Il Padre Nostro spiegato dai santi Padri

Il Padre Nostro e' la preghiera insegnata dal Signore Gesu' Cristo ai suoi discepoli e a tutti noi, secondo il Vangelo di Matteo 6:9-13. 

Padre Nostro
che sei nei Cieli,
sia santificato il Tuo nome.

Venga il Tuo Regno,
sia fatta la tua volonta', come in Cielo cosi' in Terra.
Dacci oggi il nostro pane essenziale,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori. 
E non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal maligno. 
Perche' tuoi sono il Regno, la potenza e la gloria nei secoli. Amin. 

La somma importanza di questa preghiera e' data dal fatto che non solo ci rivolgiamo a Dio, ma parliamo tramite parole divine esse stesse, in quanto dette dal Redentore, e preghiamo di fatto insieme con il Signore, come dice Tertulliano:

Il Padre Nostro, benche' molto corto, e' una prece che comprende tutti i sensi. [...] Solo il Signore stesso poteva insegnarci come vuole essere pregato e supplicato. [1]

Come spiega san Cipriano, la preghiera del Padre Nostro comprende tutte le richieste e suppliche spirituali, terrene, mondane e ultramondane. [2]. Secondo i Padri, questa preghiera puo' essere divisa in tre parti: la Chiamata, la Supplica e la Glorificazione.


Affresco con Dio Padre, monastero di Rila (Bulgaria)


La Chiamata

La parola "Padre Nostro" ci riporta subito alla mente il fatto di essere in una relazione speciale con Dio. il Cristo ci ha liberato dalla pesantezza della schiavitu' della Caduta e per questo ci ha restaurato, "dandoci il potere di diventare Figli di Dio" e quindi di poterLo chiamare Padre. Con lo Spirito Santo, possiamo senza dubbio definrici glorificatori e cantori della magnificenza del Signore, ed essere considerati parte della sua eredita' [3]. Nella Preghiera del Signore, ognuno prega per tutti, giacche' Dio e' Padre di tutti i cristiani: siamo connessi e collegati, non possiamo considerarci svincolati dalla Chiesa, che e' l'unione di tutti i battezzati nella Fede. Quando diciamo il Padre Nostro, l'intera Chiesa e' invisibilmente unita nel parlare con Dio. Il Signore non ci ha voluto infatti egoisti e individualisti, ma ci ha insegnato una preghiera comunitaria, cosi come amiamo Lui, amiamoci gli uni gli altri [4]. 

Noi diciamo anche "che sei nei Cieli" riferendoci al Padre, indicando cosi il suo potere su ogni creatura in quanto Creatore di tutto cio' che esiste. Sappiamo che il Signore Dio si trova negli Eccelsi dove gli angeli lo adorano senza posa (Matteo 18:10) e che solo il Figlio lo ha conosciuto nella sua essenza (Giovanni 1:18), ma anche che i Giusti lo conosceranno (Salmo 10:7).

Le richieste

La seconda parte della preghiera comprende sette richieste, o preci. Cosi come i Doni dello Spirito sono sette (cfr. Isaia 11, Romani 12) cosi anche le preci della preghiera perfetta, insegnataci da Cristo, sono sette.

1. La prima di queste e' sia santificato il Tuo Nome. Come chiarisce san Cirillo di Gerusalemme [5] Dio e' santo nella sua essenza, e non possiamo certo pretende che Dio si santifichi per mezzo nostro che siamo sue creature, quanto piuttosto significa che chiediamo che il Suo Nome sia in noi e ci santifichi, come anche conferma san Cipriano dicendo: chiediamo al Signore Santissimo di santificarci tramite l'invocazione del Suo Nome [6]. Una volta fatti santi, difatti, potremo glorificare ancora di piu' il suo Nome, aggiunge San Simeone di Tessalonica [7]. Quindi, la prece "sia santificato il tuo Nome" e' una richiesta di santificare la nostra vita in Dio. Chi non santifica il Nome di Dio, chi non lo benedice, e' condannato alla morte eterna (cfr. Daniele 5, 4Re 19:37, Atti degli Apostoli 12:23). Come possiamo collaborare con Dio nella glorificazione del suo Nome? diffondendo la santa ortodossia.

2. La seconda richiesta e' venga il Tuo Regno. Come anche il Signore ci ha indicato (Matteo 25:34) i cristiani ortodossi che vivono una vita virtuosa otterranno il Regno, ovvero la beatitudine eterna. il Regno di Dio si manifesta gia' in noi ogni qualvolta speriamentiamo la gioia, la pace e la giustizia dello Spirito Santo (Romani 14:17). Il Regno di Dio non e' un regno terreno nel senso di delimitato da confini e statuti come pensano gli ebrei, ma piuttosto e' un regno spirituale ed eterno, la cui unica legge e' la Legge di Dio. Ne fanno parte tutti i battezzati nella Chiesa, vivi e addormentati. Venga il tuo Regno significa chiedere che la Legge di Dio si diffonda su tutta la terra e sia praticata, e significa anche aspettare e sospirare la fine dei tempi. "Il cristiano purificato da ogni bisogno e peccato puo' chiedere senza indugio al Signore: venga il tuo Regno dentro di me. Questo significa che si chiede la pace suprema e la gioia dello spirito" [8] . Come vediamo, questa preghiera comprende tutti i i possibili stadi del Regno di Dio nella vita dell'uomo: il governo del cuore e della vita, e la diffusione della Legge divina fra gli uomini.

3. Sia fatta la tua volonta', come in Cielo cosi' in Terra. San Cirillo scrive: questa supplica ci permette di domandare a Dio di compiere la volonta' divina sulla Terra cosi' come gli Angeli la compiono negli Eccelsi [9]. San Simeone di Tessalonica amplia il concetto, aggiungendo che questa preghiera domanda a Dio di allontanare da noi ogni volonta' e desiderio, facendoci di fatto "angeli terrestri" che eseguono la volonta' del Signore [10]. Anche san Giovanni Crisostomo diceva che compiere la volonta' di Dio ci rende simili agli Angeli non per natura, ma per imitazione [11] e che il nostro volere, se coincide con la volonta' di Dio, compie quest'ultima sulla Terra. Gli Angeli lodano e adorano Dio sempre e in ogni luogo, e ne seguono le leggi: cosi' devono essere i cristiani.

4. Dacci oggi il nostro pane essenziale. Tradotta anche spesso con "pane quotidiano", questa prece inizia, secondo sant'Agostino, le "preghiere antropocentriche", ovvero dedicate ai bisogni dell'umanita' [12]. Il "pane" significa sicuramente due cose:  il bisogno di sopravvivere e di nutrirsi, di avere di che vivere, e anche il Pane Celeste, ovvero la grazia e i sacramenti. In questo modo, chiediamo a Dio che ci conceda di sopravvivere e di vivere in grazia [13].

5. Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. I "debiti" sono i peccati. In questo modo, chiediamo a Dio di perdonare e di cancellare le nostre colpe con le quali abbiamo sporcato il nostro battesimo. In questo modo, chiediamo che Dio continui la sua opera di purificazione e di mantenimento della vita del Cosmo col suo Spirito Paraclito, e che non si adiri con noi per le nostre inosservanze, ma ci permetta di giungere nel Regno sperato. Il Cristo e' venuto nel mondo proprio per prendere su di se' i peccati dell'umanita' e salvare l'Uomo: a sua imitazione, anche noi "prendiamo i peccati dei nostri vicini" contro di noi e li perdoniamo, cercando di non generare il male, ma di collaborare con Dio nella salvezza di tutti. [14].

6. Non ci abbandonare in tentazione. questo significa che chiediamo a Dio di allontanarci dalle tentazioni e dai pericoli del demonio, giacche' Dio non puo' tentare (Giacomo 1:13). La tentazione di per se' non e' peccato, anzi, puo' essere una mossa divina per scuotere l'anima dell'uomo. Come disse l'Arcangelo Raffaele a Tobia: bisognava tu fossi tentato poiche' sei benvoluto da Dio (Tobia 13:13, nella versione dei Settanta). Dove abbonda la tentazione si vede chiaramente che c'e' dietro una vita virtuosa, dice san Giovanni Crisostomo [15]. Quindi con questa frase domandiamo al Signore di esserci sempre vicino e di non lasciarci da soli nei periodi di lotta spirituale, ma piuttosto di accompagnarci nella guerra contro le potenze delle tenebre.

7. Ma liberaci dal maligno. La prece conclusiva ovviamente e' connessa con la precedente, domandiamo a Dio di non lasciarci preda del diavolo. I santi Padri sono concordi nel chiamare "maligno" o "male" o "malvagio" o "tentatore" il demonio di per se', anche se esistono molti tipi di demoni, in questo caso si intende ognuno di essi. Secondo san Cipriano, non chiediamo solo di evitare la vista dei demoni, ma anche di allontanare da noi tutto cio' che puo' condurre alla morte del corpo, come per esempio temporali, tempeste, terremoti, incendi e guerre [16], che nella visione patristica sono fenomeni provocati da spiriti malvagi.

La terza parte

La terza parte del Padre Nostro e' la glorificazione di Dio: perche' tuoi sono il Regno, la potenza e la gloria nei secoli, amin. Alla liturgia, sono i sacerdoti a pronunciare questa glorificazione a nome di tutta l'assemblea che invece a recitato il resto della preghiera. Con questa glorificazione, noi ricapitoliamo tutta la preghiera, che e' una preghiera di speranza di  pienezza: dichiariamo che a Dio si deve ogni adorazione, e sappiamo che il Regno Celeste e' suo, cosi' come pure la potenza contro il nemico invisibile, la sola potenza invincibile, e sappiamo che si deve gloria, ovvero culto, solamente a Dio. 

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NOTE

1) Tertulliano, Sulla Preghiera, 9 PSB 2, pag. 230-235.

2) San Cipriano di Cartagine, De Oratione Domenica, cap. II, pag. 45

3) San Giovanni Crisostomo, Omelia XIX su Matteo, vol. VII, pag. 162 della traduzione romena.

4) San Cipriano di Cartagine, De Oratione Domenica, cap. II, pag. 44

5) San Cirillo di Gerusalemme, Catechesi Mistagogiche, V, cap. 12.

6) San Cipriano di Cartagine, De Oratione Domenica, cap. II pag. 48

7) San Simeone di Tessalonica, Domande e Risposte, Bucarest 1765, cap. 320, p. 316.

8) San Cirillo di Gerusalemme, Catechesi Mistagogiche, XII, vol.2, pag. 572.

9) San Cirillo di Gerusalemme, Catechesi Mistagogiche, XII, pag. 572.

10) San Simeone di Tessalonica, Domande e Risposte, Bucarest 1765, cap. 320, p. 316

11) San Giovanni Crisostomo, Omelia XIX su Matteo, trad. fr. vol. VII, pag. 163.

12) Sant'Agostino di Ippona, Esposizione sui Salmi, ad. Produm, II, pag. 242.

13) San Gregorio Nisseno, Sul Padre Nostro, IV, PSB 29, pag. 437.

14) L'intero paragrafo viene dal Catechismo della Chiesa Ortodossa, pag. 276, ed. Misiune Ortodoxa, Bucarest, 2015.

15) San Giovanni Crisostomo, Omelie, 1-2, vol. II trad. fr., pag. 567.

16) San Cipriano di Cartagine, De Oratione Domenica, II, pag. 60

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