La Domenica dopo la Natività "che precede la Teofania"

 

Il tema della domenica di oggi è un tema "di passaggio" fra due feste molto importanti, solenni, la Natività di Cristo e la Manifestazione della Trinità, nota come Battesimo di Cristo nel Giordano o Teofania. Spesso, questa domenica cade immediatamente prima o dopo la festa della Circoncisione di Cristo e san Basilio (1/14 gennaio). 

Il Vangelo specifico di oggi è la seguente pericope del Vangelo di Marco:

Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri,  si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico  e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo». [Marco 1:1-8]

Il racconto biblico ci lancia direttamente alla predicazione di san Giovanni Battista, pregustando già il Vangelo più corposo della Teofania, quando vedremo invece lo Spiito Santo "come una colomba" e udiremo la voce del Padre aprimordio. San Marco Evangelista ci ricorda le parole di Isaia e ci introduce nel deserto. Intanto ricordiamo il termine ebraico per deserto: midbar. Questa parola ha una certa assonanza con dabar...la Parola! Anzi midbar è considerato in ebraico il posto della Parola, che è paradossale data l'assenza di gente in un deserto e quindi di voci e di parole. Eppure è nel deserto che Mosè vede il roveto ardente e riceve la rivelazione del Nome di Dio; è nel deserto che Dio dona la Legge al suo popolo, lo incontra e si lega a lui in alleanza (Esodo 19-24); è nel deserto che si fa presente a sant'Elia nella “voce di un silenzio sottile”, è nel deserto che al profeta Osea Dio dice: "la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore". E' nel deserto che la serva di Dio Giuditta salva il suo popolo uccidendo il generale Oloferne. Il deserto è stato per il Signore un luogo in cui, lontani dal trambusto delle città e del peccato, i suoi uomini e donne scelti hanno potuto compiere quella trasformazione, quella metanoia, che li ha resi suoi profeti e suoi servitori. Per questo i santi asceti e monaci hanno sempre scelto la via della contemplazione sulle montagne, nei deserti, nelle foreste, perché è nel silenzio e nella quiete che hanno trovato la scintilla del fuoco divino. 

 In questo Evangelo ci viene presentata la figura di Giovanni il Battista con ammirazione e onore: si veste solo di pelle di cammello, mangia solo miele e locuste, vive predicando, da celibe, per la remissione dei peccati. San Giovanni il Precursore diventa così una figura che funge da ponte fra il vecchio modo di vivere dei profeti e un nuovo genere di predicazione. Ispirato dallo Spirito Santo, Giovanni infatti dimostra di avere in sé la perfetta umiltà, quando dice: "io non sono degno di sciogliere i lacci dei suoi sandali" riferendosi a chi verrà, ovvero il Messia stesso. San Giovanni offriva la purificazione delle colpe tramite l'immersione nell'acqua, ma, come dice egli stesso, il Cristo battezzerà "nello Spirito Santo". Noi, figli ed eredi degli insegnamenti del Redentore, abbiamo ottenuto l'ingresso nella Chiesa - la comunità dei redenti - tramite il duplice battesimo "in acqua e Spirito" così come lo hanno tramandato gli Apostoli. 

San Giovanni Battista viene sovente chiamato "l'ultimo dei profeti e il primo dei martiri". Il suo servizio a Dio è iniziato come un profeta dell'Antica Legge, promuovendo i valori eterni del pentimento, dell'umiltà, del ritorno ai comandamenti, e ha terminato la sua testimonianza come un martire, offrendo a tutti un modello di moralità e integerrima adesione alla Verità, che sarà di esempio per tutti noi cristiani fino alla fine dei secoli. 

Ascoltiamo dunque la voce di uno che grida nel deserto: pentiamoci, e, memori del battesimo sacro che abbiamo ricevuto, smettiamo di peccare, e torniamo all'essenziale. Il nostro rapporto con il Signore. 

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