Continua dalla seconda parte.
Il concetto espresso
da S. Paolo in Rm 1,18ss, è tratto incontrovertibilmente da Sapienza 13,1-9.
Per sintesi non riporto tutto ma solo alcune frasi che sono quasi identiche.
Rm 1,20 <<
Infatti le sue proprietà invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si
rendono visibili all'intelligenza delle creature del mondo nelle opere da lui
fatte. Così essi sono inescusabili >>.
Sap.13,5/8-9 << Difatti la grandezza e bellezza delle creature per
analogia si contempla il loro autore… Neppure costoro però sono scusabili,
perché, se sono riusciti a conoscere tanto da poter esplorare il mondo, come
mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano? >>
Rm 1,23/25 <<
e scambiarono la gloria del Dio incorruttibile con le sembianze di uomo
corruttibile, di volatili, di quadrupedi, di serpenti… e adorarono e prestarono
un culto alle creature invece che al Creatore >>.
Sap.13,1-2
<<...esaminandone le opere non riconobbero l'artefice. Ma o il fuoco o il
vento o l'aria veloce, la volta stellata o l'acqua impetuosa o le luci del
cielo essi considerarono come dei, reggitori del mondo >>.
San Paolo si serve varie volte della Sapienza per elaborare i suoi
discorsi. Ecco un altro esempio:
Ef. 6,13-17 << Prendete dunque l'armatura di Dio, perché possiate
resistere nel giorno malvati e restare saldi sopo aver superato tutte le prove.
State saldi, dunque, avendo ai fianchi la cintura della verità, indosso la
corazza della giustizia e calzati i piedi con la prontezza e diffondere il
vangelo della pace; in ogni occasione imbracciando lo scudo della fede, col
quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete l'elmo
della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio.
Sap 5,17-19 << Egli prenderà per armatura il suo zelo e userà come
arma il creato per punire i nemici, indosserà la giustizia come corazza e si
metterà come elmo un giudizio imparziale, prenderà come scudo la santità
invincibile >>.
Anche per quanto
riguarda gli altri libri vi sono riferimenti, analogie, profezie o citazioni.
-Ap. 21,18-21
<< Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a
terso cristallo, I basamenti delle mura della città sono adorni di ogni specie
di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo di zaffiro
[...]. E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta era formata da una
sola perla. E la piazza della città è di oro pure, come cristallo trasparente
>>. Si rifà a:
Tobia 13,17 << Gerusalemme sarà ricostruita come città della sua dimora
per sempre. Beato sarò io, se rimarrà un resto della mia discendenza per vedere
la tua gloria e dare lode al re del cielo. Le porte di Gerusalemme saranno
ricostruite con zaffiro e con smeraldo e tutte le sue mura con pietre preziose.
Le torri di Gerusalemme saranno ricostruite con oro e i loro baluardi con oro
purissimo. Le strade di Gerusalemme saranno lastricate con turchese e pietra di
Ofir >>.
Mt. 7,12 << Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi,
anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti >>. E' il
principio, in senso attivo, di
Tb. 4,15 << Non fare a nessuno ciò che non vuoi sia fatto a te
>>.
Ap 1,4 << Grazia a voi e pace da Colui che è, che era, che viene, e
dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono >>. Essi sono gli
angeli del libro di Tobia:
Tb. 12,15 <>.
Lc 1,52 << Ha
rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili >> è una citazione
di:
Ecclesiastico 10,15
<< il Signore ha rovesciato il trono dei potenti e fa sedere gli umili al
loro posto >>.
Gc 1,19 << sia ogni uomo pronto ad ascoltare, lento a parlare >> ,
apprende l'insegnamento da:
Eccli 5,11 <<
sii pronto ad ascoltare, lento a dar risposta >>.
1Pt 1,6-7 << Perciò gioite, pur dovendo ora soffrire un poco in
prove svariate, affinché la genuinità della vostra fede, molto più preziosa
dell'oro, che perisce eppure viene purificato col fuoco...>>.
Eccli 2,4-5 <>.
Il Libro di Giuditta
profetizza sia la benedizione di Dio su Maria, che la divinità di Gesù; c'è una
relazione anagogica tra Giuditta e Maria, Dio e Gesù. Il significato profetico
è tanto forte che vi si legge la vittoria della Chiesa che, assieme a Maria,
“tronca la testa del nemico”. Ecco i passi:
Lc 1,42 << Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo
grembo! >>.
Gdt. 13,18 << Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo
più di tutte le donne che vivono sulla terra, e benedetto il Signore Dio che ha
creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei
nostri nemici >> e si lega alla vittoria della Chiesa preannunciato da Genesi
e Apocalisse:
Gn 3,15 << Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe
e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno
>>.
Ap. 12,17 << Allora il drago si infuriò contro la donna (Maria)
e se ne andò a fare guerra contro il resto della sua discendenza (la Chiesa)
>>.
Il libro dei Maccabei, svela il significato oscuro di una frase rivolta
ai Corinzi da Paolo. I Protestanti arrivano alle conclusioni più disparate e
discordanti proprio perché a loro manca il libro che contiene il passo citato
da Paolo, trasfigurato in chiave cristiana.
1 Cor 15,29 << Se così non fosse, che cosa farebbero quelli che si
fanno battezzare per morti? Se assolutamente i morti non risorgono, perché si
fanno battezzare per loro?>>.
2 Mac 12,44 << Perché, se non avesse avuto ferma fiducia che i
caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i
morti >>.
Paolo si riferisce certamente ad un rito in suffragio per i morti, che
proprio come il Battesimo, purifica l'anima del defunto. Le preghiere per i
morti appartengono alla Tradizione rivelata e custodita dalla Chiesa, assente
però nelle confessioni protestanti.
Eb. 11,35 << Altri, poi, furono torturati, non accettando la
liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione >>
Si rifà a tutta una vicenda riportata nel secondo libro dei Maccabei. E'
certo che l'autore ebbe in mente quel racconto dato che, di tutto l'Antico
Testamento, solo nei Maccabei si parla in modo così emblematico della
risurrezione.
2Mac 6,18 – 7,42 (per brevità non riporto il testo).
Anche Baruc viene citato.
1 Cor <<… dico che quei sacrifici sono offerti ai demòni e non a Dio
>> cita:
Bar 4,7 << Avete irritato il vostro creatore, sacrificando a demoni
e non a Dio >>.
In Giuda è presente una citazione di
Enoch, libro non attestato nella Settanta, ma certamente autorevole essendo
considerato anche da vari padri dei primi secoli e contenuto tutt'oggi nella
Bibbia della Chiesa Ortodossa Etiope.
Ci sono certamente molti altri rimandi di cui non sono a conoscenza.
Probabilmente non tutti i libri del canone lungo sono citati; questo non deve
preoccupare, anche vari libri universalmente considerati ispirati non sono
direttamente citati, come Ester, Esdra e Neemia. Anche il Cantico dei cantici,
pur contenendo importanti figurazioni della Chiesa, non è mai citato; lo stesso
dicasi per l'Ecclesiaste.
Il Celebre passo della Lettera di Pietro, in cui egli dice che tutta la
Scrittura è ispirata da Dio, certamente va riferito a tutti i libri che, come
abbiamo visto, erano tenuti in considerazione; nondimeno tutta la Settanta dato
che era la versione utilizzata dagli Apostoli e nessuno di loro aveva sollevato
dubbi circa alcun libro.
I protestanti più preparati avranno certamente da obiettare e passerebbero
al contrattacco mostrando le contraddizioni che sarebbero presenti nei libri da
loro considerati apocrifi.
Più che confutare punto per punto le classiche critiche mosse dai protestanti,
rischiando la pedanteria, sarà molto più interessante e “brioso” evidenziare
alcune incongruenze presenti nei libri ebraici e nel nuovo testamento,
valutando il concetto di ispirazione divina sotto una prospettiva più
realistica, profonda e soprattutto teantropica.
Mt. 27,9 << Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del
profeta Geremia: E presero trenta monete d'argento, il prezzo di colui che a
tal prezzo fu valutato dai figli d'Israele >>.
Zc. 11,12-13 <>.
Com'è facile notare, Matteo ha confuso Zaccaria con Geremia.
Mc 2,25-26 << Non avete mai letto ciò che fece Davide, quando si
trovò nel bisogno e tanto lui quanto i suoi compagni avevano fame? Come, cioè,
al tempo del sommo sacerdote Abiatar entrò nella casa di Dio e mangiò i pani
sacri che non possono mangiare se non i sacerdoti, e ne diede pure ai suoi
compagni?>>.
1Sam 21,2/7 << Davide si recò a Nob dal sacerdote Achimelec...Il
sacerdote gli diede il pane sacro, perché non c'era là altro pane che quello
dell'offerta >>.
Anche qui altro errore da parte dell'Evangelista, che confuse Abiatar con
Achimelec.
1Re 22,44 << (durante il regno di Giosafat, N.d.A) Ma non
scomparvero le alture; il popolo ancora sacrificava e offriva incenso sulle
alture >>.
2Cr 17,6 <di Giosafat
) cuore divenne forte
nel seguire il Signore; eliminò anche le alture e i pali sacri da Giuda >>.
C'è un'evidente contraddizione tra le alture preservate del libro dei Re
e quelle eliminate di Cronache.
Gn 6,19 << Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due
di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina
>> subito dopo dice di prenderne sette paia:
Gn 7,2 << Di ogni animale pure prendine con te sette paia, il
maschio e la sua femmina; degli animali che non sono puri un paio, il maschio e
la sua femmina >>.
Gn 1,26 << (Come ultima opera della creazione) Dio disse: Facciamo
l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del
mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e
su tutti i rettili che strisciano sulla terra >>.
Gn 2,4-5/7-9/18-19 << Nel giorno in cui il Signore Dio fece la
terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba
campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla
terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo...Allora il Signore Dio plasmò
l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo
divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo
che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di
alberi graditi alla vista e buoni da mangiare...Il Signore Dio disse: “Non è
bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda”. Allora
il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli
uccelli del cielo e li condusse all'uomo...>>
Ora, è chiaro che: o l'uomo è stato creato prima degli animali e dei
vegetali, o dopo, i racconti sono dunque in contraddizione.
Abbiamo visto alcune incongruenze presenti nei libri canonici e
addirittura nei Vangeli, sono dunque tutti da scartare? Se dovessimo seguire la
logica che i protestanti utilizzano per valutare i libri da loro esclusi, la
risposta è sì. La verità però è da un'altra parte.
L'ispirazione divina copre sì tutta la Scrittura, ma Dio non detta parola
per parola; dettatura e ispirazione sono concetti molto diversi. Lo Spirito
Santo illumina la mente degli scrittori affinché questi riportino, secondo la
loro intelligenza, secondo la loro cultura, secondo la loro umanità, il Verbo
di Verità. Verità infallibile che ricopre la dottrina, l'insegnamento e
l'economia di salvezza che Dio ha per l'uomo. Questi, anche sotto ispirazione,
è libero di scegliere le parole e lo stile, poiché Dio non annichilisce l'uomo,
ma anzi si unisce a lui secondo il mistero teantropico che è Cristo. Qualche
contraddizione su aspetti materiali, una svista, un'imprecisione o imperfezione
stilistica non riflettono minimamente sul significato salvifico che tutta la
Scrittura, da Genesi ad Apocalisse, rivela all'uomo, ma è solo l'impronta
inevitabile dell'umanità – di cui Dio si serve – degli agiografi.
Da tutto ciò si deduce che il travisamento protestante del concetto di
ispirazione, in un morboso, ossessivo e compulsivo attaccamento alla singola
parola e accanimento al singolo versetto, è di matrice eretica e satanica.
Quando S. Girolamo dice << anche l'ordine delle parole è un mistero
>> (Ep 57,5), va inteso alla luce della sua profonda venerazione per la
Sacra Scrittura, non certamente secondo un concetto fondamentalista e distorto.
L'ispirazione considerata in chiave teantropica garantisce un'esegesi più
profonda e permette al fedele di oggi, facilmente scandalizzabile, di
accostarsi alla Bibbia con meno timore.
Così un racconto storico, il cui autore è stato ispirato da Dio affinché
fosse riportato, va letto considerandone la mentalità. Così, nel linguaggio
dell'epoca, guerre permesse da Dio affinché il popolo eletto venisse preservato
da culti pagani e poter ricevere il Cristo, diventano comandi espliciti del
Signore. Viceversa, una guerra persa una punizione.
Nel linguaggio semitico tutto appare come atto positivo di Dio, anche
quando evidentemente non è così. Se così non fosse, dovremmo forse considerare
letteralmente il seguente passo?
Mt 6,13 << e non indurci (eiseneghkesin,
portare/introdurre/indurre) in tentazione >> .
Leggendo alla lettera, è Dio stesso che fa o non fa “entrare” nella
tentazione, eppure il significato reale di ciò che si vuole esprimere è “non
permettere che entriamo nella tentazione”.
I racconti dell'Antico Testamento, inoltre, prima di essere messi per
iscritto, furono tramandati oralmente per secoli e arricchiti della fervida
immaginazione popolare (ribadisco arricchiti, non distorti) il tutto così
riportato per volere di Dio.
Bisogna poi tener conto dei generi letterari, per cui il genere storico
non è quello profetico e così via.
Detto questo, un lettore debitamente informato, non si scandalizza di
certo incontrando un passo come il seguente:
1Sam 15,3/18-23 << (il
Signore si rivolge a Saul N.d.A) Va', dunque, e colpisci Amalek, e vota
allo sterminio quanto gli appartiene; non risparmiarlo, ma uccidi uomini e
donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini... (Samuele a
Saul) - Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: “Va',
vota allo sterminio quei peccatori di Amaleciti, combattili finché non li avrai
distrutti”. Perchè dunque non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei
attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore? - Saul insisté
con Samuele: “Ma io ho obbedito alla parola del Signore, ho fatto la spedizione
che il Signore mi ha ordinato, ho condotto Agar, re di Amalek, e ho sterminato
gli Amaleciti. Il popolo poi ha preso dal bottino bestiame minuto e grosso,
primizie di ciò che è votato allo sterminio, per sacrificare al Signore, tuo
Dio, a Galgala” Samuele esclamò: “Il Signore gradisce forse gli olocausti e i
sacrifici quanto l'obbedienza alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio
del Sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti. Sì peccato di
divinazione è la ribellione, e colpa e terafim l'ostinazione. Poichè hai
rigettato la parola del Signore, egli ti ha rigettato come re >>.
Il racconto, non la forma in cui viene presentato, è storico: Saul,
secondo le direttive di Samuele, mosse guerra agli Amalechiti; trasgredito il
comando, fu cacciato.
Questa narrazione, per ispirazione divina, fu presentata in una forma che
permetta di scorgere un ammonimento per le generazioni più prossime (oltre che,
a livello letterale, un importante documento storico del popolo d'Israele), e
un insegnamento per noi cristiani. I livelli di lettura, infatti, sono tre:
letterale, morale e spirituale.
Dato che tutto l'Antico Testamento viene trasfigurato alla luce del
nuovo, i padri della Chiesa attestano che, dei racconti veterotestamentari
inerenti le guerre – permesse al popolo ebraico così da mantenersi integro per
la venuta del Signore – va applicata una lettura morale spirituale da cui
trarre insegnamenti.
Leggendo attentamente si ricava che Saul, ad un comando di Dio, ha
opposto la sua intenzione di offrire sacrifici al Signore, considerandola più
nobile e gradita. Si trattava di un atto rivolto a Dio come complemento al
compito assegnato, eppure il Signore non gradì e Samuele rimproverò Saul
duramente.
Questo deve indurci a essere vigili e analizzare bene le nostre intenzioni più
recondite, così da fare sempre la volontà di Dio senza indugio, accettandola
senza disquisire anteponendo un nostro ideale o semplice intenzione che, per
quanto nobile, contrasta con la Sua volontà. E' importante tenere sempre a
mente che senza l'assenso del Signore nulla è benedetto, e l'umano impegno o la
nobile intenzione non potranno mai produrre qualcosa di superiore a ciò che Dio
stabilisce.
In questi giorni ho trovato qualcuno che citava un passo di Ezechiele –
debitamente frainteso - evidenziando da un lato l'incoerenza e dall'altra la
“cattiveria” di Dio, al fine di screditare le Scritture.
Ez 20,25-26 << Allora io diedi loro persino leggi non buone e norme
per le quali non potevano vivere. Feci sì che si contaminassero nelle loro
offerte, facendo passare per il fuoco ogni loro primogenito, per atterrirli,
perché riconoscessero che io sono il Signore.
Ez 20,30-31 << Così dice il Signore Dio: Vi contaminate secondo il
costume dei vostri padri, vi prostituite secondo i loro abomini, vi contaminate
con tutti i vostri idoli fino ad oggi, presentando le vostre offerte e facendo
passare per il fuoco i vostri figli, e io mi dovrei lasciare consultare da voi,
uomini d'Israele? >>.
Tutto ciò che nella prima citazione è prescrizione di Dio, nella seconda
diventa libera trasgressione del popolo che decide di seguire costumi
abominevoli.
Qui il problema, oltre alla contraddizione, è che Dio dice di aver dato
leggi non buone che prescrivono addirittura il sacrificio di bambini.
Può Dio dare leggi non buone? Certo che no. Infatti il primo passo non va
letto secondo la mentalità ebraica, in cui tutto è azione diretta di Dio, ma
come permissione, lasciandoli al loro arbitrio, ammonendoli in seguito a causa
della loro trasgressione
Molte incongruenze possono essere superate, ma non tutte. Alcune
rientrano semplicemente in quell'imperfezione umana che necessariamente viene
riflessa nel testo, così è per la contraddizione fra 1Re 22,44 e 2Cr 17,6 che
ho riportato, diversamente invece per quanto riguarda il racconto della
creazione in Gn 1,26 e Gn 2,4ss, del quale non va offerta una lettura
fondamentalista. La contraddizione, infatti, sussiste solamente se si considera
l'esegesi fondamentalista.
I racconti sono due e attestano due tradizioni differenti, difatti per
tutto il primo racconto Dio viene chiamato unicamente Elohim, mentre in tutto
il secondo racconto YHWH. Il redattore, sempre per volere di Dio, ha fuso
queste due tradizioni a lui giunte facendone un racconto unico.
La prima parte del racconto ha un carattere maggiormente storico, oserei dire
quasi scientifico (non secondo gli attuali criteri di storicità e
scientificità, s'intende), non a caso l'ordine degli eventi si può raccordare
alla visione moderna; la seconda, invece, ha attributi archetipici. Dal primo
racconto apprendiamo l'ordine degli eventi; dal secondo, invece, la preminenza
dell'uomo: a simboleggiare ciò, l'uomo viene creato per primo.
L'utilizzo della versione del Testo Masoretico, sia per quanto riguarda
il canone, sia nella traduzione, è funzionale alla teologia protestante.
Abbiamo però visto che la versione utilizzata dagli Apostoli e quasi all'unanimità
dai primi padri della Chiesa è la Settanta.
Facile, insomma, giustificare le eresie attraverso un presunto
esclusivismo biblico, se questo è attuato per mezzo di scritture corrotte. Il
discorso vale anche per quanto riguarda le critiche mosse dai protestanti verso
alcune dottrine delle chiese di origine apostolica, che a detta loro non si
riscontrano nella Bibbia. Certamente non si riscontrano, ma nella loro falsa
Bibbia! Infatti né i Padri, né la versione da essi utilizzata, corrisponde a
quella dei protestanti.
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