Le origini del mantello episcopale nella tradizione ortodossa

 Traduciamo un articolo dal sito web del Monastero di sant'Elisabetta di Minsk (e includiamo le foto dal medesimo articolo) che ci spiega l'origine del più caratteristico indumento dei vescovi ortodossi, il loro mantello colorato



Un pontificale con molti vescovi che indossano il mantello episcopale 

Il mantello episcopale, detto mantia,  è uno speciale vestimento indossato dai patriarchi, metropoliti, arcivescovi e vescovi ortodossi. Anche gli archimandriti e gli abati (igumeni) indossano un mantello simile. Le tradizioni locali differiscono nell'uso dei colori. Nella tradizione greca il colore del mantello è rosso, mentre nella tradizione russa e nelle chiese di usanza slava i  vescovi indossano mantelli colorati in base al loro grado. Questi mantelli hanno anche delle placche - dette anche tavolette o pettorine - e delle righe colorate (di solito bianche e rosse). Le tavolette rappresentano le tavole della Legge mentre le righe simboleggiano la Parola di Dio diffusa su tutta la Terra (cfr. Ezechiele 47:1-12; Giovanni 7:38, Apocalisse 22:1). 

Al collare che cinge il mantello vi è di solito una icona o, più usualmente, delle croci, mentre alle tavolette dei piedi vi sono il grado (a sinistra) e l'iniziale del nome (a destra). Nella Chiesa Russa, i colori danno anche il grado. I patriarchi indossano il verde, i metropoliti l'azzurro o il blu, arcivescovi e vescovi indossano mantelli violacei. 


Come si notano i colori dei mantelli, anche le iniziali alle pettorine inferiori: P per Patriarca e K per Kirill. L'altro è un metropolita. 

Agli albori della Cristianità ovviamente nel mondo civile già si portavano i mantelli, spesso fatti con lana o lino. Il mantello ottenne, nella Chiesa, il simbolo di purezza, servizio e umiltà. La chiesa di san Vitale a Ravenna conserva un bel mosaico con il santo imperatore Giustiniano e i suoi dignitari che indossano bei mantelli fermati con fermagli preziosi. I galloni e il mantello dell'imperatore si contraddistinguono per materiali e ricami particolarmente solenni. 



Nel IV secolo il mantello divenne un indumento particolarmente amato dai monaci per via del fatto che tiene caldo di notte e protegge dal sole durante il giorno. Ebbe a commentare l'uso del mantello in chiesa il patriarca Germano di Costantinopoli (+730): il mantello, con la sua sinuosità e la sua conformazione, tipicizza le ali degli Angeli e per questo è chiamato "il vestimento angelico".  Dal IV secolo anche i vescovi iniziano a vestirsi con mantelli bianchi, prendendo su di sé il simbolismo del pastore che conduce la pecora sulle sue spalle. Dall'VIII secolo, il mantello bianco fu esclusivo appannaggio dei metropoliti. Inizialmente mantelli striati furono una singolare tradizione dei patriarchi di Costantinopoli come segno dell'appartenenza alla corte imperiale e del favore del regnante. Non è chiaro quando divenne regola l'applicare le placche sui mantelli, ma sappiamo che in Russia e in Serbia appaiono prima che altrove, come testimonia un reliquiario ligneo di san Giovanni di Novgorod (XII secolo), prodotto nel 1559 per la sua canonizzazione. Nell'artefatto ligneo l'arcivescovo è vestito con un mantello striato e dotato di croci sulle pettorine. 




Due secoli prima, in Serbia, san Daniele di Serbia è raffigurato in un affresco del 1340 a Peja (chiesa della Odigitria) con il mantello striato, ma senza pettorine. Dal XV secolo sappiamo che in tutte le chiese locali ortodosse i vescovi sono dotati di mantello ufficialmente come paramento della loro dignità episcopale. 



Nel 1675 in Russia un sinodo locale stabilisce l'uso dei colori per le varie dignità dell'episcopato, incluse le regole per i mantelli abbaziali e per le onorificenze particolari da stabilirsi per alcuni monasteri, lavre o cattedrali. Solitamente le immagini sulle placche del mantello si riferiscono ad un evento miracoloso del luogo, al santo patrono della diocesi o rimangono le semplici croci secondo l'uso più antico. 


In questo dipinto il santo metropolita Filarete di Mosca (+1867) è raffigurato con una mantia rossa le cui placche raffigurano i santi vescovi della Moscovia



In questo dipinto  il Metropolita Beniamino Putsek-Grigorovich ( † 1785) con la sua mantia dotata delle croci secondo l'usanza più antica.




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