Il pentimento è la nostra vittoria (padre Ioannis Fortomas)

 Pubblichiamo in italiano degli estratti dell'articolo in inglese scritto da padre Ioannis Fortomas per Orthodox Christianity. In questo bell'articolo, il padre Ioannis affronta il tema del pentimento e della Quaresima per una sua omelia sul Canone di sant'Andrea di Creta, in occasione del Mercoledì della V Settimana di Quaresima


Foto da: azbyka.ru

Oggi il nostro percorso quaresimale raggiunge l'apice. Salvami, o Dio, prima che io perisca. Oggi al Vespro cantiamo ben 24 stichire. E all'imbrunire, con la Veglia del Canone di sant'Andrea, ascoltiamo ancora questo componimento per intero. Quello che abbiamo udito nella prima settimana della Quaresima lo ascoltiamo di nuovo, ci viene offerto per vedere se abbiamo conquistato quello che la Chiesa ci chiede, il pentimento. Poiché il viaggio sta finendo, vediamo fin dove siamo arrivati. La Chiesa ci dice che possiamo arrivare fino a questo punto anche ciechi e sordi. 

Il Cristo disse: io non vengo a salvare i giusti, ma i peccatori (Luca 5:32). Perché salvare i giusti? essi sono già salvati. Ma Cristo è venuto a salvare tutta l'umanità, quindi è bene capire quale tipo di divisione sia quella fra giusti e peccatori. Con la preghiera di sant'Efrem, la Chiesa guida durante la Quaresima la nostra anima a comprendere a fondo le parole: Signore, fammi vedere le mie colpe. Ci vengono in mente le parole dei santi: è meglio riconoscere il nostro peccato piuttosto che vedere gli Angeli. Perché? perché vedere le nostre colpe ci rende capaci di vedere ciò che in noi Cristo vede. Significa diventare capaci di sondare il bene e il male, e di conoscere il Salvatore, e di guadagnare così la salvezza. 

Cristo è immensamente misericordioso. E ricco: ricco di vita divina. Egli ha la pienezza dell'esistenza. E la Scrittura ci dice che è anche ricco di misericordia. Ma Cristo non dà i suoi doni a chi già pensa di essere ricco, a chi pensa di non aver bisogno di nulla. Egli non illumina coloro che non vogliono essere illuminati. Dio non conforta coloro che non chiedono la sua presenza. Hanno a sufficienza dal mondo: a cosa servirebbe la Sua consolazione?

 Il Signore salva coloro che comprendono di essere nelle tribolazioni, nel peccato, nella disperazione, nella necessità. Essi sanno che nessuno può aiutarli, se non Dio solo. Per questo la preghiera del discernimento di sé stessi è la più importante. Ci sono anche i falsi pentiti, quelli che gridano continuamente: "salvami Signore, ho peccato" perché sanno che il pentimento è molto amato nella Chiesa, ma non sentono nulla, non percepiscono nulla di quello che dicono. E questo è davvero terribile. Ma Cristo, il vero medico, sa chi sta mentendo e chi sta dicendo la verità. 

All'inizio della Quaresima udiamo le parole del profeta Isaia: Su, venite e discutiamo - dice il Signore  Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana [Isaia 1:18]. Dice il profeta che la nostra vita è colorata come il sangue, col peccato. Ma Dio cura le nostre infermità. Giunti al pentimento, il Signore purifica la nostra esistenza e ci dà la vera vita. 

Siamo tutti chiamati a questo impegno cui il Signore stesso chiama i suoi santi. Lo sforzo (podvig),  ecco, questa parola la conosciamo tutti. Ma quanti siamo lontani dagli sforzi spirituali dei santi! Chi rifiuta la lotta spirituale, rifiuta la salvezza. Non c'è altra via. 

I santi Padri chiamano il pentimento la "seconda vittoria". La prima vittoria è quella di Cristo sulla morte. E la seconda vittoria è la nostra comunione con la divina santità, quando otteniamo la grazia della vita eterna per mezzo della penitenza. Ecco le parole del Signore: Io conosco ogni tua opera, ogni tua fatica, e la tua pazienza (cfr. Apocalisse 2:2). Nella seconda vittoria godiamo di una letizia forse maggiore della prima, perché in ogni pensiero, in ogni azione, in ogni reazione ci facciamo partecipi della Croce di Cristo. 

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