La tonsura monastica bizantina: la papalethra

In molte icone dei santi ortodossi notiamo una tonsura analoga a quella latina detta "ad aureola" ovvero i capelli rasati sulla sommità del capo e i capelli lasciati ad una lunghezza moderata sul resto della testa. Questo perché, fino ad un paio di secoli fa, i monaci ortodossi in tutto e per tutto avevano il medesimo taglio di capelli. Si evince la prassi dal Pidalion di san Nicodemo dell'Athos il quale riporta il canone XXI di Trullo:

Coloro che sono responsabili di crimini contro i Canoni e a causa di questo vengono permanente banditi dal loro officio, e si trovano quindi nello stato laicale, poiché sono caduti dalla grazia, decidiamo che non debbano più portare la tonsura clericale, e che si lascino ricrescere i capelli del capo, poiché preferirono tornare nel mondo piuttosto che vivere la vita angelica

(Ap. c XXV; c, IX del primo ecumenico; e. IV del sesto ecumenico; c. IX di Neocaesarea; cc. III, XVII, XXXII, L, LXX di san Basilio.)


Una icona di san Gregorio Palamas raffigurante la tonsura monastica

San Nicodemo - considerato uno dei maggiori canonisti degli ultimi tempi - nei suoi commenti ("interpretazioni") spesso cita l'usanza di portare i capelli lunghi come una cosa "degli ultimi tempi", una sorta di "modernismo", ma non si mette contro questi, preferendo una posizione no holds bar, una neutralità totale. 

I greci chiamano la foggia dei capelli tonsurati  papalethra come si evince dal commento di san Nicodemo Athonita al canone di Trullo (pag. 801):

La papalethra o "garrara", così come descritta da Pietro di Antiochia a Cerulario è una tonsura dei capelli di forma circolare sulla sommità della testa: non è una tradizione unicamente Latina, ma di tutta la Chiesa Universale, come stabiliscono i canoni e i santi Padri. Tant'è che il beato Agostino ricevette una lettera da san Girolamo il quale gli disse "vorrei io avere la tua aureola" [...]. Non è da attribuirsi, come dicono erroneamente i latini, nel voler emulare la capigliatura di san Pietro, ma serve per definire inequivocabilmente in pubblico chi sono i chierici. In una visione allegorica, rappresenta la corona del Signore, come la commenta san Germano nelle sue disquisizioni sull'ascetismo. Oggigiorno tuttavia gli orientali tonsurano a mo' di croce, lasciando i capelli intonsi, e rovinando così la papalethra. Ma anche i latini sbagliano nel tagliare sia sopra che sotto, lasciando solo una sottile striscia di capelli, tant'è che san Massimo Margonio ebbe a dire che la foggia latina sembra più una "ghirlanda" che una tonsura vera e propria [1]. 

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FONTI E NOTE

1) Per la citazione, Massimo Margonio, nota XXXV ai canoni del sinodo di Antiochia, in Dodecabiblius, pag. 778. 


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