<< Rivolti al Signore >> - appunti di iconografia (Larisa Uslova)

 Presentiamo di seguito la traduzione parziale dell'articolo di Pravoslavie.ru sull'iconografia e le recenti tecniche di studio russe, trasmesse dalla serva di Dio Larisa Uslova, docente di Iconografia alla Accademia Teologica di Mosca. 

Quando si parla di continuità dell'iconografia si fa riferimento al periodo pre-Pietro il Grande oppure antecedente alla rivoluzione del 1917? 

La risposta è che già si cominciò a perdere la continuità dell'iconografia russa nel XVI secolo, e non fu un processo istantaneo. Nell'Era d'Argento fu riscoperta l'antica iconografia russa ma si era perso il significato di quelle composizioni. Nella esposizione a Mosca nel 1913 molti rimasero meravigliati dai brillanti colori della vecchia iconografia, e fu una riscoperta inedita per molti. 

Per quanto riguarda noi, a mio avviso dobbiamo continuare la riscoperta della scuola "canonica". Negli anni 70, 80 e 90, molti hanno riscoperto l'antica pittura dei secoli medievali, altri si sono spinti fino al XI secolo, altri ancora fino all'VIII secolo. E questi lavorano con una tecnica e uno stile molto diverso. Per un iconografo, l'iconografia è un universo nel quale ognuno entra in sintonia con una specifica tecnica o tradizione iconografica. Alcuni preferiscono lo stile serbo, altri studiano le lettere nordiche... ogni artista legge un linguaggio diverso, un dialetto dell'iconografia, diciamo, e ognuno usa uno stile suo come base per le proprie tavole. 

Alla scuola d'iconografia vengono già persone con una alfabetizzazione artistica, se così vogliamo dire, devono aver completato la scuola d'arte. E' uno dei requisiti per l'accesso al corso. Quando iniziano a studiare l'iconografia, iniziano con l'alfabeto, le lettere, le parole, e poi le frasi. Quando si studia una icona tutti guardano al periodo precedente la loro epoca, ovviamente. E' un modello. E poi si inizia l'attività di copiatura di antichi modelli, per padroneggiare i colori e le forme. 

Molti si fermano a creare eccellenti copie di icone antiche e non arrivano mai a padroneggiare davvero l'iconografia, ma sono molto apprezzati dai compratori, dalle chiese e dai fedeli che acquistano copie "fedeli" di icone famose. In questo caso non serve padroneggiare pienamente la tecnica. Altri invece eccellono nel produrre nuovi modelli interessanti, come per esempio icone per i nuovi martiri o santi di recente canonizzazione. Diamo un compito agli studenti: prendete un santo antico, del quale non c'è una icona e a volte nemmeno una Vita nel sinassario, e componete una icona. In questo modo gli studenti si staccano dalla copia, usano le competenze acquisite per creare qualcosa di nuovo. 

E' molto utile per un iconografo aver competenze sulla pittura secolare. Aver già chiari quali sono i concetti di brutto, bello, chiaro, scuro, armonia, caos e così via aiuta molto nella costruzione di una icona. L'icona non è solo l'immagine di una persona, ma di una persona trasfigurata e portata nell'eternità. 

A mio avviso occorre anche formare i seminaristi e i preti sull'iconografia e fare loro amare le icone. A volte mi pare di capire come per loro la "arte ecclesiastica" sia una materia astratta e non una esperienza. Eppure sono loro che filtreranno l'esperienza dei parrocchiani in chiesa, starà a loro ordinare nuove icone o restaurare le vecchie. Bisogna insegnare ai seminaristi e ai giovani preti come pregare dinnanzi alle icone, sviluppare gusto artistico, rispetto e amore per le icone. 

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