Le sei posture della preghiera

La Sacra Scrittura ci insegna come pregare. Nel vero senso della parola. Non ci sono posizioni assolute, ma ci sono posizioni e posture privilegiate, in base al momento e al calendario liturgico. Nei giorni di digiuno è bene stare in ginocchio, nei giorni di festa esultiamo in piedi. Ma scopriamo ogni posizione con la quale possiamo lodare Dio e chiedere l'intercessione dei santi.

La posizione da seduti ci induce in uno stato di catabasi spirituale e di discesa dentro di noi. E' una posizione privilegiata dagli Esicasti quando praticano la preghiera del Cuore. Viene indicata anche per la riflessione prima della confessione. 

Quando udii queste parole, mi misi seduto, piansi, e per molti giorni fui in grande tristezza. Digiunai e pregai davanti al Dio del cielo. [Neemia 1:4]

La posizione eretta è la privilegiata per il culto liturgico e per l'offerta dell'incenso, ovvero per tutti quei rituali pubblici e privati nei quali offriamo a Dio la lode e l'oblazione.

Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. [Luca 1:11]

La prostrazione è un gesto di adorazione e di pienezza della comprensione del culto a Dio. I santi asceti del passato dicono che il gesto della prostrazione è cristocentrico perché simboleggia la discesa agli inferi e la resurrezione del Signore che si opera in noi, nel movimento discendente e ascendente della prostrazione. 

E Mosè subito si prostrò fino a terra, e adorò. [Esodo 34:8]

La posizione distesa è una delle meno note ma non meno importante. E' la postura che utilizzò il profeta Eliseo per resuscitare un bambino defunto, come testimonia l'Antico Testamento. Inoltre, è ovviamente la posizione assunta da Cristo quando fu adagiato nel sudario e che accomuna tutti gli esseri umani, la postura della morte. Si utilizza questa prostrazione allungata in alcuni momenti liturgici durante l'anno. Nel mondo latino si si poneva supini al momento dell'ordinazione, per simboleggiare la morte dell'uomo nuovo e la nascita del chierico. 

Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, steso sul letto. Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. Quindi salì, si distese sul ragazzo; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani nelle mani di lui e si curvò su di lui. Il corpo del bambino riprese calore. [4Re 4:32-34]

Alzare le mani è un gesto di esultanza e di gaudio spirituale ed è una posizione che si accompagna allo stare eretti. I sacerdoti la usano spesso anche per invocare lo Spirito Santo. Tutti possono alzare le mani a Dio quando, in una situazione di gioia spirituale, vogliono rende culto al Signore. Durante i servizi divini solo il clero alza le braccia a nome di tutti.

Voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando le mani pure, senza ira e dispute. [1Timoteo 2:8]

Porsi in ginocchio è un gesto penitenziale che la Chiesa ha assunto per i giorni di digiuno e come attitudine generale per quando si ha una richiesta e si vuole pregare Dio con  pentimento. Spesso la confessione si offre in ginocchio. 

E si allontanò da loro, circa un tiro di sasso e, postosi in ginocchio, pregava [Luca 22:41]. 

Insomma, non è importante in che posizione preghi a casa, purché tu lo faccia. 

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