Maria ed Elisabetta: una esegesi del testo (arciprete Alexander Sharnugov)

 Traduciamo una omelia dell'arciprete Alexander Shargunov nella quale si analizza il testo del Vangelo al Mattutino festivo per l'Annunciazione (Luca 1:39-56), lo stesso Vangelo della Paraclisi. 

Al servizio della Vigilia della Festa sentiamo il Vangelo aurorale che viene letto a tutte le feste della Madre di Dio: 

 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.  Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.

Ecco come la Madre di Dio, dopo aver ricevuto in sé il Verbo, sente l'impulso del servizio e si reca dalla sua parente per aiutarla. Vedete come il segno della presenza divina in lei si fa subito sentire. La fede della Madre di Dio si compie nelle opere (cfr. Galati 5:6). Il Verbo di Dio, presente in lei, la rende attiva, fresca, leggera. Sembra quasi che stia volando sulle colline della Giudea: viaggia in fretta: il Signore è la mia forza, e ha dato potere ai miei piedi (Abbacuc 3:19). E ancora: Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio» (Isaia 52:7). La Madre di Dio giunge dunque ispirata dalla parente Elisabetta, avanti con gli anni, come dice la Scrittura. Ecco il Nuovo Testamento che raggiunge il Vecchio Testamento. Il momento è giunto, non possiamo perdere tempo. Ed ecco che l'infante nel grembo dell'anziana Elisabetta saluta Colui che è contenuto dal grembo virginale di Maria. La carne dell'Uomo Vecchio che saluta con gioia l'arrivo dell'Uomo Nuovo. Ecco che questo miracolo che si compie è più grande di quello che fu fatto a Sara, che parimenti divenne madre nella vecchiaia. Questo bambino non è Isacco, "il nato nella risata", ma è la Gioia pura, è Giovanni. La gioia dell'Annuncio del Regno futuro. Ora capiamo bene perché Davide ballò e cantò dinnanzi all'Arca: la Madre di Dio è la nuova Arca della nuova Alleanza, quella che giungerà non solo a Gerusalemme, ma presso tutti i confini della Terra. Il vecchio mondo è finito, ne nasce uno nuovo, ricolmo dello Spirito Santo, non di una esultanza momentanea, ma di una letizia senza fine. Ecco cos'è la Salvezza che viene a noi tramite Gesù Cristo. 

E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore.

Elisabetta così saluta la Vergine Madre, non perché è stata scelta dal Signore per essere la portatrice dell'incarnazione del Verbo, ma perché ha creduto! E' benedetta perché ha avuto fede! Non la sua straordinaria Maternità, ma la sua Fede la rende beata. Così viene scritto nell'Evangelo affinché si capisca quale sia la felicità di colui che ha fede. Cristo conferma queste parole, quando gli dissero: beata chi ti ha portato in grembo e beati i seni dai quali hai preso il latte. Ed Egli rispose: beato è chi ascolta la parola di Dio e la mette in pratica

Tramite il dono dell'Annunciazione troviamo in noi stessi il dono della stessa fede nel Nuovo Testamento. Il nostro servizio diventa simile a quello dei portatori dell'antica Arca dell'Alleanza - quello di portare l'eterno Verbo di Dio. Ognuno di noi, con la sua peculiarità, è chiamato come la Madre di Dio a compiere lo stesso passo di fede, e a sperare nella Croce, affinché l'umanità tutta si prepari alla Seconda Venuta del Salvatore. Noi portiamo il Signore, e Lui porta noi, perché Iddio è la pietra d'angolo della nostra vita. L'arrivo di Maria da Elisabetta compie sicuramente in modo simbolico l'arrivo del patto di Dio con l'umanità. Il saluto di Giovanni nel grembo di Elisabetta è l'accoglimento di Dio nella nostra vita. Tutto nella vita dipende se accettiamo la luce dell'Annuncio oppure no. 

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