Le Teofanie divine secondo sant'Agostino

Nell'opera De Trinitate sant'Agostino di Ippona ci ha lasciato alcuni profondi insegnamenti sulle Teofanie e su come la Trinita' intera e' coinvolta nella manifestazione di se'. 

I primi quattro libri del trattato De Trinitate di sant'Agostino sono proprio dedicati  alla epifania, ovvero alla manifestazione di Dio nella Storia umana. Prima di lui, i Padri della Chiesa combattevano due eresie, gli Omosiani e i Modalisti, i quali in forme diverse negavano la Trinita' cosi dome definita dai dogmi di Nicea. Sant'Agostino col suo trattato porta una difesa rivoluzionaria al tema della teologia trinitaria, spiegando come l'intera Trinita' e' coinvolta nelle teofanie e non solo una delle tre ipostasi. I modalisti in particolare difendevano la propria posizione basandosi sui Padri dei primi secoli, in particolar modo  san Dionigi Aeropagita, il quale dichiara che Cristo e' "tutte le teofanie dell'Antico Testamento".  Mentre invece, Agostino dichiara che Dio non e' sempre presente in tutti gli eventi che implicano un suo messaggio [3.10.19]. 

Per sant'Agostino le teofanie sono di tre tipi:

a) manifestazioni angeliche.
b) manifestazioni con Angeli che apportano modifiche di qualche genere in corpi spirituali
c) teofanie con corpi materiali creati per l'occasione. 

Nel primo tipo, come per il Sacrificio di Abramo [3.1.6 e 3.10.20], gli Angeli parlano in persona Dei, ovvero come messaggeri della Divinita', la quale, essendo ineffabile, non si mostra.

Nel secondo tipo, una forma o uno spirito non angelico agisce come se fosse un Angelo per volere di Dio, assumendone cosi le caratteristiche e il ministero [cfr. 3.10.19].

Il terzo tipo, che potremmo definire "spettacolare", prevede eventi o oggetti creati da Dio ex nihilo al fine di manifestarvisi attraverso: in questa categoria avremmo ad esempio il Roveto Ardente [Esodo 3:2], le lingue di fuoco sugli Apostoli [Atti 2:3] e lo Spirito Santo "come colomba dal Cielo" [Luca 3:22].

La rivoluzione agostiniana, la quale comporto' la sconfitta teologica del modalismo, integra e amplia la visione teofanica dei Padri precedenti come "cristofanie". Difatti, Agostino aggiunge un particolare interessante alla "teofania di tipo a", ovvero la presenza di due soggetti e non di uno solo: l'angelo (essere creato) e Dio che parla tramite l'angelo stesso. Accogliendo in pieno l'eredita' patristica orientale della Divinita' inconoscibile e ineffabile, sant'Agostino chiarifica che Dio parla e si manifesta tramite una creatura e non tramite la sua stessa essenza che e' appunto inconoscibile [3.4.10]. Negli altri due tipi di teofanie, Dio si manifesta tramite oggetti o personificazioni ausiliarie che gli permettono di farsi vedere senza per questo mostrare la sua Essenza. 

Poiche' gli Omosiani e i Modalisti dicevano che "se Cristo si manifesta nelle teofanie, allora non e' Dio, giacche' Dio e' inconoscibile", sant'Agostino distrugge i loro argomenti proponendo una soluzione diversa: l'intera Trinita' e' all'opera nella Teofania [2.10.18]. Secondo sant'Agostino, le teofanie al Battesimo nel Giordano e la Trasfigurazione sono stati momenti di comunicazione fra le Ipostasi della Trinita', utilizzando come "strumenti" la colomba nel primo caso e la "nube gloriosa" nel secondo.  Difatti, in Agostino la visione della gloria divina e' escatologica e solo alla fine dei tempi potremo gustare di questa conoscenza. Mentre alcuni Padri orientali sintetizzano le Energie divine come tentativo di spiegare le teofanie, Agostino preferisce chiarire il come Dio si manifesta piuttosto che chi. Per Agostino, Dio si manifesta per mezzo di simboli creati, non negando le energie (operazioni, nella terminologia latina) le quali energie sarebbero il movimento divino nel manifestarsi. Infatti, per sant'Agostino, i terremoti, il fuoco, i fulmini e tutte le altre manifestazioni divine nella Storia e nella Bibbia sono sacramenti, ovvero atti divinizzanti di  un Dio che si manifesta. Nel Libro II di De Trinitate, come scritto, il presule africano chiarisce quindi di non distanziarsi dalla visione patristica tradizionale, chiarendo che appunto Dio si manifesta e divinizza coloro cui appare, ma Agostino preferisce una sovrastruttura linguistica piuttosto articolata e complessa, che non ne permette una lettura ortodossa al primo sguardo, perche' attento a non farsi influenzare dal subordinazionismo, cerca sempre di non dare impressione di preferire una Ipostasi piuttosto di un'altra.

Secondo il teologo J.N. Manoussakis, "Agostino dovette difendere la divinita' del Logos contro i subordinazionisti" (1), preferendo sorvolare su alcuni aspetti per dare una visione globale del dogma trinitario. 


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NOTE

1) Manoussakis, Theophany in Augustine and Palamas, pag. 77, academia.edu


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