Riflessioni per l'Annunciazione ( vescovo Partenio di Bigorsk)

 Offriamo la traduzione del discorso pronunciato l'anno scorso per la festa dell'Annunciazione (25 marzo / 7 aprile) di sua eminenza Partenio, vescovo-abate di Bigorsk, dal macedone. In foto, il vescovo Partenio, dal sito del monastero (link sopra).

Oggi la Santa Chiesa ricorda e celebra con gioia un segreto miracoloso, incomprensibile alle menti dei mortali, perché oggi il Creatore dei secoli e del mondo discende e riceve la carne. L'insostituibile Dio si pone nel grembo puro della Madre di Dio, l'incorporeo si incarna, l'infinito si concepisce, l'intoccabile si rende disponibile, il Verbo acquista corpo, l'infinitamente grande diminuisce, l'infinito si determina; Dio si unisce agli uomini e non si vergogna di chiamarli fratelli (Ebrei 2:11). Così, il mistero dei secoli, nascosto fin dall'inizio e sconosciuto agli angeli, si rivela oggi e il Figlio di Dio diventa Figlio dell'uomo, affinché, ricevendo il peggio, cioè la nostra natura, ci doni incomparabilmente il meglio - santificazione, rinnovamento e deificazione. Fedeli, gridiamo con ammirazione: Si rallegri la creatura, si rallegri tutta la natura, perché tanto onore è stato dato da Dio alla razza caduta. Perciò ora canti tutta la creazione, esultino il cielo e la terra, guardando come Dio discende secondo la sua incommensurabile mansuetudine e prende su di sé la natura della sua creazione, per la sua salvezza.

Il monastero di Bigorsk, addobbato di fiori, accoglie gli adoratori dell'umiltà, gli umili adoratori di Colei che, per la sua purezza verginale, l'umiltà inesprimibile e l'ultima devozione a Dio, meritava di diventare la Madre di Dio. La lode notturna della Madre di Dio è stata infatti un'espressione della quieta gioia che il genere umano ha dato alla luce un giglio così meraviglioso, un'anima così pura con una fede così forte in Dio e così obbediente alla volontà di Dio, che da ella solamente poté nascere il Salvatore e Redentore del mondo. Ecco perché ogni sguardo, ogni inno cantato, ogni amoroso sospiro e ogni preghiera strappata dal cuore, tessevano un bel filo prezioso per avvolgere orante e calorosamente la Madre dei nostri cuori. E quella che doveva essere la nostra modesta offerta orante si trasformò in abbondanza di indicibile graziosa gioia di cui Ella donò alle anime di tutti i presenti, e suggellò in essi il dono dello Spirito Santo, chiesto a suo Figlio. Come non cantare per te, e come non addolcirti, Madre nostra piena di pietà, quando il tuo amore materno supera infinitamente e riempie abbondantemente gli angusti vasi del nostro sentimento e della nostra mente umana. Ti prego, dolce Madre, dacci lo zelo spirituale per sacrificarci per l'altro e prendi la nostra croce, che Dio pone sulle nostre spalle, perché quando l'umanità non vuole sacrificarsi per la condivisione e la compassione, allora tutti ne paghiamo il prezzo. Preferiamo umiliare e fare guerre invece di coltivare la pace.

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