San Fozio patriarca di Costantinopoli

 

Oggi 19/6 febbraio la Chiesa Ortodossa commemora uno dei suoi più insigni gerarchi, Fozio il Grande (+897). 

Nacque in una famiglia di elevata condizione sociale: il padre, Sergio, era il capo delle guardie imperiali. Morì martire durante la persecuzione iconoclasta. Orfano del padre, Fozio venne alla luce mentre la sua famiglia si trovava in visita a Costantinopoli, città della quale era patriarca suo zio Niceforo I. Il fratello Sergio (stesso nome del padre) sposò Irene, la zia dell'imperatore Teofilo.

Fozio ebbe un'ottima educazione e i genitori decisero per lui che avrebbe intrapreso una vita da laico; divenne così docente di filosofia e teologia e successivamente alto funzionario dello Stato. Grazie alla parentela con la famiglia imperiale poté ottenere incarichi di altissimo prestigio, come quello di Cancelliere, capitano delle guardie del corpo dell'Imperatore (protospatario) e senatore. Era uomo di profonda erudizione e fu autore di numerosi scritti. La sua vita venne caratterizzata in particolare dal conflitto fra la Chiesa bizantina e quella latina che negli anni del suo patriarcato generò diversi momenti di tensione. La sua personalità si caratterizza per una serie di aspetti contraddittori. Da un lato difese con estrema abilità il suo status di patriarca, dall'altro, in alcuni casi, ricorse a mezzi discutibili sul piano etico per conseguire tale finalità. In particolare la sua condotta nei confronti del papato ha destato particolari perplessità. Nonostante ciò, durante il suo ministero, diede prova di avere un profondo senso di responsabilità svolgendo con estrema cura i propri doveri pastorali. Fu inoltre molto attento alla questione della predicazione del Vangelo e si spese in prima persona per la riunificazione degli eterodossi orientali quali Nestoriani, Monofisiti e Armeni. 

Nell'anno 842 l'imperatore Michele III (842-867), succedette al padre Teofilo. Non potendo occuparsi degli affari di Stato a causa della minore età - Michele III aveva solo due anni quando ereditò il trono imperiale - la reggenza fu affidata alla madre, l'Imperatrice Teodora, che rimase in carica fino all'858.  Fu proprio Bardas, lo zio dell'imperatore, a detronizzare il patriarca Ignazio e a proporre il beato Fozio per il seggio patriarcale. Per l'occasione convocò un sinodo a Siracusa presieduto dall'arcivescovo Gregorio Asbesta. Lo stesso Gregorio conferì a Fozio tutti gli ordini sacri, dalla tonsura all'episcopato, in soli cinque giorni (21-25 dicembre 858) e, la sera di Natale dello stesso anno (858), Fozio fu nominato patriarca di Costantinopoli. Ma la situazione non si rivelò così semplice da risolvere, dato che Ignazio, benché in un primo tempo remissivo, spinto dai suoi sostenitori volle recuperare il seggio patriarcale. Nel marzo 859 allora Fozio convocò un sinodo a Costantinopoli dove venne dichiarata illegittima l'elezione di Ignazio, affermando che all'epoca non era stata sancita da un sinodo, e lo si destituì formalmente. Nella primavera dell'860 Fozio inviò una lettera a papa Niccolò I chiedendo la conferma della sua elezione. Il pontefice incaricò due vescovi a recarsi a Costantinopoli per indagare sulla rinuncia di Ignazio (se era stata voluta o forzata) e a verificare la validità dell'elezione di Fozio. I due vescovi, andando al di là delle rispettive competenze, diedero l'assenso alla convocazione di un sinodo che si tenne a Costantinopoli nella primavera dell'861. Davanti all'Imperatore Michele III, a Bardas e a 381 vescovi Ignazio fu ascoltato e poi fu deposto. Ignazio corse a Roma, e il papa Niccolò con un sinodo locale dichiarò san Fozio come illegittimo. 

Fu in quell'occasione che il beato patriarca scrisse uno dei libri libretti apologetici della posizione ortodossa, prendendo la scusa della deposizione a distanza come una prova ecclesiologica. E così scrisse le prime "accuse" formali alla Chiesa Latina: odio per il sacerdozio uxorato, il digiuno del sabato, la Quaresima che inizia in ritardo (Mercoledì delle Ceneri e non di Lunedì), primato papale, aggiunta del filioque al Credo, cresima conferita solo dai vescovi, e altre osservazioni. 

Nel frattempo, dopo aver assassinato tutta la famiglia imperiale, era salito al trono imperiale Basilio I il Macedone, il quale depose tutti i funzionari che avevano operato sotto Michele III, incluso il patriarca Fozio. Il santo patriarca accettò l'umiliazione pubblica e si ritirò come abate in un piccolo monastero sul Bosforo, nel Chersoneso. Ma dopo alcuni anni, Basilio I, desideroso di pacificazione, richiamò Fozio dall'esilio, affidandogli il compito di fare da precettore a Costantino, uno dei suoi figli.

Nell'877 Ignazio I morì e si pose il problema di individuare un successore per il Patriarcato. Basilio I decise allora di rinominare patriarca di Costantinopoli Fozio, visto che era una persona ancora molto nota nella capitale e tutti lo conoscevano di fama. Papa Giovanni VIII, cui chiesero un parere formale, ne approvò la nomina. Fu sempre il santo papa Giovanni VIII che chiamò a Roma un sinodo per discutere del filioque e di altre abominazioni che facevano breccia nella Chiesa Romana, e per la sua posizione ortodossa fu avvelenato poco dopo da alcuni cardinali. 

Nell'886 salì al trono di Bisanzio un nuovo Imperatore, Leone VI che fece deporre nuovamente Fozio, per nominare al suo posto il proprio fratello Stefano I. Questa procedura fu ritenuta irregolare da Papa Stefano V, che lanciò un'ulteriore scomunica diretta al nuovo patriarca omonimo.  Fozio, dopo essere stato deposto e bandito da corte, fu fatto segregare in un monastero in Armenia per ordine dell'Imperatore. La morte lo colse nell'893, mentre ancora si trovava segregato nel monastero armeno dove fu mandato in esilio. 

Fra le opere più significative del genio intellettuale di san Fozio rimembriamo la Biblioteca, una serie di oltre 300 "recenzioni" di opere letterarie lette e commentate dal santo;  La Mistagogia dello Spirito Santo è un'opera teologica, di contrasto alla teologia latina; le Questioni ad Anfilochio affrontano questioni di filologia ed esegesi. Vi è poi lo scritto polemico intitolato Trattato contro i nuovi manichei e un ricco epistolario, che consente di comprendere l'aspetto umano dell'autore preoccupato da problematiche di ordine giuridico, politico oltre che da questioni legate agli accadimenti storici del proprio tempo. Il beato Fozio è anche autore di poesie e di una raccolta di sentenze morali. Scrisse inoltre un Lessico, opera erudita di tipo etimologico.

Tropario del santo patriarca Fozio, tono IV

Tu dalla vita in tutto uguale agli apostoli, maestro dell'ecumene, Fozio venerabile, prega il Maestro di tutti affinché salvi le nostre anime.

Contacio del santo patriarca Fozio, tono VIII

Onoriamo il grande luminare dell'Ortodossia con corone di lodi: o sommo educatore della Chiesa, arpa ispirata dallo Spirito, grande lottatore contro le eresie, gioisci, Fozio, nostro maestro! 

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