L'evoluzione del Santo Sepolcro in 2000 anni

Cominciamo l'affascinante viaggio all'interno della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme con il fulcro stesso della sua origine, la tomba del Signore nostro Gesù Cristo. Essa è collocata all'interno di un piccolo santuario a forma di chiesa, attorno al quale è costruito il resto dell'edificio: chiamata in latino Adedicula e in greco Kouvouklion, è stato edificato solamente nel XIX secolo. Al centro del santuario è posto il giaciglio ove il corpo del Signore fu collocato dopo la sua morte nel 33 d.C. circa, mentre nell'anticamera è presente la pietra che lo avrebbe sigillato. Nel 1555, il sarcofago fu rivestito di marmo secondo le fonti ufficiali, ma alcuni diari di viaggio del XIII secolo narrano che già fossero state applicate delle placche marmoree sulla superficie del sarcofago. 


Basilica del Santo Sepolcro 

La Basilica del Santo Sepolcro è stata costruita più volte. Nel 325 circa san Costantino il Grande e la sua santissima madre Elena distrussero il tempio pagano che era stato edificato sul sito duecento anni prima, e ritrovarono i santi luoghi, edificando la prima basilica. Distrutta poi dai persiani nel 614 d.C.  I musulmani diedero fuoco all'edificio e 966 d.C. Il questa occasione, una rivolta islamica portò alla morte il patriarca di Gerusalemme Giovanni VII. La basilica fu riparata ma i musulmani la bruciarono nuovamente nel 1009 d.C., fu riedificata con l'impegno economico dello stesso imperatore Costantino IX Monomaco, il quale in cambio concedette al quartiere musulmano di Costantinopoli la riapertura della loro moschea. Il patriarca greco fu ristabilito e fu ricostruita la basilica del santo Sepolcro. 

Durante l'epoca crociata la Basilica fu oggetto di restauri nel XII secolo e di grande premura da parte del clero latino di Gerusalemme. Il chierico Ludolf Von Studheim lascia scritto che le chiavi del Sepolcro erano in mano ad una antica famiglia georgiana e che era attivo, sul lato meridionale della basilica, un mercato di oggetti liturgici e devozionali [1]. Durante il Regno di Gerusalemme furono edificate due cappelle, quella del Ritrovamento della Croce e quella di Sant'Elena. Nel corso del tempo, le diverse realtà cristiane hanno aggiunto propri altari, cappelle o edicole per la liturgia secondo i propri riti. I siriani si sono ricavati uno spazio nella cappella di san Giuseppe d'Arimatea, gli armeni hanno un monastero annesso al complesso. La cappella dell'Apparizione, così come tutti gli edifici costruiti durante il periodo della dominazione cattolico-romana, sono ovviamente riservati al culto cattolico. La navata centrale, nominata "catholicon", è invece della Chiesa Ortodossa.

Dal 1757, sotto la direzione dell'Impero Ottomano, le maggiori religioni di Gerusalemme non possono cambiare assolutamente nulla, nè titoli, nè chiese nè organizzazioni od ordinamenti, senza l'esplicito consenso di tutti e sei le autorità rispettive, che devono riunirsi a deliberare su ogni singola questione. Questo patto politico è chiamato Status Quo. Collaborazioni economiche fra cattolici e ortodossi hanno permesso il restauro della basilica sia nel XIX che nel XX secolo. L'ultima grande donazione, tuttavia, proviene dal Re Abdullah II di Giordania, un musulmano, che ha stanziato 4 milioni di dollari nel 2016.

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FONTI E NOTE

Fergusson, James (1865). A History of Architecture in All Countries. London: J. Murray.

1)  Gold, Dore (2007). The Fight for Jerusalem: Radical Islam, the West, and the Future of the Holy City. Washington, DC: Regnery Publishing. 

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