità, per un cattivo trattamento o un danno difficile da sopportare; oppure se al contrario sono ricorsi all’alleanza con i demoni per un totale disprezzo per la verità attestata, che noi crediamo. Perché se hanno fatto ciò, rinnegando la
propria fede e perché non credono più che il Dio adorato dai cristiani sia il vero Dio, saranno evidentemente sottomessi alla pena degli apostati; ma se qualche necessità insopportabile ha prevalso sulla loro pusillanimità e li ha condotti, ignoranti quali erano per qualche speranza ingannata, ci sarà per la loro la stessa misericordia, usata a quelli che non seppero resistere alle torture e al tempo, in cui si doveva confessare la fede.

Da: L'esorcismo nelle chiese ortodosse a cura di Silvana Radoani
Copyright 2008

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