Gli animali e Dio

Sappiamo bene che gli animali sono stati creati da Dio prima dell'Uomo. Il primo capitolo della Genesi descrive infatti che al quinto giorno della Creazione sono stati create le creature marine e gli uccelli, poi tutto il resto del mondo animale. L'Uomo fu posto come apice della Creazione (cfr. Genesi 2:19) e il rapporto fra questi era perfetto, riempito dalla gioia divina. Dopo la caduta, secondo le parole della Genesi, Dio disse all'uomo: "maledetta è la Terra per causa tua" (cfr. Genesi 3:17) e il rapporto fa Creatore e creature si è guastato. Cristo, reincarnatosi, ha ristabilito la comunione fra l'Uomo e Dio. Ma questo vale anche per gli animali? Dal punto di vista dogmatico si ritene generalmente che gli animali possiedano una "anima mortale" ma manca il consensum patrum su quale sia la condizione degli animali dopo l'incarnazione del Signore e ancora non è stato trovato un accordo. Ma abbiamo l'esperienza dei santi. 



San Sergio di Radonez e l'orso

Il primo santo ad avere una esperienza diretta di comunione con gli animali è il profeta Daniele:

Allora il re ordinò che si prendesse Daniele e si gettasse nella fossa dei leoni. Il re, rivolto a Daniele, gli disse: «Quel Dio, che tu servi con perseveranza, ti possa salvare!». Poi fu portata una pietra e fu posta sopra la bocca della fossa: il re la sigillò con il suo anello e con l'anello dei suoi grandi, perché niente fosse mutato sulla sorte di Daniele. Quindi il re ritornò alla reggia, passò la notte digiuno, non gli fu introdotta alcuna donna e anche il sonno lo abbandonò. La mattina dopo il re si alzò di buon'ora e sullo spuntar del giorno andò in fretta alla fossa dei leoni. Quando fu vicino, chiamò: «Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare dai leoni?». Daniele rispose: «Re, vivi per sempre.  Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male». Il re fu pieno di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa. Appena uscito, non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli aveva confidato nel suo Dio. [Daniele 6: 17-24]

Dio ha mutato il cuore di una bestia carnivora in un benevolo innocuo animale affinché il suo santo non perisse. Questo prima della restaurazione cosmica operata dal Verbo incarnato. 

I santi hanno avuto esperienze con gli animali, di solito di comunione e di agape a livello più elementare, ovvero nella condivisione del cibo. Ci rammenta il beato Epifanio, discepolo di san Sergio di Radonez, che un orso visitava giornalmente il piccolo cenobio della Santissima Trinità dove san Sergio aveva costruito le celle, e chiedeva da mangiare. Il santo gli lasciava quel che aveva, e a volte non mangiava egli stesso pur di lasciare del nutrimento per l'animale. Quando i discepoli gli chiedevano perché si negava anche il pasto, il santo Sergio rispose: "gli animali non capiscono il digiuno, è meglio che stia io a digiuno che lui." [1] Altri santi, come san Gerasimo del Giordano, avevano delle relazioni con leoni o altre bestie carnivore che docilmente si lasciavano coccolare. I martirologi spesso ci mostrano animali riluttanti ad attaccare i cristiani dati loro in pasto al circo durante le persecuzioni: esemplare il martirio della diaconessa Tatiana di Roma nel III secolo. L'eremita san Mamante di Cappadocia aveva una vera e propria armata di animali selvatici come amici che gli pascolavano attorno, composta da leoni, iene, caprioli e capre, che convivevano attorno alla sua grotta senza attaccarsi l'un l'altro.

Qual è il comune denominatore di tutte queste esperienze? gli animali mutano la propria attitudine dinnanzi alla santità di un individuo. Gli animali percepiscono il nostro spirito e le nostre vite e si adattano di conseguenza: chi ha in sé lo Spirito Santo non può subire attacchi da esseri creati per essere sottomessi alla nostra volontà. L'eco dell'Eden riecheggia ancora nei santi, quando l'uomo e gli animali erano collaboratori nella gerarchia della Natura plasmata dall'Altissimo. 

---------------------------------------------------------------------
FONTI E NOTE

1) Citazione da Vladimir Lossky, The Meaning of Icons, “St. Sergius of Radonezh,”, ed. SVS Press, 1989, p. 128.

Commenti