Il monaco che terminò la tradizione gladiatoria

 Il 1 gennaio 404 un monaco delle province orientali dell'Impero Romano partecipò a un grande spettacolo di gladiatori a Roma. Ma invece di guardare i giochi, Telemaco si precipitò nell'arena nel tentativo di separare i combattenti. Teodoreto, vescovo di Cirro, descrisse la folla così piena di sete di sangue che lapidarono a morte il monaco. Altri resoconti dicono che uno dei gladiatori lo abbia pugnalato. Quando la notizia raggiunse l'imperatore Onorio, dichiarò Telemaco martire e abolì gli spettacoli dei gladiatori a Roma. Interessante come l'etimologia del nome Telemaco significa "colui che combatte lontano" (gr. Τηλέμαχος). Quasi un'ironia divina, se vogliamo, che un nome da combattente abbia posto fine al sanguinoso gioco dei gladiatori.


Icona di san Telemaco monaco e martire (commemorato il 1/14 gennaio)

Ciò avvenne 91 anni dopo che il cristianesimo ottenne la libertà a Roma. Sebbene possa sembrare scioccante che gli sport sanguinari vengano praticati in un impero reso cristiano da quasi un secolo, ci volle del tempo perché la comprensione cristiana del valore umano mettesse radici. Alla fine, ci voleva qualcuno disposto a vivere la sua fede in un momento ostile. Gli è costato la vita, ma il suo martirio ne ha salvati migliaia e ha cambiato il corso culturale di un impero. Telemaco credeva che la sua fede richiedesse tale azione, un atto così dall'impatto così dirompente da dover spezzare una tradizione radicata come i giochi gladiatorii, considerata "innocua" e un vero pilastro della socializzazione romana. Ecco come il Cristianesimo ha saputo demolire i tratti malvagi della romanitas e al suo posto costruire nuove forme culturali. 

La vera domanda non è come ci siano riusciti, i cristiani, perché è evidente che, credendo nello Spirito Santo, tutto è possibile se siamo guidati da Dio. La vera domanda è: perché noi contemporanei non riusciamo a influenzare la cultura? 

Perché siamo spiritualmente deboli. Non crediamo di poterci riuscire, non ci proviamo nemmeno. Ci lasciamo in balìa delle onde del tempo presente. Ma san Telemaco invece sapeva che bisognava intervenire: la società ingiusta e violenta, atea e malata, poteva cambiare, se ci impegniamo per farlo. E lui lo ha fatto a costo della vita. Dobbiamo ringraziare un monaco venuto da Oriente se migliaia, forse milioni di uomini dal primo medioevo ad oggi non sono morti nelle arene per il divertimento della gente. 

E ora tocca a noi, fratelli e sorelle, muoverci per migliorare la nostra società. 

Per le preghiere di san Telemaco, Signore Gesù Cristo Dio nostro, abbi pietà di noi e salvaci. Amen. 

  

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