Il Miracolo del Crocefisso di Alessandria

Questo affascinante miracolo e' accaduto al tempo di Papa Teofilo di Alessandria (+412) ed e' commemorato ogni anno il 14 del mese di Misra (o Mesri), Agosto, nel calendario copto. 

Il 14 del benedetto mese di Misra la Chiesa celebra la memoria del grande miracolo che Dio operò durante il papato di San Teofilo,  Papa di Alessandria. Viveva nella città di Alessandria un Giudeo di nome Filosseno, uomo molto ricco, timoroso di Dio e rispettoso della legge di Mosè. Vivevano anche in città due poveri uomini cristiani, uno dei quali era solito imprecare, dicendo: «Perché noi che adoriamo Cristo rimaniamo poveri mentre questo Giudeo, Filosseno, è molto ricco?». L'altro gli rispose: «I beni di questo mondo sono un nulla davanti a Dio, perché, se così non fosse, non li concederebbe agli idolatri, agli adulteri, ai ladri e agli assassini. I profeti furono poveri e perseguitati, come anche gli apostoli, dei quali il Signore disse: "[...]l'ultimo di questi miei fratelli [...]"» (Matteo 25:40). Satana, nemico di ogni bene, non consentì a quell'uomo di accogliere alcuna parola dell’amico. L'amico ribelle andò da Filosseno il Giudeo e gli chiese di assumerlo come servo. Filosseno rispose: «Non mi è lecito assumere qualcuno, salvo che non condivida la mia fede, ma se vuoi posso darti qualcosa per elemosina». Quel miserabile rispose: «Accoglimi in casa tua e mi convertirò, e qualsiasi cosa mi chiederai, la farò». Filosseno lo portò nella sinagoga e il rabbino gli chiese davanti a tutta la comunità ebraica: «È vero che hai rinnegato Cristo e sei diventato Giudeo come noi?». Egli rispose: «Sì», e così quel disgraziato rinnegò Cristo Signore davanti alla sinagoga. In questo modo alla povertà materiale aggiunse la povertà spirituale.

Quindi il rabbino ordinò di realizzare una croce di legno. Gli diedero una canna con in cima una spugna imbevuta di aceto e una lancia, e gli dissero: «Sputa su questa croce, offrile l’aceto e trafiggila con questa lancia dicendo: “Ti trafiggo, o Cristo”». Quell'avvilito fece tutto come gli era stato ordinato. Mentre trafiggeva la preziosa croce con la sua mano peccatrice ne scaturì sangue e acqua, che colò per terra. Allora quell’apostata morì sul colpo e inaridì come una roccia. Un grande timore prese tutti i presenti, molti di loro credettero e piangevano, dicendo: «Uno è il Signore, il Dio dei cristiani: noi crediamo in Lui». Quindi raccolsero il sangue e con esso ungevano il volto e gli occhi. Anche Filosseno prese del sangue e lo asperse sulla figlia, che era nata cieca, e subito ci vide. Credette lui e la sua casa, e anche molti altri Giudei. Più tardi informarono Papa Teofilo di questo avvenimento. Egli chiamò Abba Cirillo (Papa Cirillo I), diversi sacerdoti e persone, e andò nella sinagoga dei Giudei, dove vide la croce, il sangue e l'acqua. Il Papa prese il sangue e l'acqua, benedì se stesso e anche il popolo. Raccolse il sangue dal pavimento e lo conservò in un recipiente per la benedizione. Ordinò di portare la croce di legno in chiesa. Successivamente, quelli che erano stati presenti confessarono la propria fede davanti al Papa, che li battezzò nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e li benedisse. Quindi tornarono ognuno alla propria dimora ringraziando Cristo Signore e glorificando il suo Santo Nome.

Sia gloria al nostro Dio in eterno. Amen.

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TRATTO DA

Coptic Synaxarium, mese di Mesri (Agosto).

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