La metania

 Le metanie, o prostrazioni, sono specialmente compiute in Quaresima ma, in realtà, con l'eccezione delle festività e delle domeniche, sono una parte della regola di preghiera quotidiana per tutto l'anno. Sebbene molto spesso minimizzate in ambiente parrocchiale, nei monasteri ancora si praticano con regolarità. Nella Filocalia, si dice che un monaco ne compie almeno 300 al giorno [1]. I Santi Padri dicono che la metania aiuta la concentrazione nella preghiera, sfiacca il peccato e la tentazione, e diventa una sorta di ginnastica mistica. 

La prostrazione non si compie mai senza accompagnarla con delle preghiere. La più semplice e diretta è la preghiera del pubblicano: O Dio abbi pietà di me peccatore. Inchinandoci davanti a Dio, prostrandoci dinnanzi a Lui con la mente mentre compiamo esteriormente il gesto, ci porta alla condizione di pentimento, ma anche di glorificazione del Signore, sommando in noi la penitenza e la gioia dell'incontro col nostro Sovrano, il nostro Dio. Alcuni obiettano dicendo che la metania è faticosa, è stancante. Ma se in realtà pensiamo a come un insignificante sacrificio di tempo o di azione corporale porta così tanti benefici spirituali, non smetteremmo mai di prostrarci. Il fisico ne risente positivamente, lo spirito esulta: la prostrazione diventa una danza spirituale col Signore, un incontro fatto di anima e corpo. La nostra preghiera si unisce al nostro corpo per parlare a Dio all'unisono: Signore io ho peccato, perdonami!  Non occorre forzare il proprio corpo con troppe prostrazioni all'inizio della nostra lotta spirituale. San Paisio diceva ai neofiti di iniziare con 100 Kyrie eleison e 5 metanie, e poi piano piano alzare l'asticella. Alternare poi inchini profondi a prostrazioni complete. In Quaresima, è bene raddoppiare la nostra consueta prassi per lo sforzo spirituale del grande digiuno. 

La metania  nella lotta spirituale e come unione di anima, intelletto e corpo, garantisce l'unità spirituale dell'essere umano. 

---------------------------------------------------------

NOTE 

1) Callisto e Ignazio Xhanthopol, in Filocalia, vol. VIII 

Commenti