Descrizione dell'Icona della Madre di Dio (San Fozio di Costantinopoli)

 Questa omelia, tradotta dal russo e pubblicata su Azbuka.ru, appartiene a san Fozio, patriarca di Costantinopoli (+891), e il sermone fu recitato in occasione dell'installazione di una grande icona della Madonna, nella basilica della Divina Sapienza, alla presenza dell'Imperatore


Con grande piacere notiamo come l'immagine della Santissima Madre di Dio ci allieta non con coppe di vino, ma con una bella immagine, in modo che l'intelletto della nostra anima possa vividamente comprendere la bellezza della sua maternità e della sua verginità. Così la grazia della Vergine ci ispira e ci nutre spiritualmente tramite le sue icone. Ecco che la Vergine Madre conduce fra le sue braccia pure il Creatore dell'Universo, Colui che salverà la razza umana. Grande e inesprimibile è questo Mistero insondabile! La Vergine-Madre è assieme materna e casta, e questa reciprocità appare visibilmente sul suo volto il quale è rivolto al Figlio amato, ma anche silenzioso, calmo, la Vergine Madre dimostra di tenere in mano la situazione e il pittore magistralmente ha saputo rendere i due tratti della volontà della Madre di Dio,  grazie all'ispirazione dall'alto. Le labbra della Madre di Dio sono vivide e piene di vita, credi davvero che possa rispondere a qualsiasi domanda, inclusa quella dello scettico: "come hai potuto rimanere vergine pur partorendo?" la Madre di Dio non avrebbe paura di rispondere. Non vi sono abbellimenti artificiali sul viso della Vergine, ma è solamente un prototipo vivente. Di quale gloria è stata rivestita questa chiesa! Quale bellezza sfolgorante ha preso il posto dell'oscurità! 

L'iconoclastia è un male enorme, come l'incredulità dei giudei. La venerazione delle icone è parte di una mente divinamente guidata, amore per il Signore. Le icone ispirarono i martiri nella loro passione per Cristo, così come le parole dei profeti da Dio istruiti guidavano il popolo verso la retta vita. 

Gli iconoclasti, dopo aver privato la Chiesa dei suoi ornamenti preziosi, l'hanno violentata con ferite profonde, distruggendola, cercando di gettarla nell'abisso dell'oblio, nuda - priva di immagini - e coperta di fetide piaghe, emulando la ferocia giudaica. Ancora con le ferite lacerate, la Chiesa tuttavia si riprende gloriosa e si trasfigura nella sua nuova dignità, rimproverando gli orgogliosi e distruggendo la vaniloquenza degli eretici. Se qualcuno volesse chiamare questi giorni "il trionfo dell'Ortodossia" non sarebbe sbagliato [1]. Infatti da poco la santa dottrina ortodossa ha trionfato sopra la cecità degli odiatori delle icone in ogni angolo dell'universo. E ora è terminato il lutto della Sposa di Dio, la quale, ricca di ornamenti e di gioielli preziosi, può davvero esser chiamata dal Cristo "tutta bella, e senza difetti" (Cfr. Cantico dei Cantici 4:7). Nella pittura delle icone sbocciano le verità di fede, e in questo modo si dona la sacra bellezza ai sacri dogmi: La vedono le giovani e la dicono beata. Le regine e le concubine la coprono di lodi: Chi è costei che sorge come l'aurora, bella come la luna, fulgida come il sole [Cantico dei Cantici, 6:9-10). [...] e così anche noi, rivestiti di paramenti preziosi e col volto fulgido di letizia, possiamo commentare dicendo che la Chiesa non è più "una città abbandonata, ma è la corona del Signore" (cfr. Isaia 62). [...] Cristo è venuto nella carne e fu portato in braccio dalla sua santissima Madre. Questa è la fede che professiamo e questo è manifesto nelle icone. I martiri hanno sofferto per il Signore e hanno pagato col sangue la loro fede: e questo vediamo impresso nelle icone. I loro sacrifici sono così visibili a tutti, a molti più spettatori che non tramite libri. La Vergine porta il Creatore come un bambino in braccio. Chi, vedendo questo, non prova una gioia infinita? Chi non glorifica questo fatto? Non ci si commuove forse di più vedendo questa immagine che ascoltando queste parole? Naturalmente l'udito, come la vista, è solo uno strumento per la comprensione, ma come dimostra l'esperienza, con la vista si ottiene di più che con il solo udito. La memoria ottiene molto di più dalle immagini immagazzinate nella mente piuttosto che solo ascoltate. 

Chi rifiuta i dogmi del Signore, della santissima Madre e della presenza dei santi non è meno peccatore di chi odia le sacre immagini. Chi dice di essere ortodosso non può mancare di venerarle e onorarle, e accetta con devozione questi insegnamenti. Chi odia le sacre immagini è un subdolo che odia anche i dogmi, ma ha paura di parlare e si traveste con vani ragionamenti per odiare anche la dottrina. La Santa Vergine col Redentore in braccio rimane per noi non solo nelle parole scritte nei libri, ma diventa anche per l'occhio una immagine manifesta di candore, amore, e dolcezza. 

Concludo sperando che il Verbo, Figlio del Padre, la sua Sapienza cui questa santa basilica è dedicata, mi conceda il perdono per le mie scarse e indegne parole, e spero che ami l'intenzione più di ciò che ho detto. O Signore, concedi a coloro che hanno ereditato questa terra di riempire il tuo tempio delle tue immagini sacre. Amen. 

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NOTA DEL BLOGGER

1) Interessante notare, forse non casualmente, che la prima domenica di Quaresima è dedicata proprio alla vittoria degli iconoduli sugli iconoclasti, chiamata "trionfo dell'Ortodossia". 

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