Partecipare alle liturgie degli eretici è un atto di Apostasia (s. Teodoro Studita)

 Pubblichiamo degli estratti di alcune Epistole di san Teodoro, abate di Studion (+826), che hanno per tema la partecipazione ai riti e alle adunanze degli eterodossi. 


 Se qualcuno pure regalasse tutto il denaro del mondo e avesse comunione comunque con l'eresia, non è un amico di Dio, ma un nemico. Ma che dire della comunione? Se fosse disposto a scendere a compromessi anche con gli eretici nel cibo e nelle bevande e nell'amicizia è colpevole. San Giovanni Crisostomo e tutti i santi hanno parlato di questo. Come mai un ortodosso dovrebbe voler prender parte dell'eresia?  È illegale quando qualcuno apre con la forza la bocca di un ortodosso e gli versa la comunione eretica, come hanno fatto in passato gli eretici e, come abbiamo scoperto, stanno facendo coloro che ora combattono contro Cristo. Di questo non c'è colpa; ma l'adesione volontaria ad un culto eretico è una bestemmia. E se lo fa perché ha paura (perché questo è il problema), non avrà difese neanche lui. Perché sentiamo: «Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo, ma di Dio, che manda entrambi nella Geenna del fuoco eterno» ( cfr Mt 10,28). Veramente , il mondo intero riceve salvezza e onore da Dio per una sola anima che resiste all'eresia. E coloro che partecipano dell’uno e dell’altro [ dell’eresia e del peccato morale]  sono dello stesso onore dell’erba, del legno e delle canne che brucerà il fuoco della purificazione del giudizio e i loro carnefici saranno all'opera per sempre, senza posa. 

 [San Teodoro Studita, dalla LETTERA 340 – Al figlio di Taleleo]

E mi hai detto che avevi paura di dire al tuo prete di non menzionare l'eresiarca durante la liturgia. Non so cosa dirvi adesso a riguardo, se non che la comunione è contaminata dal solo fatto che menziona l'eresiarca, anche se colui che celebra la Santa Liturgia è ortodosso.

[San Teodoro Studita, dalla LETTERA 553 – Alla moglie di un sostenitore il cui nome è Mahara]

Se il pane della Comunione che viene assunto dagli Ortodossi è pane di vita, possiamo certamente confermare che il pane dell'eresia è una comunione di condanna; in quanto unendoci all'Eucarestia ci uniamo al Cristo, ma facendoci compagni dell'eresia, ci uniamo al corpo putrefatto dell'anticristo. Non possiamo che dire che coloro i quali hanno accettato - per paura o consapevolmente - la comunione degli eretici mancano di totale discernimento; e quindi parliamo di peccato volontario, anche se nascosto sotto il velo della forzatura o della paura. Difatti hanno più paura di colui che batte il corpo, piuttosto che di Colui che può mandare nella Gheenna per l'eternità (cfr. Mt 10,28). I santi Padri considerano già il disaccordo con i dogmi come empio e profano, figuriamoci prendere parte al sacrificio empio dell'eretico... chiunque mangia il pane velenoso dell'eterodossia, rinuncia proprio al Cristo. E la nostra mente deve correre a tutti i santi martiri e confessori che sono morti per mantenere pura e illibata la Fede. «E se qualcuno segue quest'uomo giusto», dice l'Apostolo, «pace e misericordia siano su di lui e sull'Israele di Dio» (Gal 6, 16). I santi hanno sottoscritto col sangue la Fede nel Redentore. Ci siano sempre d'esempio. 

[San Teodoro Studita, dalla LETTERA 452 – All’abate Nikita]

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