La Settimana Santa nel Rituale Etiope

 La Chiesa Etiope ha un rituale molto interessante e complesso che accompagna gli ultimi giorni della Quaresima, la Settimana Santa che ci prepara alla Pasqua. In ossequio al nostro interesse per la Liturgia e il culto antichi, quest'anno abbiamo scelto di illustrare anche la ritualità dell'antica e venerabile Chiesa Etiope. 

Lunedì, Martedì, Mercoledì della Settimana Santa

I primi tre giorni della Settimana Santa hanno i temi comuni alla tradizione greco-ortodossa: il lunedì si commemora l'incontro fra Gesù Cristo e il fico sterile; il martedì la parabola delle Vergini Sagge; il mercoledì il tradimento di Giuda. In questi giorni, i fedeli etiopi si recano in chiesa per le ufficiature e si preparano in vista del Grande Giovedì. In questi tre giorni, è invalso l'uso di non confessare né assolvere nessuno.  In questi giorni, vengono recitate tutte le Ore Canoniche dell'Orologio copto, che sono molte di più di quello greco-ortodosso. Infatti, le Ore di Prima, Terza, Sesta, Nona, Decima, Undicesima e Dodicesima sono recitate con le profezie inerenti il sacrificio cristico e speciali litanie notturne vengono cantate in tutte le chiese. 



Giovedì Santo

Nella Chiesa Etiope, il Giovedì Santo è considerato una delle feste più importanti dell'anno. Al pomeriggio viene celebrata l'Ultima Cena con una liturgia speciale e in luogo del pane lievitato usano una speciale anafora fatta di pane senza lievito. Al termine della Liturgia, i vescovi e i preti lavano i piedi ai fedeli in ossequio all'insegnamento di Cristo. Alla sera, un pasto molto leggero è consumato dai fedeli, composto da grano bollito, pane arabo e acqua. Questa cena è considerata l'ultimo pasto prima della Pasqua.

Venerdì Santo

Il Grande Venerdì, come in tutte le tradizioni cristiane antiche, è il giorno più doloroso dell'anno, e rituali speciali per la morte del Redentore vedono i cristiani etiopi impegnati tutto il giorno aliturgico. Al mattino, durante la recita delle Ore, gli strumenti della Passione vengono mostrati ai fedeli in chiesa: i sacerdoti in processione portano la lancia, la corona di spine, i flagelli, le catene e gli altri simboli della prigionia di Cristo. Il rituale dura dal mattino fino alle tre del pomeriggio, ora della morte di Cristo in Croce. Fra gli uffici più belli del Venerdì Santo vi è il canto della confessione del Buon Ladrone, all'Ora Sesta, il cui tratto ricorrente è il ripete la frase: "ricordati di me, o Signore, nel tuo Regno", condividendo quindi la speranza della salvezza. Le Ore del Venerdì, recitate tutte di fila, sono accompagnate da omelie patristiche e commentari dei principali fatti narrati nelle letture previste dal rituale.  Al termine del culto, mentre si legge tutto il Salterio, i fedeli si confessano e ricevono l'assoluzione. 

Sabato Santo

Gli etiopi chiamano questo giorno il "gioioso Sabato" e il rituale del mattino prevede la lettura del ciclo dell'Esodo e cantici ispirati alla liberazione del popolo ebraico dalla tirannia dei faraoni, allegoria del mondo liberato dal sacrificio di Cristo. Durante la recita delle Ore, i fedeli si prostrano continuamente chiedendo il perdono dei propri peccati. Seguono poi delle letture di tutti i profeti dell'Antico Testamento che hanno una interpretazione tipologica del Cristo secondo la patristica egiziana. Seguono le Ore Canoniche in successione e la Divina Liturgia.  All'imbrunire inizia il lungo Ufficio di Mezzanotte, il quale prepara i fedeli alla Pasqua. 


La notte di Pasqua

Il Rito di Resurrezione a Pasqua

La Pasqua etiope, Fasika, è il culmine di questa preparazione durissima e lunga. A mezzanotte, concluso l'Ufficio notturno, i fedeli ricevono le candele accese e i sacerdoti cantano il Vangelo secondo Marco 16:2-11, la testimonianza della Resurrezione, dopo il quale si leggono dalla lettera di Paolo (1Cor. 15:23-49) e dalla lettera di Pietro (1Pietro 3:15-4:6) di carattere mistagogico, e dagli Atti (2:22-35) la confessione di fede. Segue la professione del Cristo è risorto e si canta l'inno pasquale noto in tutto l'ecumene, dopodiché cembali, tamburi e grida di vittoria - che ricordano gli antichi guerrieri vittoriosi - riempiono la chiesa. Il singolare trisagio pasquale "Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: tu che sei risorto dai morti, abbi pietà di noi" viene cantato e segue un altro Vangelo (Giovanni 20:1-18). Poi si canta il salmo 150 e inizia la divina Liturgia. 

Al mattino, conclusasi la Liturgia della Chiesa, i fedeli preparano una festa con piatti a base di carne di pecora e una bevanda alcolica chiamata tella, ricavata dal miele e dall'estratto di rosa abissina. Il lungo digiuno è finito, e il Signore è risorto: l'umanità è liberata dal peccato e dalla morte. Cristo è risorto!

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