Vita di san Gregorio il Decapolita

 Il giorno 20 novembre / 3 dicembre festeggiamo la memoria di san Gregorio il monaco, detto "della Decapoli" o Decapolita. La sua memoria coincide con la pre-festa dell'Ingresso della Madre di Dio al Tempio. 


Icona di s. Gregorio della Decapoli

San Gregorio nacque verso la metà dell’VIII secolo ad Irenopoli, una delle città della decapoli di Isauria, donde il suo soprannome di Decapolita. Suo padre, Sergio, era un agiato dissoluto, ma sua madre Maria era una pia e sottomessa donna dalla vita difficile, che lo crebbe nel rispetto per la legge divina e lo abituò alla religione cristiana. All'età di otto anni fu dato alla scuola, dove imparò ben presto le lettere e la matematica, ma la lasciò per amore della vita contemplativa. Da adolescente prese già i voti monastici, mangiava poco e male, mortificando il suo corpo con le privazioni della carne. Sebbene ricevesse dai genitori abiti lussuosi e gioielli, li donava ai poveri per portare vestiti di povera fattura. Giunta la maturità, rifiutò un matrimonio e lasciò la famiglia per entrare ufficialmente in monastero. Un vescovo iconoclasta lo obbligò a lasciare il monastero e Gregorio iniziò a girovagare per monti, caverne e foreste, vivendo della divina Provvidenza. Finalmente trovò un buon vescovo il quale vedendolo pieno di zelo divino e ardente di spirito, lo fortificò nel suo buon proposito e lo mandò da alcuni monaci, che passavano il tempo in un luogo molto quieto e nascosto, perché meglio si abituasse alla esigenze e abitudini del monachesimo. 

Poco dopo il suo padre naturale morì e la madre lo andò a visitare, benedicendolo alla vita cenobitica. La madre Maria gli chiese di recarsi presso un monastero dove abitava un suo parente, governato però da un abate eretico iconoclasta. Per amore della mamma, Gregorio accettò e ben presto si ritrovò a soffrire sotto la tirannia dell'abate malvagio, finché lo fece picchiare e maltrattare per lungo tempo. Gregorio, non sopportando più l'eresia iconoclasta di quel cenobio, se ne andò e si recò da Simeone, archimandrita di un altro monastero, parente di Maria sua madre. Ben presto, nella benevola casa di preghiera, Gregorio si fortificò nell'obbedienza, nell'umiltà, nel retto giudizio, nella scienza, nella pazienza, nella mansuetudine, nell'amore a Dio e al prossimo, e in tutte le buone azioni, così che divenne amato da tutti i fratelli del monastero.

Poi sapendo che avrebbe potuto vivere in modo speciale e, come un valoroso soldato, uscire nel campo di battaglia contro il nemico invisibile e vincerlo, allora chiese all'archimandrita del monastero di dargli il permesso di vivere in una cella solitaria, senza avere alcuna preoccupazione per le cose corporee e terrene. Quel buon pastore, conoscendo il suo ardente zelo per la vita perfetta e il suo amore per Dio, comprendendo poi che il dono dello Spirito Santo abitava in lui per la purezza e l'umiltà del suo cuore, per il beneficio che avrebbe poi arrecato a molti, gli permise di recarsi in una grotta dalla profonda voragine, nella quale il santo entrò tutto contento, non lontano da quel monastero. Lì, liberandosi da ogni problema, trascorreva del tempo in preghiera parlando con Dio. In quella grotta lottò contro numerosi diavoli che avevano trovato casa in quella spelonca della terra. 

Così, dopo essere stato così mondato dalle passioni del corpo e dell'anima, dopo aver ricevuto in sé il dono dello Spirito Santo e, come un altro Paolo, risplendendo di luce celeste e divina, divenne un vaso eletto per rendere testimonianza di credenze di rettitudine e santità davanti a coloro che si erano macchiati con l'eresia contro le icone sacre. Il Signore Dio, che conosce il cuore di ciascuno, giudicando che non è conveniente nascondere questa fiaccola ispirata, lo chiamò come il patriarca Abramo, dicendogli: "Gregorio, se vuoi raggiungere la perfezione, esci dalla tua grotta e dalla tua parentela e recati da coloro che hanno bisogno del tuo insegnamento".

Dopo che il Venerabile ebbe udito ciò, lasciò diligentemente la grotta e andò a Efeso. Poiché era inverno e non poteva andare a Costantinopoli, svernò in Asia. E quando venne la primavera, si preparò ad andare a Costantinopoli; poiché pensava di andare là per rimproverare gli eretici e i combattenti contro le sacre icone, che erano in quel momento. Prese così una nave e salpò alla volta della capitale imperiale. Rimase tuttavia sull'isola di Proconio, combattendo le eresie e insegnando al popolo la verità dell'iconodulia. Visse girando per molte città dell'Impero, coma Avlona, Tessalonica, poi l'Italia: Reggio Calabria, Otranto e Roma stessa, catechizzando e istruendo i poveri e i miseri, condividendo con loro la vita della strada; Gregorio liberò molti indemoniati esorcizzando e pregando per loro, così come guarì molti malati. San Gregorio il Decapolita a Roma si incontrò con papa Leone III, domandandogli di difendere l'iconodulia, cosa che avvenne; Il Venerabile Gregorio si recò infine nuovamente a Tessalonica e qui conobbe e strinse amicizia con San Giuseppe l’Innografo: insieme verso l’840 si stabilirono a Costantinopoli nella chiesa di Sant’Antipa insieme coi discepoli che aveva raccolto nel suo lungo peregrinare, soffriva difatti di un terribile malanno. Il santo si addormentò nel Signore nell'anno 862 il giorno 20 novembre. Dopo la sua pacifica dormizione, mentre si recavano al cimitero col suo catafalco, i monaci osservarono già un gran miracolo: un infermo che toccò la bara guarì seduta stante. Da quel momento, al suo sepolcro iniziò una grande devozione e innumerevoli malati trovarono guarigione presso le sacre reliquie del benedetto Gregorio. 

Dopo diversi secoli il Bano Barbu di Craiova (+1519), della stirpe dei Basarabi, costruendo il beato monastero della Dormizione a Bistrița, richiese che le reliquie del venerabile Gregorio abitassero nel nuovo monastero, e così fu. Da quel momento, il santo Gregorio Decapolita è stato trasferito e venerato in Romania da generazioni di credenti. 

Domandiamo quindi la grande intercessione di questo santo di Dio che ha lottato per la vera fede e domandiamo la sua preghiera in questo momento storico di grande confusione, affinché la luce dell'Ortodossia splenda ancora una volta su tutto l'ecumene. 

Tropario di s. Gregorio il Decapolita, in tono III 

Ti sei fatto immagine di sobrietà e con il dono dello Spirito Santo hai illuminato l'ecumene, hai dimostrato alle genti l'errore dell'apostasia e hai in ogni dove portato l'ortodossia, o padre nostro Gregorio: prega il Cristo Dio che di noi abbia misericordia.

Contacio di s. Gregorio il Decapolita, in tono III

Come sole luminoso la Chiesa ti ha riconosciuto, o Gregorio beato, perché con i raggi della tua intercessione illumini tutto l'ecumene, o servo di Cristo; Noi onoriamo infatti la tua memoria e le tue sofferenze, o Gregorio beatissimo. 

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