Vita di santa Filotea di Argeș

 Il giorno 7/20 dicembre la Chiesa Ortodossa commemora due grandi santi, sant'Ambrogio di Milano (+397) e santa Filoteea "La Bulgara" (+1218). Oggi vi racconto la vita di santa Filoteea, conosciuta anche come "la martire di Curtea de Argeș". 

La vergine e martire Filoteea era nata da un padre senza fede e da una madre molto pia, obbligati in un matrimonio di interesse a causa delle loro famiglie, entrambe benestanti, nella capitale dell'Impero Bulgaro, Tarnovo (Търново). Ci troviamo all'inizio del XIII secolo, difatti la santa Filotea era nata nel 1206, avendo 12 anni quando fu uccisa.

La ragazza si recava sempre con sua madre in chiesa, ove udì il vangelo delle vergini stolte e delle vergini sagge (cfr. Matteo 25:1-12 ) Quando la santa vergine Filotea udì il comando nel santo Vangelo, unì la verginità all'elemosina e li compì entrambi con diligenza, nella quale anche crebbe. La madre della giovanissima morì di malattia, e la ragazza, dodicenne, si ritrovò sola con il padre violento e ateo. La ragazza non smise di aiutare i poveri e i malati della città, avvicinando altre ragazze coetanee e le loro madri, fondando una sorellanza con la benedizione dell'arcivescovo di Tarnovo. Cominciò ad allenare e ad assottigliare il suo corpo crudele e infantile con il digiuno, calmando e sottomettendo le passioni e i giochi giovanili. Cominciò ad andare spesso in chiesa, a sedersi con riverenza alle sante funzioni religiose, ad ascoltare attentamente ciò che veniva letto, che piantò nel suo cuore e pregò Dio con le lacrime, di dargli il dono e il potere di compiere con le opere il parole ascoltate. La giovane e pia vergine sconfisse diversi demoni con la sua preghiera e tutta la città la conobbe come una santa in crescita. La matrigna, la nuova sposa del padre, era una donna parimenti cattiva e avida, che spinse il padre nella perversione e nell'odio verso la sua stessa figlia.  

Nell'anno 1218 vi fu una carestia a Tarnovo, e la giovane Filoteea decise di impartire il cibo in eccesso della loro casa ai poveri che affollavano la città; il padre, non trovando tavole imbandite e vino come sperava, quando tornò a casa si arrabbiò assai con la figlia, e la assalì mentre si trovava nei campi con una zappa e le tagliò il piede, uccidendola per la cancrena. 

Il suo santo corpo, rimasto a terra e il sangue che scorreva ancora dalla gamba mozzata, risplendeva di gloria celeste, così che la luce e il luogo intorno. All'udire ciò il mascalzone,  il padre omicida, fu preso da timore e tremore. Da un lato perché si è reso assassino della sua unica figlia; e dall'altro per lo splendore della gloria attorno alle sante reliquie. Andando ad afferrare ed innalzare il suo santo corpo, non poteva né avvicinarlo né toccarlo, forse a causa dello splendore della gloria che lo circondava, o forse a causa della sua indegnità.

Quando vide questo miracolo, il genitore corse in città e, recandosi dall'arcivescovo e dagli anziani della città, raccontò loro tutto il motivo dell'accaduto e come il suo santo corpo ora giace sulla terra e come è glorificato da Dio, con gloria celeste E l'arcivescovo, insieme a tutti i vescovi, con tutto il suo clero, e con tutti gli anziani della città e la moltitudine del popolo, udendo quella cosa meravigliosa, corse con fiaccole e incensi, con servizi e con preghiere; e, arrivando, videro il suo santo corpo risplendente di quella luce divina, e tutti si meravigliarono. Poi hanno glorificato il Dio dei miracoli, che anche adesso ai nostri tempi glorifica non solo i suoi servi, ma anche le sue ancelle che adempiono i suoi santi comandamenti e fanno la sua volontà divina.

Facendo a lungo preghiere e salmodie, vollero innalzare il suo santo corpo; ma quando gli impresari delle pompe funebri si avvicinarono, per ordine dell'arcivescovo e dei presbiteri, per sollevarlo e trasportarlo in città, non poterono assolutamente sollevarlo, né tanto meno spostarlo o scuoterlo. Allora, essendo più spaventati e stupiti, con più diligenza e pietà cominciarono a pregare Dio e santa Filoteia, affinché piacesse loro di andare con loro in città. Quindi, avvicinandosi all'arcivescovo da soli, insieme agli altri vescovi e cercando di sollevare le sacre reliquie, non potevano. Perché Dio, volendo magnificare con miracoli la sua serva, appesantiva il corpo verginale, come una roccia di pietra inamovibile. Quando i vescovi e tutto il popolo videro ciò, ebbero una grande paura.

Sapendo che non era volontà di Dio e della santa andare con loro nella città che era la sua patria, iniziarono a pregare la santa Filotea di indicare ove volesse essere sepolta. Iniziarono ad elencare i nomi delle città, e quando menzionarono Curtea di Argeș, in Romania, la capitale del piccolo regno di Valacchia, il corpo della santa si fece lieve e fu così possibile alzarlo. Decisero quindi di condurla nella magnifica cattedrale di Argeș, ove tuttora riposa. 

Ora la sua anima irreprensibile e santa riposa ed esulta in cielo, nel regno di Dio, nelle dimore dei giusti e degli angeli è glorificata per sempre. E il suo santo corpo si conserva integro e integro, come quello degli altri santi, ed è onorato dal popolo cristiano e sempre scaturisce guarigione a quanti con fede e pietà si rivolgono a Lei con preghiere.

Da oltre 600 anni, la Valacchia è vegliata dalla Santa Martire Filofteia - celebrata con grande pietà il 7 dicembre. 

Tropario di santa Filoteea di Tarnovo, tono VIII

Nella tua pazienza hai guadagnato la tua ricompensa, beata martire Filotea, nelle tentazioni incessantemente fosti paziente, nelle percosse soffrendo, nelle tribolazioni benevola verso i poveri, avendo misericordia e nutrendo gli affamati, anche ora guarisci i sofferenti; prega il Cristo Dio, o beata martire, affinché salvi le nostre anime.

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