Il Megaloschima

 Nel mondo ortodosso il percorso monastico è diviso in diversi gradi. La Tradizione vuole che san Pacomio, il fondatore del monachesimo cenobitico, abbia voluto l'accesso alla formazione spirituale in tre tappe: 

a) la "tentazione", ovvero il periodo di prova.

b) la vestizione, ovvero l'ammissione alla comunità con i voti.

c) l'affiancamento ad un Anziano per il completamento della formazione spirituale.

Questi tre passaggi si sono andati poi solidificando nella tradizione bizantina e quindi ortodossa con i tre gradi monastici del rasoforato (noviziato), Piccolo Abito o Piccolo Manto (voti) e infine il Grande Abito o Abito Angelico, il quale presuppone dei voti ulteriori e uno speciale stile di vita. Secondo il canonista Sozomeno e il vescovo Palladio di Ierapoli, commentatori liturgici, san Pacomio ha ricevuto il Megaloschima (Grande Abito) da un Angelo. Tuttavia, l'autorevole opinione di san Teodoro Studita dice altrimenti, considerando egli che, come vi è un solo battesimo, così vi dovrebbe essere un solo abito monastico. Attualmente la Chiesa Ortodossa non concede più l'Abito Angelico così diffusamente come un tempo giacché fra i voti nuovi vi è il silenzio quasi assoluto e altre forme di penitenza e di ascesi che pochi fra i contemporanei riescono a sopportare. Inoltre. i microschimi (monaci del Piccolo Manto) hanno già dato i loro voti perpetui di castità, povertà e obbedienza. 


Una monaca con il Grande Abito

I monaci del Grande Abito vestono un paramento in più rispetto ai monaci del Piccolo Abito, ovvero il analavos (gr. άνάλαβος) il quale è adornato con gli strumenti della Passione di Cristo, l'immagine della Croce e altri simboli che adesso andiamo ad analizzare. La parola greca viene dal verbo "tirar su" che ovviamente vuole ricordare la chiamata del monaco, quella di portare in modo totale la propria croce (cfr. Luca 9:23). 

L'immagine del gallo rappresenta il ricordo del tradimento di Pietro (Mt 26:74; Mc 14:68 Lc 22:60; Gv 18:27) ovviamente con il preciso intento di non emulare il momento di decadenza spirituale dell'Apostolo. 

Il pilastro sul quale è montata la croce rappresenta il luogo dove Cristo fu giudicato da Pilato e poi legato per essere umiliato nel Pretorio, con le sue violenze e i suoi abusi perpetrati dai legionari. 

La ghirlanda rappresenta la corona di spine di Cristo (cfr. Matteo 27:29) 

Il palo verticale e la traversa rappresentano la croce, il patibolo dove Cristo soffrì per il genere umano. "Stese le sue mani sul popolo disobbediente e ribelle" (Isaia 65:2). Le quattro punte sulla croce rappresentano i chiodi, così come la lancia e il martello gli strumenti usati dai torturatori. Infine, il teschio sotto la croce è il simbolo per il luogo dell'esecuzione, il Golgota, che significa "luogo del cranio" (Matteo 27:33). 

Il teschio e le ossa incrociate rappresentano Adamo, il primo mortale,  mentre Cristo è il Nuovo Adamo, colui che inversamente riconduce il genere umano dalla morte alla Vita. 

La targa sulla croce, la scritta INRI, rappresenta ovviamente la causa per cui Cristo fu ucciso. 

La struttura ai piedi della croce rappresenta lo sgabello della gloria divina, come dice il salmista (cfr. salmo 98:5), riconoscendo la divinità del Cristo. La scala e le tenaglie rappresentano gli strumenti che san Giuseppe di Arimatea ha utilizzato per schiodare il Signore Gesù dalla Croce. 

Inoltre, compaiono altre scritte, che sono abbreviazioni del greco: 

• ΟΒΤΔ - Ό Βασιλεύς της Δόξης - "Il re della gloria"

• ΙC XC NIKΑ - Ιησούς Χριστός νικά - "Gesù Cristo vince"

• ΤΤΔΦ - Τετιμημένον τρόπαιον δαιμόνων φρίκη - "Trofeo onorato, il terrore dei demoni"

• ΡΡΔΡ - Ρητορικοτέρα ρητόρων δακρύων ροή - "Un flusso di lacrime è più eloquente degli oratori" (o, più probabilmente: Ρητορικοτέρα ρημάτων δακρύων ροή)

• ΧΧΧΧ - Χριστός Χριστιανοίς Χαρίζει Χάριν - "Cristo dona grazia ai cristiani"

• ΞΓΘΗ - Ξύλου γεύσις θάνατον ηγαγεν - "L'assaggio dell'albero ha portato alla morte"

• CΞΖΕ - Σταυρού Ξύλω ζωήν εύρομεν - "Attraverso l'albero della croce abbiamo trovato la vita"

• ΕΕΕΕ - Ελένης εύρημα εύρηκεν Εδέμ - "La scoperta di Elena ha scoperto l'Eden"

• ΦΧΦΠ - Φως Χριστού φαίνοι πάσι - "La luce di Cristo risplende su tutti"

• ΘΘΘΘ - Θεού Θέα Θείον Θαύμα - "La visione di Dio, una meraviglia divina"

• ΤCΔΦ - Τύπον Σταυρού δαίμονες φρίττουσιν - "I demoni temono il segno della croce"

• ΑΔΑΜ - Αδάμ - "Adamo"

• ΤΚΠΓ - Τόπος Κρανίου Παράδεισος γέγονε - "Il luogo del teschio è diventato il paradiso"

• ΞΖ - Ξύλον Ζωής - "Albero della vita"

Nello stile russo il megaloschima comprende anche due spalliere con dei cherubini, simbolo della vita angelica che si vuole onorare, e un cappuccio. Questo è il modello medievale più simile a quello antico. 

Come possiamo vedere tutti i paramenti che compongono l'Anavalos sono una predicazione del mistero della Croce e della Resurrezione, che il monaco vive intimamente e in modo ineffabile tramite la sua vita silenziosa e i suoi voti. E il monaco, alla fine, non può che dire di se stesso: Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo (Galati 6:14)


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