Giovanni Tzetzis (+1180), uno storico alla corte imperiale di Costantinopoli nel XII secolo, riporta l'esistenza di una tribù di uomini "dalla testa di cane" nell'attuale Pakistan. Riguardo il santo, nel suo Sinassario è scritto che si trasferì nell'Impero Romano dopo aver superato i deserti della Persia: questo lo inquadra come uno straniero, sicuramente da una terra lontana in Asia. Molto prima del Cristianesimo, abbiamo un autorevole episodio storico che vede Alessandro Magno, il re di Macedonia, incontrarsi coi Cinocefali presso Gedrosiane (attuale Makran, Pakistan).
La fonte storica più famosa e ampia in nostro possesso è la Indica di Ktesias di Knidos, un cartografo e storico del V secolo d.C., sul quale si basano praticamente tutti i trattati di geografia e storia bizantini successivi. In particolare, san Fozio il Grande nel IX secolo traspone interi passi dei trattati di Ktesias nel suo Miriobiblion. Nell'Indica, un intero capitolo è dedicato alla tribù dei Cinocefali, un popolo che, a detta del geografo, viveva lungo l'Indo.
Secondo l'agiografia in lingua siriana, si dice che quando sant'Andrea raggiunse tali luoghi, la gente del posto smise di mutilarsi, tornando al suo aspetto naturale. Il libro accenna al divieto di mutilare il proprio corpo, perciò la predica dell'Apostolo ebbe il frutto di aiutarla a rinunciare a quelle brutte abitudini. Sant'Andrea rimase inorridito quando li vide per la prima volta, motivo per cui tornò di corsa alla barca con cui era venuto qui. Arrivato sulla barca, sente un profumo gradevole, che gli fa capire che il Signore stesso è stato Colui che ha condotto la barca in questo luogo. Così, incoraggiato in cuor suo, ritorna dai cinocefali. Arrivato in mezzo a loro, si rende conto che erano particolarmente ospitali, solo l'aspetto era qualcosa di inquietante. San Cristoforo, vissuto nel IV secolo, potrebbe essere stato uno dei figli di genitori particolarmente tradizionali, che ancora mutilavano i loro figli in forma canina. Come sappiamo da Marco Polo, quest'uso era ancora praticato nel 1300.
Il più antico manoscritto agiografico sulla vita del Santo dalla testa di cane appartiene al vescovo Teofilo l'Indiano, in greco, della metà del IV secolo. Secondo esso, San Cristoforo Martire era un soldato originario del Nord Africa. Il giovane soldato aveva una faccia strana, la sua faccia somigliava a quella di un cane, e le sue parole erano confuse. Sebbene facesse venire i brividi a ogni uomo che lo vedeva, non aveva un comportamento feroce. Catturato dall'esercito romano, finisce prigioniero nelle segrete dove spesso venivano gettati anche i cristiani. Entrato in contatto con gli amanti di Cristo ad Antiochia, si converte al cristianesimo e muore martire.
San Cristoforo secondo altre versioni, quelle latine, fu un traghettatore che morì martire nel nome di Cristo nell'anno 308 sotto Cesare Massimino. E' patrono dei viaggiatori e di chi vive vicino ai fiumi.
Tropario di s. Cristoforo, tono VIII
Con un diluvio di lacrime hai reso fertile il deserto, e la tua nostalgia di Dio ha prodotto frutti in abbondanza. Con lo splendore dei miracoli hai illuminato l'intero universo! O nostro santo martire Cristoforo, prega Cristo nostro Dio di salvare le nostre anime!
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