L'ossimoro di amare gli altri senza amare se stessi

Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questo. [Marco 12:31

Quante volte abbiamo letto o udito questo sublime comandamento, la base della nuova legge dell'Amore in Cristo. Ama gli altri. Ama i tuoi vicini. Ama chi ti circonda. Ma amalo come ami te stesso. Sembra quasi essere una contraddizione con ciò che insegnano i santi asceti del passato, quelli che "odiarono se stessi" al punto da abbandonare tutto per vivere in una grotta o su una colonna, e sembra disprezzino e odino sempre per prima cosa se stessi, e poi ogni materia. Beh, ecco, questo non è cristianesimo, non è Ortodossia: l'odio della materia non ci appartiene. Non abbiamo capito cosa i santi Padri intendono per "odio di sé" e per "amare gli altri", perché riduciamo tutto ad un livello più basso. Come insegna il beatissimo Isacco il Siro (+700) le passioni nascono buone in Dio, e si pervertono nella Caduta. L'odio è un istinto giusto, dobbiamo odiare il peccato, ma non il peccatore. La fame è un istinto giusto, la gola è sbagliata. L'istinto sessuale in sé è benedetto (tramite il Matrimonio), la sua degenerazione è peccato. E così via per qualsiasi passione. L'amore di sé stessi che ci chiede Dio è l'armonia fra noi e Lui. Mantenere il nostro corpo, tempio dello Spirito Santo (cfr. 1Corinzi 6) nella salute materiale e mentale; curare il nostro animo con la preghiera e temprarlo col digiuno; vivere una vita onesta e sana, seguendo i comandamenti di Dio e le prescrizioni della Chiesa. Rispettarsi, volersi bene, significa questo. Un vecchio adagio latino lo descrive in poche parole: mens sana in corpore sano. E così come amiamo noi stessi nel modo corretto, così potremo amare gli altri, riversare la cura e il nostro desiderio di pace e di amore divino negli altri. Questa è la base della famiglia, della collettività, della appartenenza ad una nazione, e via dicendo. Amare gli altri come si ama se stessi: prendersi cura del prossimo... come possiamo aver cura degli altri se prima non abbiamo provveduto a noi stessi? con parole diverse ce lo ricorda anche il santo Serafino di Sarov: salva te stesso e mille attorno a te si salveranno. Essere ortodossi oggi significa combattere molte problematiche sociali moderne, e c'è il rischio di una malsana chiusura in sé stessi e una disfunzione del proprio ruolo sociale. Ma noi dobbiamo perseverare nell'amore. Un amore missionario, un amore non confinato nell'auto-compiacenza e nella introversione, ma rivolto a tutti. Ma questo impegno evangelizzatore è possibile solamente dopo aver armonizzato noi stessi: medico, cura te stesso [Luca 4:23] dice il Signore.

Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me; nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo [Giovanni 16:33]. 

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