I tappeti da preghiera nel Cristianesimo antico - ovvero il podruchnik (подручник)

 Sì, i cristiani pregavano utilizzando dei tappetini personali, esattamente come fanno oggi i musulmani. E' scioccante, per un cristiano moderno poco avvezzo alla storia della liturgia e dell'ortoprassi. Perfino molti ortodossi tradizionalisti oggi rimangono attoniti e scioccati in negativo dinnanzi a questa evidenza. Eppure, i cristiani russi "di rito antico", chiamati anche Staroveri (старове́ры) , Lipoveni o semplicemente "vetero-ritualisti" (старообрядцы), ancora li usano attivamente nel loro culto. Per chi volesse conoscere le origini dello scisma del 1666, può leggere il mio articolo che ne tratta la storia in breve. 

Non ci interessa molto ora riflettere o studiare lo scisma russo del XVII secolo anche se è un argomento oltremodo interessante, quando cercare di capire come i cristiani ortodossi dall'antichità fino all'Era Moderna hanno utilizzato i tappeti rituali e se sono davvero così importanti come dicono gli staroveri

All'infuori della pratica continuativa nella Chiesa Ortodossa Russa dal X secolo fino ai giorni nostri, non ci sono evidenze storiche scritte in altre parti del mondo ortodosso della presenza di questi tappeti rituali, se non nelle province remote dell'Asia e dell'Africa, in cui il rituale dell'abluzione (non solo per il clero, ma anche per i laici) è codificato nell'Agpya (breviario) copta ed etiope, e così come l'uso dei tappeti rituali, che i fedeli usano perché tolgono le scarpe prima di entrare in altare, emulando così il libro dell'Esodo e in particolare l'esperienza cultuale mosaica. Nel mondo occidentale, si diffusero gli inginocchiatoi dal IX secolo, specialmente per la preghiera privata e monastica, i quali avevano cuciti sopra dei cuscini che richiamano un po' questi tappetini imbottiti.

I russi chiamano questo tappetino rituale podruchnik (подручник, lett. "quello che sta sotto l'ascella"). Questo nome deriva dal fatto che il cristiano lo tiene sotto braccio e lo distende dinannzi a sè solo mentre effettua la prostrazione prevista dal culto in certi momenti ben precisi, codificati nei Salteri più antichi. L'ultimo Salterio che riporta con dovizia di particolari quando e come prostrarsi è il Salterio del Patriarca Giuseppe di Mosca, pubblicato negli anni 1640 a Mosca. Abbiamo offerto, molto tempo fa, la codificazione delle prostrazioni quaresimali secondo queste rubriche. 


I podruchniki russi prodotti nelle moderne fabbriche dei giorni d'oggi

L'usanza di inchinarsi in questo modo fu presa in prestito da Bisanzio, insieme al cristianesimo. Tuttavia, l'usanza di inchinarsi a terra era usata nell'Antico Testamento. Così Abramo, quando udì la promessa di Dio, in un sentimento di riverenza e nell'umile consapevolezza della sua inutilità, cadde con la faccia a terra (Gen. 17: 3). Mosè e Aronne caddero con la faccia a terra, implorando il Signore di avere pietà e pietà dei figli d'Israele che lo avevano fatto arrabbiare (Num. 16:22). Nei primi secoli del cristianesimo, c'era l'usanza secondo cui coloro che rinunciavano alla fede per paura del tormento, quando si pentivano della loro caduta e volevano tornare alla Chiesa, iniziavano il loro pentimento sdraiandosi sul portico della chiesa in prostrazione, chiedendo coloro che entrano in chiesa pregano per loro. La sua base quadrata simboleggia la Terra e il nostro prostrarci su di esso ricorda l'incarnazione di Cristo, inizio del nostro percorso di salvezza cosmica operata dal Redentore. Su ciascun lato del quadrato è cucito un triangolo rettangolo, con il lato lungo rivolto verso il lato del quadrato. Risulta essere di nuovo un quadrato, ma più grande. Sul quadrato risultante vengono cuciti anche quattro triangoli corrispondenti. Sono cuciti in totale 12 triangoli, che simboleggiano i 12 apostoli. Su ciascun lato del quadrato cucito (grande) sono cucite delle strisce, e ai suoi angoli ci sono 4 piccoli quadrati, che simboleggiano i quattro evangelisti, e le strisce rappresentano l'insegnamento del Vangelo. Sul lato posteriore è cucito materiale solido, solitamente di qualità e colore più modesti. All'interno vengono posizionati feltro, cotone idrofilo o pezzi di stoffa. Per mantenere puliti i manufatti dopo la preghiera, vengono impilati “faccia a faccia” in modo che il lato pulito non venga in contatto con il lato sporco.


"Sotto l'ascella" letteralmente 


Non vi sono, almeno per il grande pubblico, studi approfonditi su fonti storiche che riportino l'esistenza e l'utilizzo di questi tappeti rituali cristiani. Dalla tradizione orientale copta, ed etiope abbiamo perfino un rituale speciale per benedirli dal loro libro Benedizionale, perché sono oggetti molto importanti. Fra gli staroveri, quando un giovane riceve in dono il suo primo podruchnik, lo fa benedire con l'acqua santa dal sacerdote. Anche se non abbiamo Padri della Chiesa che citino l'uso dei tappeti rituali, una tradizione ininterrotta in diverse parti del globo che dura quasi duemila anni è la sicura prova che tutti i cristiani avevano il tappeto rituale. E' un buon modo di implementare nella nostra ortoprassi anche le prostrazioni, senza più la scusa che ci sporchiamo o ci faranno male le ginocchia.



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