La parola
iconostasi trova la sua spiegazione dalla radice delle parole di cui è
composta: ικονη (iconé, immagine) e
στασιϛ (stàsis, collocazione). Nella
sua forma attuale nasce verso il XII secolo nei territori dell'Impero Romano
d'Oriente e in Russia, quando il pluteo a colonnato, chiamato comunemente jubé, e diffuso anche in Occidente, si
arricchì delle icone generando così un vero e proprio muro a separazione del
presbiterio. L'iconostasi possiede tre caratteristiche basilari che sono
presenti in qualsiasi iconostasi.
Una classica iconostasi ortodossa
A) Struttura di base. Su un colonnato
chiuso tramite una architrave sono poste tre porte, due piccole dette angeliche e una grande, centrale, a due
ante, detta porta regale o porta
santa: da quest'ultima non possono passarci i ministri degli Ordini minori.
Sulle porte laterali sono dipinti solitamente i santi angeli Michele e
Gabriele, oppure i santi diaconi Stefano e Lorenzo: a cagione di questo,
possono essere chiamate anche porte diaconali.
B) Le icone del corpo centrale. A destra
della porta regale, la quale è affrescata con la Annunciazione alla Vergine, si
trova sempre una immagine di Cristo, solitamente il Cristo Pantocratore o il
Cristo in Trono: una variante molto diffusa è l'icona del Cristo acheropita,
ovvero la Veronica, ovvero il Volto di Cristo. A sinistra si trova l'icona
della Vergine Maria, quasi sempre nella sua variante "Odigitria",
ossia la Madre di Dio col Bambino che indica con la propria mano il Cristo
stesso. A seconda della lunghezza dell'iconostasi, si trovano poi altre icone
prima e dopo le porte angeliche, solitamente i santi protettori della Chiesa,
santi locali, santi universalmente ritenuti importanti, e così via.
C) La decorazione dell'Architrave. Sull'architrave si trova sempre la Croce, che sovrasta l'intera struttura dell'iconostasi. Qualora l'architrave sia decorata, troviamo sempre più spesso la presenza dell'Ultima Cena sopra le porte regali, sebbene la Tradizione voglia in quel luogo la presenza della Deisis, ossia la Madre di Dio e san Giovanni Battista, i quali affiancano la Croce. Ai lati di questa figura solitamente troviamo i dodici Apostoli.
Nell'iconostasi tipicamente russa, ma diffusa anche altrove, la quale si sviluppa anche in altezza su più
piani, l'iconostasi basilare si arricchisce di numerosi elementi decorativi,
come la presenza di numerosi santi, di scene della vita di Cristo, della
dedicazione del tempio et cetera,
disposti su più crostoni. Non vi sono regole precise per questo sviluppo
ascensionale del pluteo, sebbene molto spesso si intravede uno schema: i piani
più bassi ospitano scene dell'Antico Testamento e immagini dei Profeti, e più
che l'iconostasi si sviluppa, più troviamo il Nuovo Testamento, fino a
culminare solennemente nella Croce o nell'Ultima Cena.
Iconostasi multi-livello della chiesa del santo profeta Elia a Yaroslavl (Russia)
L'iconostasi
non è solo un elemento decorativo, ma ha un senso teologico, un senso pratico e
un senso liturgico.
Teologicamente
l'iconostasi rappresenta il velo del Tempio di Salomone, il quale si squarciò
alla morte di Cristo: per questo, le porte regali vengono aperte durante le
ufficiature. Inoltre, la profondità dei Misteri della Chiesa che vengono
celebrati in altare non è sondabile dall'Uomo, che ne partecipa pur non
comprendendone totalmente la sostanza, dal momento che la ragione umana è
limitata rispetto alla perfezione dell'azione divina. L'iconostasi ci ricorda
dunque che l'Uomo non potrà mai completamente cogliere la completezza di ciò
che celebra, ma allo stesso modo ha gli occhi aperti, spalancati, sulla maestosità
della Grazia della Chiesa e dei suoi Sacramenti, visibilmente condotta dalla
magnificenza delle icone.
Praticamente l'iconostasi è
lo strumento che permette di racchiudere l'altare, il Santo dei Santi, il luogo
dove si celebrano gli uffici divini, e quindi è in qualche modo una barriera
simbolica che ci sovrasta, ci lascia intravedere i Misteri, ma allo stesso modo
protegge dagli avversari di questo mondo, che potrebbero profanare il
presbiterio: le porte possono essere chiuse in caso di attacco.
Liturgicamente
l'iconostasi arricchisce l'esperienza visiva della celebrazione, conducendo
l'attenzione dei fedeli sulle azioni più importanti dell'atto liturgico. Gli
ingressi nel presbiterio, le processioni, l'incensazione dell'icona Mariana
durante alcuni momenti liturgici (principalmente all'Axiòn estìn della Divina
Liturgia e al Magnificat del
Mattutino), tutto riflette la profondità della Liturgia e riconduce le anime
dei fedeli nella contemplazione spirituale.
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