La preghiera Esicasta

L'esicasmo e' la tecnica passataci dai Padri per vivere il monachesimo nel modo piu puro, e giungere allo stadio di contemplazione mistica della Divinita'. Ogni grande monastero che vanta una tradizione esicasta ha le sue usanze e le sue tecniche meditative. Negli ultimi anni, e' emerso il Monastero romeno di Frasinei con la sua tradizione Carpatica, diffondendo l'esicasmo anche al mondo "non monastico" tramite pubblicazioni di libri e scritti spirituali che spiegano nel dettaglio la pratica esicasta, finora rimasta sempre una tradizione piu orale che scritta. Ci baseremo, per spiegare le tecniche e la formazione esicasta, alle informazioni preziossime passateci da abba Ghelasie di Frasinei (+2005).


Un monaco in preghiera silente


Gestualita' e ritmo della preghiera

Fondamentale, per il monaco, e' la recita quotidiana della Preghiera del Pubblicano: Signore Gesu' Cristo, Figlio del Dio Vivente, abbi pieta' di me peccatore. Questa preghiera viene ripetuta seguendo il ritmo respiratorio e una certa frequenza... ma non solo, anche il proprio corpo partecipa della preghiera. 

Come dice abba Ghelasie: 

Piega il capo, la mente e ogni senso nel gesto della Prostrazione, fatti interamente adorazione del Dio vivente tramite il Simbolo/Atto della Prostrazione. Nell'adorazione tramite la prostrazione, il Divino incontra l'Uomo e l'Uomo incontra il Divino, facendosi immagine riflessa. [1]

La vita spirituale monastica, ed esicasta in particolare, privilegia l'armonia fisica e mentale. prostrazioni, inchini e genuflessioni sono parte ordinaria del rituale monastico. Inoltre, il Padre raccomanda di alzare le mani in preghiera, chiamando la Divina Misericordia su di noi, stando in ginocchio. Tramitre la posizione di offerta, ci prepariamo a ricevere l'Offerto, il Cristo Dio. 

Il padre, ricordando gli insegnamenti del maestro Neofito dei Carpazi, dice che l'esicasta mantiene una posizione rituale permanente. [2] Queste parole ci lasciano riflettere sul ruolo che il corpo umano ha nella preghiera. Abbiamo la posizione statica o attiva, per esempio durante le opere del monastero. I giovani, specialmente i monaci giovani, desiderano la Contemplazione. Ma non si puo' avere Contemplazione se prima non si e' purificato l'Intelletto e non lo si e' fatto dimora spirituale. I padri esicasti dicono di non pregare mai coi piedi piu in alto del capo, considerata una posizione profana che inverte i sensi. 

Alla posizione si accompagna la respirazione ritmata, legata alla recita della preghiera del Cuore. Il respiro va gestito chiudendo il diaframma addominale e dilatando la zona viscerale, rilassandosi. La posizione piu comoda per questa respirazione santificata e' stare in ginocchio o seduti. Il respiro per il monaco e' una specie di "doccia" che prepara alla preghiera vera e propria. I monaci esicasti consigliano di passare qualche minuto a respirare a concentrarsi sul respiro prima di intraprendere gli Uffici o anche solo la preghiera personale. 

Padre Ghelasie disse: la gente chiama l'esicasmo la "preghiera della mente". Io preferisco dire che e' la "preghiera della prostrazione della Mente". [3] Discipliniamo la mente ad adorare Dio e a prostrarglisi innanzi. 

Gli Stadi della Tecnica Esicasta

Abba Ghelasie ci informa che, secondo la tecnica da lui appresa, ci sono i seguenti stadi [4]. 

1. Venerazione dell'Icona della Madre di Dio col Bambino. In questo stadio, il primo, ci si focalizza sull'Incarnazione del Verbo. I monaci esicasti cantano, in chiesa o nelle proprie celle, l'Acatisto alla Annunciazione, ogni giorno, preceduto da tre prostrazioni e tre inchini profondi. Il padre Neofito raccomandava di impararlo a memoria. Tramite l'Acatisto, riflettiamo sul Mistero del Dio che si fa' uomo per la salvezza e di come adesso l'Umanita' e la Divinita' sono connesse per il mistero dell'Incarnazione, che e' il mistero di ognuno di noi. Anche noi, infatti, siamo anime incarnate per volere divino e siamo parte del mondo. Il padre Ghelasie spiega di "entrare nell'icona della Madre di Dio". Significa che dobbiamo sforzarci di pregare la Madre di Dio come portale verso le cose celesti. La Madre di Dio e' stata la prima chiesa della Storia, perche' ha contenuto dentro di se' il Signore stesso. Maria e' dunque Icona della Chiesa. I Padri raccomandano molte prostrazioni dopo l'Inno Acatisto, ricordando che Dio stesso si e' prostrato ed e' disceso nel grembo Virginale per incarnarsi. 

2. Il secondo stadio della preghiera esicasta e' raggiungere, con la mente, l'Immagine del Padre Celeste, raggiungendolo tramite la connessione col Figlio. Terminato il rituale dell'Acatisto, ci si mette in ginocchio, e si prega il Padre Celeste ringraziandolo della sua bonta' verso gli Uomini, quando decise di mandare il Verbo nel mondo per ricongiungere l'umanita' perduta con Se. Questo e un momento di sacralizzazione del proprio corpo e del proprio spirito. Farsi casa dello Spirito Santo.  Prepararsi con tutto il proprio essere, intelletto, corpo e anima a ricevere le energie divine. In questo momento, dopo aver lungamente respirato e purificato la mente da ogni pensiero, si recita il Padre Nostro, chiamato da padre Ghelasie "l'immagine del Fuoco Divino Essenziale". Fissa gli occhi al Figlio, il Fuoco divino, Verbo del Creatore, Colui che parlo' nel Roveto Ardente ed e' egli stesso Fuoco Spirituale dell'anima, il Fuoco che non brucia ma addolcisce il cuore di colui che prega

3. Immagine del Verbo Incarnato e Santa Comunione. Nella Madre di Dio, di cui contempliamo il Mistero, vediamo come Dio si e' incarnato nella sua immagine e noi ci divinizziamo. sempre nella sua immagine, tramite il nostro contatto col Cristo Dio. La Madre di Dio e' tutti noi, e' l'umanita' che vive su questa terra, vivificata dal tocco della Divinita'. Rimaniamo in contemplazione dell'icona mariana riflettendo su questa grande verita'. che siamo testimoni quotidiani del grande e vero miracolo dell'Incarnazione, porta della Salvezza. I Padri esicasti considerano questa preparazione mentale come tappa propedeutica alla Comunione Eucaristica. Il monaco esicasta riflette su come, grazie alla Madre di Dio, il Signore si e' incarnato e si e' offerto, e tutti possiamo gustarne il Corpo e il Sangue. Il mondo intero si trasfigura prendendo parte alla Comunione col Verbo Incarnato. La santa liturgia e' il portale che ci conduce alla Grazia sovraessenziale. Non c'e' esicasmo, non c'e cristianesimo, senza i divini sacramenti. 

4. Icona Cristica e Incontro con l'Ipostasi Eucaristica. Il momento dell'incontro fra il Signore risorto nel Calice eucaristico e la Creatura e' la punta somma, lo zenit, della vita esicasta. Il monaco si prepara con zelo alla sacra comunione. Recita il Canone per intero, non omette nulla. Il rituale ortodosso non e' un fatto mentale, ma pratico. I santi padri esicasti insegnano a prepararsi degnamente, con la mente e col corpo, e col cuore, a questo incontro salvifico. Abba Ghelasie preme a spiegarci come la Mistica non e' una favola ma una Realta' fattuale che si conclude con la consumazione dei Doni divini, vera e suprema "immagine", icona vivente poiche' Cristo e' realmente presente nella Eucarestia. Non ci affidiamo piu a strumenti, ma viviamo direttamente la Promessa: "Colui che beve il mio sangue e mangia la mia carne ha la vita eterna". 

Il monaco esicasta, conclusa la sua esperienza sovraessenziale, si ritira nella sua cella e ringrazia il Teantropo per l'incontro accordatogli, e non abbandona mai la sua veglia, perche'... non sa il giorno ne; l'ora in cui udira' la folla gridare: Ecco lo Sposo... 

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NOTE

1)  Memorie di un Esicasta, abba Ghelasie, Playtera Ed., Bucarest, 2018, pag. 296

2) Ibidem, pag. 299. 

3) Ibidem, pag. 339

4) Ibidem, riassunto delle pagine dalla 165 alla  251. 

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