Lettera di s. Basilio Magno ad una madre che ha perso il figlio


Pubblichiamo
la Lettera 6 (alla moglie di Nettario) di s. Basilio il Grande, che tratta un tema carico di sofferenza: la prematura scomparsa di un figlio. Speriamo che le persone che soffrono per questa perdita umana possano trovare conforto nelle parole del grande santo di Cesarea. In foto, una icona di san Basilio.

 Per la tua dignità, avrei voluto star zitto, pensando che, come per un occhio infiammato anche il rimedio più delicato è causa di dolore, così per l'anima afflitta dal peso del dolore, la parola, anche se di gran consolazione, può sembrare inopportuna se rivolta nel momento della sofferenza.

Ma poi mi è venuto in mente che avrei parlato a una cristiana, già da tempo ammaestrata nelle realtà divine e preparata agli eventi umani, e perciò non ho ritenuto giusto trascurare il mio dovere. Conosco com'è il cuore di una madre e quando penso in particolare al tuo cuore, per tutti tanto mite e buono, ne so misurare il dolore nelle presenti circostanze. Hai perso un figlio che, quando era vivo, tutte le madri stimavano beato, desiderando che i loro figli fossero come lui; morto, tutte lo piangono come se i loro propri figli fossero sepolti... Oh terra, costretta ad accogliere tanto dolore! Il sole stesso è rabbrividito, se c'è un po' di senso in lui, a questo triste spettacolo! Chi potrebbe tradurre in parole ciò che l'anima impotente suggerisce?

Ma i nostri eventi non si svolgono senza la provvidenza: come abbiamo imparato nel Vangelo, neppure un passero cade a terra senza la volontà del nostro Padre (cf. Mt 10,29). Quando qualcosa succede, succede per volontà del Creatore. Chi può opporsi alla volontà di Dio? Non correggiamo con l'impazienza ciò che è avvenuto roviniando noi stessi: non accusiamo il retto giudizio di Dio. Non siamo saggi abbastanza per giudicare i suoi disegni arcani. Ora il Signore mette alla prova il tuo amore per lui. Ora ti viene porta l'occasione di aver parte tra i martiri, con la tua pazienza... Il dolore è grande, lo affermo anch'io; ma è grande anche la mercede riposta presso Dio per chi sa sopportare.

Quando diventasti madre, vedesti il fanciullo e ringraziasti Dio, ma certo sapevi che tu, donna mortale, avevi generato un uomo mortale. È strano dunque che sia morto chi era mortale? Ma ci tormenta che sia morto così presto. Eppure non sappiamo se sia morto proprio a suo tempo: non siamo in grado di giudicare ciò che è utile per le anime e determinare i limiti della vita umana. Considera il mondo intero in cui abiti e rifletti che tutto quello che vediamo è mortale, tutto è soggetto alla distruzione. Guarda lassù il cielo: anch'esso un giorno si dissolverà; guarda il sole: neppure esso resterà per sempre. Le stelle tutte, gli animali terrestri e marini, la bellezza del mondo, la terra stessa: tutto è soggetto alla distruzione, tutto fra non molto più non sarà. Il pensiero di ciò ti sia di conforto nella disgrazia. Non misurare il dolore in sé, altrimenti ti sembra insopportabile; giudicalo insieme con tutti gli eventi umani e così troverai un conforto.

A tutto ciò devo aggiungere: abbi pietà di tuo marito! Siate di conforto l'uno all'altra! Non rendergli più grande la disgrazia, lasciandoti consumare dal dolore. Ritengo che le parole non siano sufficienti per confortare, ma credo che in queste circostanze sia necessaria la preghiera. Prego dunque il Signore stesso che con la sua ineffabile potenza tocchi il tuo cuore, illumini la tua anima con buoni pensieri, affinché tu possa trovare in te stessa il modo di confortarti

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