Come gli iconografi disegnano l'anima umana

Nella Poesia, gli scrittori scelgono spesso di raffigurare lo spirito umano come una colomba, un'aquila o come una farfalla, e a volte come un essere alato. Allo stesso modo, anche gli iconografi ortodossi hanno scelto specifiche forme e colori per rappresentare l'anima umana. 

Alle volte si sceglie di rappresentare l'anima umana come un uccello, magari come un'aquila per il coraggio, o come un cigno per la bellezza, o in forma di colomba per la purezza. Spesso, invece, l'anima viene raffigurata come un bambino che esce dal corpo: esempi di questo tipo li ritroviamo nelle icone della Dormizione, quando l'anima della Vergine Maria è in braccio a Cristo come fosse una fanciulla, o nelle rappresentazioni del Giudizio particolare, quando l'anima viene portata dinnanzi al tribunale angelico. 


Una icona della prima fase Telonìa, la Scala della Prova

In alcune scene del Giudizio Universale, invece, le anime sono raffigurate come uomini adulti nella mano di Dio. Attorno a questi, angeli e demoni combattono per gli uomini ancora in vita. 


Nella tradizione russa dal XVIII secolo è invalso l'uso anche di raffigurare l'anima come una donna adorna di ricchi ornamenti.  L'icona raffigura l'anima con la luna ai suoi piedi e il sole che le sorride, simbolo del favore divino e della sconfitta dell'oscurità (la luna si palesa di notte). In questo tipo di iconografia criptica, l'anima è vista scacciare un demone e tenere a freno un leone, simbolo della passione e della violenza, e perfino il serpente, emblema dell'antico nemico, è in fuga. L'anima di questo genere di icone tiene in mano un albero fruttifero, simbolo di aver compiuto i precetti di Cristo, mentre l'omino chiuso in una caverna simboleggia la vittoria sulla malvagità. 


Esiste anche una poco conosciuta icona della "preghiera spiritualizzata" in voga nel XIX secolo in Russia, dipinta come un angelo che tiene un turibolo fumante in mano. 



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