Ambrogio di Belaya Krinitza - il greco che divento' vescovo Vecchio Credente

I Vecchi Credenti dopo lo scisma furono senza vescovi e facevano ordinare il proprio clero da vescovi russi compiacenti con orientamento tradizionale, un po' come fanno ai nostri giorni le frange estreme del romano-cattolicesimo sedevacantista. Ma, nell'Ottocento, qualcosa cambio'. 

Una storia particolare quella di Ambrogio, santo per i Vetero Ritualisti di tutto il mondo, un uomo vissuto a cavallo di due epoche. Cosa molto interessante, e' una figura legata all'Italia. Nato nel 1791 come Andreas Pappa-Georgopoloi, fu rinominato Andrei Popovic dai russi. Nel 1811 il giovane uomo si sposo' e fu ordinato sacerdote a 21 anni dal metropolita Matteo a Mestre di Istria, sua citta' natale, all'epoca sotto l'Impero Ottomano. Pochi anni dopo nel 1814 la moglie  mori' e, come era costume ai tempi, fu forzato nel monachesimo ove prese il nome di Ambrogio. Il suo unico figlio, Giorgio, fu dato in affido alla famiglia natale. Nel 1817 lo vediamo gia' igumeno a Halki, al monastero della Santissima Trinita'. Personaggio molto influente, nel 1827 l'igumeno Ambrogio era locum tenens del patriarca Costantino ad Istambul. Il 9 settembre 1835 viene ordinato vescovo ortodosso di Sarajevo dal patriarca Gregorio VI. In quei cinque anni lavoro' molto per l'ortodossia nella regione, comportamento che gli costo' l'odio delle autorita' ottomane le quali richiesero la rimozione del vescovo dal suo incarico pastorale. 

Nel frattempo i Vetero-Ritualisti emigravano in massa dall'Impero Russo verso le colonie siberiane o verso la Romania, ove diverse migliaia di questi trovarono casa nella regione di Braila. Una folta colonia di vecchi credenti aveva trovato casa presso Belaya Krinitza (Fantana Alba), nell'odierna Ucraina meridionale, presso Chernovtzi, all'epoca parte del cattolicissimo impero Austroungarico. Le autorita' imperiali vollero concedere un aiuto ai bisogni spirituali dei coloni russi e il conte Franz Anton Kolovrat, insieme coll'Arciduca Luigi di Toscana-Lorena (uno dei parenti del Granduca!), a Vienna, disposero la nascita di una "eparchia vetero-ritualista" per i coloni. Un progetto che tuttavia mancava della componente principale, ovvero di un vescovo... la cosa interesso' molto i sacerdoti del Rito Antico, i quali fondarono il monastero di Belaya Krinitza col preciso intento che diventasse una residenza episcopale. I vecchi credenti si misero alla ricerca di un vescovo ortodosso che volesse unirsi a loro in tutto il mondo, mandando emissari dalla Turchia alla Polonia alla ricerca di un tradizionalista che volesse convertirsi. I monaci Alipio e Paolo, fondatori del monastero, riuscirono a mettersi in contatto con il giovane vescovo Ambrogio per mano del comandante cosacco Osip Semenovich Goncharov, atamano dei cosacchi di Nekrasov. Nel frattempo, il figlio Giorgio era diventato sacerdote e accompagnava il padre nel suo ministero: insieme studiarono la storia e le ragioni del Vetero-Ritualismo e convenirono che erano dal lato giusto della storia nel giorno 15 Aprile 1846, quando decisero di convertirsi alle usanze del Rito Antico. La delegazione giunse a Tulcea, ove abbondavano comunita' vetero-ritualiste, dopo un lungo viaggio sul traghetto del Danubio. Al monastero di Slava-Rus, a Tulcea, l'igumeno vetero-ritualista Arkadii ricevette con la cresima i due prelati greci. Nel frattempo gli austriaci avevano richiesto la lettera dimissoria da Costantinopoli, che arrivo'. il 28 ottobre 1846 per san Nicola Taumaturgo il vescovo Ambrogio celebro' una Agripnia e confesso' in pubblico la sua adesione ai Vecchi Credenti. 

Sia i cattolici che la Chiesa Russa di Stato videro molto male lo stabilimento di un Metropolita di Rito Antico in una zona cosi delicata come la Bucovina, e decisero di intensificare la persecuzione, ognuno nei propri confini. All'inizio il vescovo Ambrogio tento' una mediazione con lo Stato Russo ma, dopo molte trattative, dovette arrendersi all'evidenza che la sua Eparchia era in odio al governo. Il 3 marzo 1848, sotto pressione politica dell'Impero Russo, gli austriaci fecero sgombrare Belaya Krinitza e il vescovo Ambrogio fu esiliato in Croazia a Styria.  In esilio, Ambrogio dovette ordinare il suo successore, Antonio Shutov, il quale divenne metropolita di Mosca per i vecchi credenti. Alla fine del 1848 i venti tornarono favorevoli e il monastero fu riaperto, ma il metropolita dovette rimanere in esilio. Insieme con Antonio Shutov, Ambrogio ordino' poi diversi vescovi cosi' da fornire ai vetero- ritualisti un vero e proprio Sinodo. Il 28 ottobre 1863 dovette dare le dimissioni come primate e poco dopo si ammalo' e rese l'anima a Dio, piangendo la sorte del suo popolo, che amava dall'esilio. Il Metropolita Kirill celebro' il funerale a Belaya Krinitza ma le sue spoglie, per volere del governo, furono sepolte a Trieste. 


Il monastero di Belaya Krinitza 

Nel 1899 il Patriarcato di Costantinopoli riconobbe la successione episcopale creata da  Ambrogio, vidimata anche poi dal celebre canonista e giurista russo Kostantin Pobedonostsev (+1907). Il giorno 11 novembre 1996, a 150 anni dalla sua morte, Ambrogio di Belaya Krinitza ricevette la gloria degli altari e fu canonizzato come santo dai vetero-ritualisti in un grande concilio a Belaya Krinitza presieduto dai metropoliti Alipio di Mosca (Chiesa di Rito Antico di Russia) e Leonzio di Belaya Krinitza (Chiesa Romena di Rito Antico). Il 31 maggio 2000 le spoglie mortali del vescovo Ambrogio furono recuperate da Trieste e spostate a Braila (Romania), dove vi e' la cattedrale dei vecchi credenti romeni. Al giorno d'oggi, il monastero di Belaya Krinitza ha perso la sua funzione episcopale e rimane un centro monastico in stato di forte abbandono, ma i Vecchi Credenti continuano a vivere e prosperare nelle loro colonie europee, e anche in Russia. 

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