La Stauroteca Bizantina - gioiello dell'arte sacra bizantina

 Nel 1207 Bonifacio I degli Aleramici, marchese del Monferrato, fondatore del Regno di Tessalonica tre anni prima, viene ucciso in un' azione contro i Bulgari. La moglie Margherita d'Ungheria, vedova dell' imperatore Isacco II Angelo, affida al cavaliere renano Heinrich von Ulmen il bottino di guerra del marito :l' intera biblioteca del Palazzo imperiale del Bukoleon, vari cimeli e numerose  reliquie, oltre ad una preziosissima stauroteca, sottratti, come moltissimi altri tesori, durante il saccheggio della città imperiale e il tumulto che ne segui', nella quarta crociata, nel 1204.





 Dopo le distruzioni del periodo iconoclasta, le perdite causate dal saccheggio dei Crociati e le successive devastazioni ad opera dei turchi nel 1453 compromisero definitivamente un patrimonio artistico di oreficeria di cui rimangono testimonianze soprattutto in Occidente. Senza trascurare, in campo politico, il fatto che dopo la quarta crociata e le sue devastanti conseguenze, l' Impero bizantino non si risolleverà mai più.

Dopo un' odissea in mezza Europa, la Stauroteca nel 1827 compare nel Tesoro della cattedrale di Limburg. Si tratta di un' opera di altissima qualità, che dimostra l' ineguagliata maestria degli artigiani di Costantinopoli nella tecnica dello smalto cloisonne',durante la dinastia dei Macedoni e dei Comneni (867-1204). 

Si tratta di una cassetta, rivestita di argento dorato, che pesa 11 chilogrammi, misura 48×35×6 cm e contiene una croce a doppia traversa, formata da sette frammenti della Vera Croce. La teca si chiude con un coperchio a scorrimento e fu realizzata tra il 963 e il 985,mentre la croce vera e propria è opera datata tra il 945 e il 959.Nove cornici, arricchite da pietre preziose e smalti, inquadrano nove immagini smaltate, che risaltano su uno sfondo risparmiato( smalto detto "enfonce' "), contrariamente alla tendenza del periodo precedente a smaltare tutta la superficie (smalto detto" pieno"). Al centro delle nove immagini il Cristo Pantokrator.

 Rimosso il coperchio appare la croce, rivestita nella parte frontale di pietre preziose. Si trova incassata su un piano in cui si aprono, a mo' di sportellino, venti placchette d' argento dorato, che in origine contenevano altrettante reliquie.

Nella parte posteriore della cassetta è sbalzata una croce a doppia traversa, posta su quattro gradini che rappresentano il Golgota. Due grandi foglie di acanto ricordano l' albero della vita e quindi la vittoria di Cristo sulla morte.

 Questa stauroteca e altri singoli oggetti portati in patria dai crociati esercitarono, specialmente nel periodo romanico, una profonda influenza sull' arte orafa occidentale, in quanto a quel tempo in Occidente l' unico centro in grado di smaltare all' altezza dei modelli orientali fu, non casualmente, un centro strettamente legato a Costantinopoli, Venezia.

Commenti