
Possiamo parlare di vita spirituale solo basandoci sulla nostra esperienza. La predicazione più eloquente è, nei fatti, quella delle azioni concrete. Non necessariamente parliamo di carità esagerata: ma anche quando trattieni la lingua, seguendo il comandamento, oppure quando parli, essendo tutti gli altri impauriti per farlo. Parliamo di essere umili, quando anche se digiuni non lo sbandieri in giro, quando non pompi la tua fede: allora hai già vinto con la buona disposizione. La vera fede non può essere nascosta, e quando tutti vedranno una persona così bella, intelligente e giusta, onesta e affabile, e scopriranno che è un cristiano ortodosso, avrà un effetto molto più grande che non rituali ostentati e predicazioni superficiali.
Il problema dei predicatori moderni è che spesso non parlano al momento giusto. Alcuni dovrebbero aspettare l'illuminazione dello Spirito Santo prima di buttar giù due righe. Oggi i sermoni sono disponibili a tutti, molti predicatori sono infettati dalla verbosità, parlano in modo superficiale e libresco, e la gente se ne accorge e le prediche non entrano nel loro cuore. La gente vede subito la teologia artificiale e se ne allontana.
Credo che dovremmo seguire diverse regole. In primo luogo, come già detto, dovremmo parlare di spiritualità solo basandoci sulla nostra esperienza. In secondo luogo, dovremmo scrivere di argomenti storici e teologici solo se ci riguardano veramente, e, come sappiamo, riguardano gli altri. Dobbiamo scrivere di cose che abbiamo studiato a fondo e in modo equilibrato, senza tentare di prevaricare l'insegnamento della Chiesa col nostro punto di vista.
La fede ortodossa è infatti comprensibile sia agli intellettuali che alle persone semplici. Dovremmo dire alla gente che Dio è amore, difatti la gente ha sete di bontà e non di parole vuote.
Commenti
Posta un commento