Le Lamentazioni del Sabato Santo

Il Mattutino del Sabato Santo è chiamato anche Officio delle Lamentazioni. Composto da san Giovanni Damasceno nel VIII secolo, è un capolavoro liturgico in versi, diviso in tre stanze rispettivamente da 73, 60 e 43 strofe. Le Lamentazioni sono una proposizione poetica di quello che avrebbero potuto dire le Mirofore accorse al sepolcro in preda al dolore per la morte di Cristo. A causa della sua lunghezza, che lo vedrebbe intervallato al lungo salmo 118, e’ invalsa l’usanza di tagliare il salmo e dedicarsi solamente al canto delle Lamentazioni. Il Canone del Mattutino, a sua volta composto dal Damasceno, è omesso oppure recitato a parte, o viene recitata solamente una parte dello stesso. All'inizio di ogni stanza, si incensa il catafalco con l'Epitaffio, la rappresentazione del Cristo dormiente. Al termine del Mattutino si svolge una processione con l'epitaffio stesso. 


Monaci dinnanzi all'Epitaffio

L’officio, cantato nel sobrio e maestoso tono V, percorre con sublime e aulica poesia il tema della morte del Salvatore e della Sua catabasi agli Inferi, tramite la quale rinnova e redime l’universo intero. Le Lamentazioni principiano con una strofa che illustra l’impossibile che diventa possibile: Il Dio immortale è inerte nella tomba.

Nella tomba, o Vita,
Fosti posto, o Cristo
E gli eserciti degli Angeli, attoniti,
Magnificano la tua Gloria eccelsa.

Le Lamentazioni intendono riproporre nella nostra partecipazione liturgica l’agonia cosmica che seguì la morte del Redentore. L’esercito degli Angeli pianse, il Cielo si oscurò, la terra’ tremò in una suprema esaltazione della sofferenza universale che vede il suo proprio Creatore giacere inerte, non conoscendo ancora il piano di Dio, il meraviglioso piano della Salvezza: sconfiggere la morte e donarci la vita eterna con la Resurrezione del Cristo. Le Lamentazioni sono la continuazione del Vespro del Venerdì Santo nel quale si rievoca la deposizione del Cristo morto dalla Croce e l’atmosfera di silenzio che circondava quel momento. L’officio è il radunarsi della comunità dei credenti che sospira dinnanzi al sacrificio supremo dio Dio. Eppure, le Lamentazioni procedono e l'atmosfera diventa sempre meno funebre e acquisisce sempre di più i tratti della Speranza. Alla conclusione della III stanza cantiamo con tono gioioso:

Pace alla Chiesa e salvezza al Mondo
Donaci o Signore, con la tua resurrezione!

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo,
Santissima Trinita’: salva il mondo tuo!

O Madre (di Dio), ai tuoi servi dona
Di poter vedere la Resurrezione del tuo Figlio!

Tutte le genti cantano la tua sepoltura,
O Cristo mio.

Gli inni che compongono Il Mattutino delle Mirofore contengono la più alta concentrazione dogmatica espressa nelle forme più accessibili al Fedele che ascolta con attenzione. E’, forse, la creazione liturgica più genuinamente bella che la Chiesa Ortodossa può offrire insieme con la Pasqua.

Purtroppo, a causa di una deplorevole usanza moderna di anticipare – e distruggere il senso - della Settimana Santa, vediamo spesso questo rito essere cantato il Venerdì Santo nel pomeriggio.


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