Perché si apre l'Evangelo sulle teste dei fedeli per il rito dell'Olio Santo?

Nella pratica del rito dell'Olio Santo notiamo una tradizione che si è diffusa preponderantemente nei Balcani, in Romania, in Moldova e in Ucraina: parliamo di porre l'Evangelo sopra la testa dei fedeli presenti da parte dei concelebranti, mentre il primo sacerdote recita l'ottava preghiera di guarigione, la quale contiene anche queste parole:

"[...] Non pongo la mia mano di peccatore su questo tuo servo (tuoi servi) che è venuto con contrizione verso di Te, ma pongo la tua mano onnipotente, che si trova nel tuo Santo Evangelo, il quale è tenuto aperto dai miei concelebranti [...]"

Purtroppo si nota un aumento della superstrizione legata a questo momento. Taluni, infatti, credono che leggere le parole che si trovano sulla pagina aperta (casualmente) per tenere l'Evangelo sui fedeli sia in qualche modo una premonizione del futuro o una frase rivelatrice del loro prossimo destino. Alcuni preti, affamati più di soldi che di Verità, proclamano infatti di saper interpretare la lettura che si palesa ai fedeli e offrono "riti curativi privati" con la "apertura dei Vangeli" per consulenze a scopo divinatorio. Accade che alcuni di questi falsi servitori del Signore lascino addirittura ai fedeli il compito di aprire il sacro libro, e iniziano a interpretare gli eventi futuri con i colori delle miniature o con delle parole a effetto che intravedono dall'apertura del Libro. 

Ribadiamo che questo genere di pratiche è contrario alla fede ortodossa.

Utilizzare i sacri testi per divinazione è chiaramente  proibito dai Canoni Ecclesiastici. Il canone XXXVI di Laodicea (364 d.C.) istruisce: 

E' proibito ai membri del clero e ai sacerdoti di comportarsi come maghi, fattucchieri, astrologi, divinatori, e vendere amuleti od oggetti porta-fortuna, perché questi oggetti legano l'anima. Se un membro del clero è trovato in uno di questi ruoli, che sia anatema.


Questa orazione finale che si trova nel Rituale dell'Olio Santo è vicina alla prima preghiera del sacerdote nel Mistero della Confessione, in cui chiede a Dio il perdono dei peccati del malato. L'intero servizio è, inoltre, caratterizzato da un forte carattere penitenziale, che si spiega principalmente con il fatto che il Rito dell'Olio mira non solo a curare le malattie del corpo, ma anche a perdonare i peccati. Dall'atto di porre il Santo Vangelo sul capo del malato, emerge che Colui che guarisce gli impotenti è Cristo attraverso la potenza della Sua Parola, che Egli ha eternato nel Suo Santo Vangelo, una parola che rimane sempre attuale e che parla permanentemente nella storia, mostrando la presenza costante tra noi del Dottore delle nostre anime e dei nostri corpi.

Ribadiamo che gli aghiasmatari e gli eucologi antichi, così come quelli moderni, indicano chiaramente che l'Evangelo è aperto dal sacerdote e non dal fedele, come si usa fare ora in alcuni luoghi. 

Affidiamoci al Signore Dio, Medico dei corpi e delle anime, cui si deve ogni onore e gloria, nei secoli dei secoli. 

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