Omelia sulle sacre icone (s. Metodio di Costantinopoli)

 San Metodio, patriarca di Costantinopoli (+847) fu un grande difensore delle icone contro gli iconoclasti e uno dei suoi sermoni in difesa delle immagini è diventato parte dell'apologia millenaria ortodossa contro quanti osano condannare la presenza delle sacre icone nelle chiese. Ne offriamo una traduzione dal sito russo Azbuka


Credo in un solo Dio Padre, Onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutto ciò che è visibile e invisibile. E in un solo Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, l'unigenito, nato dal Padre prima di tutte le epoche. E nello Spirito Santissimo e Signore, alla pari del Padre e del Figlio, adorato e glorificato, dal quale ogni cosa è santificata. Nella Santissima Trinità, indivisibile, ineffabile e indescrivibile. Nella Santissima Trinità, onnipotente e universale, ugualmente divina e ugualmente potente, identica di volontà e identica di pensiero, identica nell'essenza e consustanziale, coeterna e congeniale. E nel comando di un solo uomo dei tre ipostatici nel Figlio di Dio, Unigenito,  nello Spirito di Dio, che contiene e dà vita a tutto. Perché lo Spirito è sempre con il Padre e il Figlio e non ha mai separato l'uno dall'altro. E il Padre è sempre stato ed è esistito con il Figlio. E il Figlio esisteva con entrambi: il Padre e lo Spirito.

Allo stesso modo, confesso che la Santa Deipara è la più santa dei cherubini e dei serafini, più alta di tutte le creature e più alta del cielo, poiché nella carne ha dato alla luce uno dalla Trinità, Cristo, che è disceso da noi per il suo amore e divenne umano per la nostra salvezza. Insieme a Lui onoro e lodo i suoi santi asceti, e mi inchino davanti a loro e li onoro. San Giovanni, il Precursore e il Battista, e i profeti che erano prima di lui e gli onnipotenti apostoli dopo di lui, i santi e i martiri buoni vittoriosi e tutti i santi, dinnanzi a loro mi inchino, li onoro e chiedo le loro preghiere. Tramite la loro intercessione ci salviamo, come dice il Salmista: Dio ascolterà il desiderio di coloro che lo temono (cfr. salmo 144:19). Onoro e venero le spoglie mortali dei santi, perché tramite le reliquie molti miracoli si sono compiuti - dai corpi dei martiri si effonde mirra e olio profumato - e molte grazie sono scese copiose su coloro che le riveriscono. 

  Io riverisco, onoro e bacio le loro icone oneste e sacre, non come dei, ma come descrizione abbreviata, chiarimento e promemoria della loro sofferenza. Perché le icone non sono solo il contorno del corpo e l'indicazione di un nome, ma mostrano anche la sofferenza del corpo. Per la sofferenza che hanno sopportato per amore di Cristo nostro Dio, i santi sono amati e onorati con la venerazione.  E se non avessero tollerato questo per Cristo, non avremmo avuto bisogno di raffigurarli nei libri e nelle chiese. 

Così come molti di noi hanno ritratti dei propri figli, genitori o parenti, per l'amore reciproco e come loro ricordo, e addirittura li baciano e li salutano, anche per noi risulta doveroso avere immagini dei nostri santi, per l'amore che abbiamo verso di loro, per la correzione della nostra vita che ci ispirano le sante icone, per la testimonianza che rendono. Per tutte queste cose, sui libri e in chiesa teniamo le icone. E se per amore terreno teniamo in casa delle immagini dei nostri figli, altrettanto deve la Chiesa tenere nei nostri templi delle immagini di coloro che hanno versato il sangue per amore del Cristo.  

Perché mi chiami Idolatra? mi inchino forse a qualche Apollo, o piuttosto al Salvatore e Redentore, il Signore Nostro Gesù Cristo la cui immagine mi ricorda la sua Incarnazione salvifica? Mi inchino per caso a qualche Artemide o dimmi, onoro la santissima Madre di Dio la Sempre-Vergine Maria, Madre del Signore Gesù Cristo? Adoro per caso le immagini di un Divo, oppure del Precursore Giovanni il Battista? Adoro l'idolo di Ercole oppure le immagini dei martiri, dei santi, dei gloriosi apostoli, e di tutti i santi che hanno amato Dio in ogni tempo? Chi osa chiamare questa bella affermazione di fede "idolatria" e condanna le sofferenze dei santi e di Cristo? Chi osa condannare la Chiesa di Dio? perché così infatti l'abbiamo ricevuta, adornata, con le immagini che i divini Padri hanno lasciato nella santa Scrittura: la Nascita, la Stella, i Magi, l'economia della Salvezza in Cristo; Il Battesimo, il Giordano, Giovanni che battezza il Signore, e lo Spirito Santo in forma di colomba; Vediamo le sofferenze, i bambini con i rami di palma, il bacio di Giuda, la sentenza di Pilato e l'odio degli ebrei, e così via; la Resurrezione, la gioia del mondo, l'inferno calpestato e Adamo tratto fuori in salvo; e allo stesso modo incontriamo i miracoli del Cristo, l'Ascensione, e allo stesso modo anche le immagini dei martiri e delle torture che hanno subito per la Fede. Come possiamo chiamare una così bella istruzione "idolatria"? Questa è una buona e utile letteratura trasposta in forma che l'occhio può vedere. Il divino padre Crisostomo dice di se stesso che amava incidere sulla cera soggetti sacri, e il grande Basilio in merito ai martiri di Sebaste commenta dicendo: "scrittori e pittori, portando su carta o su tavola quei soggetti, ispirarono molti al coraggio". Lo Scrittore ci consegna l'Evangelo e lo lascia alla Chiesa; così l'iconografo lascia i tormenti dei martiri e gli atti dei santi alla Chiesa. Ma sono la stessa cosa! Perché rispetti un libro ma condanni una immagine?! Dimmelo! Perché crei una differenza dove vi è il medesimo intento e la medesima azione, perché consideri l'uno degno di culto, mentre umili l'altro? Perché compi questa immonda esecrabile azione, giacché sia la Scrittura che l'Iconografia parlano lo stesso linguaggio? Perché condanni il materiale, giacché carta e pietra sono entrambi materiali e servono il medesimo scopo? In che modo l'inchiostro differisce dal piombo rosso o da altri colori o artifici artistici? Quello che il Vangelo dimostra con le parole, l'immagine lo compie col colore. Dimmi cosa veneriamo nel Vangelo, l'oggetto o la trasposizione dell'economia dell'Incarnazione? Il nostro santo padre Crisostomo commenta nella sua Omelia sulla Lavanda dei Piedi: "così come le folle vanno incontro alle immagini del sovrano quando la processione raggiunge la città, e salutano il quadro e lo onorano non in quanto tale, ma in quanto immagine di colui che comanda, in quanto si suppone che salutando l'immagine del re gli si renda rispetto, anche se non è presente". Ma quanta scempiaggine! L'immagine dell'imperatore è onorata, mentre l'immagine del Cristo Dio è umiliata! O come sono caduti in basso certi cristiani! Così come si condannano coloro che offendono l'immagine del re, così sono sottoposti alla condanna spirituale coloro che offendono l'immagine del Cristo, in quanto offendono il Prototipo. E non fare lo sconsiderato, giacché se separi la carne dallo spirito, separi la Sua Umanità dalla sua Divinità! Le due nature non furono mai separate, né nel grembo materno, al Battesimo o sulla Croce, o agli inferi. Non succhiò forse il latte dal seno della madre? non era un suo bisogno naturale? e questo non intaccò la sua divinità. Non fate come gli eretici che rifiutano la realtà della incarnazione del Signore. La carne che Cristo ha assunto dalla sua Madre purissima è stata visibile sulla terra. Questa non è idolatria. Cristo ha distrutto gli idoli quindi non può essere certo lui ad averne lasciati di nuovi! Potrai dire anche che Cristo non ha comandato di farci immagini di Lui, ma come ben sai, esiste una immagine acheropita, non fatta da mani d'uomo, da Lui stesso creata, e nessuno l'ha mai messa in dubbio. 

Mi dirai che Cristo non ha comandato di creare icone. Ma tanti insegnamenti abbiamo ricevuto dai Padri che Cristo non ha espressamente detto nel Vangelo: pregare verso Oriente, venerare il Vangelo, farsi il segno della Croce, onorare la Croce stessa, sposare i giovani, ricevere l'Eucarestia a digiuno... molte cose facciamo senza un comando espresso di Cristo. Eppure crediamo nella sapienza degli Apostoli e dei Padri, e sappiamo che Cristo ha insegnato loro queste cose. 

Ma se l'iconografia fosse idolatria, perché la sapienza dei Padri non ha respinto le immagini al Primo Concilio Ecumenico? o al Secondo, al Terzo, al Quarto, e così via? Al contrario... guarda fra i documenti del Sesto Concilio Ecumenico, al capitolo ottantadue, e troverai là le prove. Userai le parole del profeta Davide, dicendo che non ti inchini agli idoli d'oro e d'argento? ma quelli erano davvero oggetti pagani e i loro adoratori non conoscevano Iddio. Al contrario, io adoro e venero la Trinità Santissima, la Madre di Dio e i santi, e non venero le false divinità degli Elleni. Dirai: "non mi inchino ad oggetti fatti da mani d'uomo". Ma anche le chiese, i vangeli, l'altare, le croci e tutto il resto è prodotto da mani umane! Dirai "nessuno ha visto gli angeli, come puoi dipingerli?" eppure, i santi li hanno visti spesso. La Madre di Dio vide Gabriele, le Mirofore videro l'angelo alla tomba, e anche Pietro fu liberato dalle catene per mani angeliche; e i santi profeti Daniele, Ezechiele, Isaia e molti santi hanno visto gli angeli. 

Dici che abbiamo deificato gli Angeli? Non è forse vero che quando un uomo del popolo vede per strada un cortigiano del Re, gli domanda "abbi pietà, signore!" perché crede che potrà intercedere presso il sovrano? e non così possiamo a maggior ragione fare noi, avendo dinnanzi i servi del Signore Dio? Il re umano è nel suo palazzo e nessuno lo vede, e riceve solo i suoi cortigiani; così anche il Cristo, Re Celeste, è invisibile fino alla sua seconda e tremenda Venuta. 

Chi ascolteremo dunque? i santi e i Padri, i Concili Ecumenici oppure quel conciliabolo giudaizzante, sì! così lo chiamo, perché come gli ebrei, anche gli iconoclasti odiano il Salvatore! Il nemico del mondo pose nel cuore del popolo amato da Dio il pensiero orribile di uccidere il Salvatore, e così fecero. E adesso ancora il diavolo, vedendo il popolo cristiano, è molto invidioso di noi e volendo distruggere la Chiesa, mette nelle teste degli iconoclasti i pensieri blasfemi. Ed emulando gli antichi giudei, come quelli trafissero il corpo del Cristo, questi iconoclasti calpestano le sue sante immagini coi piedi. Disgraziati! non gettatevi nell'abisso dell'inganno! 

Commenti