San Gregorio il Teologo

 

Oggi 07 febbraio / 25 gennaio la Chiesa Ortodossa commemora san Gregorio di Nazianzio, arcivescovo di Costantinopoli, chiamato anche "Il Teologo" (+390). 

Nacque a Arianzo, cittadina presso Nazianzo in Cappadocia. Figlio di Gregorio e Nonna. Il padre, che era ebreo della setta degli Ipsistari, fu convertito dalla moglie al Cristianesimo e divenne vescovo di Nazianzo. Il fratello Cesario (morto nel 368) fu dottore presso la corte dell'imperatore Giuliano e governatore di Bitinia.

Gregorio, nato qualche anno dopo il concilio di Nicea nel quale si condannò l'eresia ariana, fu fortemente condizionato per tutta la vita dalle lotte che si scatenarono attorno alla definizione della vera natura della Trinità. Studiò prima a Cesarea in Cappadocia, dove conobbe e divenne amico di Basilio, poi a Cesarea Marittima e ad Alessandria presso il Didaskaleion, infine, tra il 350 e il 358, ad Atene, sotto Imerio; qui conobbe il futuro imperatore Giuliano.

Raggiunse poi l'amico san Basilio nel monastero di Annisoi, nel Ponto. Ma abbandonò presto questa esperienza per tornare a casa, dove sperava di condurre una vita ancora più ritirata e contemplativa. Nel 361 fu ordinato sacerdote suo malgrado, dal padre, Vescovo di Nazianzo. Dapprima reagì fuggendo, ma poi accettò di buon grado la decisione paterna. "Mi piegò con la forza", ricorderà nella sua autobiografia.

Nel 372 l'amico Basilio, allora Vescovo di Cesarea, costretto dalla politica ariana dell'Imperatore Flavio Valente a moltiplicare il numero delle diocesi sotto la sua giurisdizione per sottrarle all'influenza ariana, lo nominò vescovo di Sasima. Gregorio non raggiunse mai la sua sede vescovile in quanto solo con le armi in pugno sarebbe potuto entrarvi. Morto il padre, tornò a Nazianzo, dove diresse la comunità cristiana.

Nel 379, salito al trono l'imperatore benedetto da Dio Teodosio I, Gregorio fu chiamato a dirigere la piccola comunità cristiana che a Costantinopoli era rimasta fedele a Nicea. Nella capitale dei cristiani di Oriente pronunciò i cinque discorsi che gli meritarono l'appellativo di "Teologo". Fu lui stesso a precisare che la "Teologia" non è "tecnologia", essa non è un'argomentazione umana, ma nasce da una vita di preghiera e da un dialogo assiduo con il Signore. Nel 380 Teodosio lo insediò arcivescovo di Costantinopoli e lo fece riconoscere come tale dal II Concilio Ecumenico nel maggio del 381.

Le discussioni conciliari furono quanto mai accese. Nell'autunno del 382 divenne vescovo di Nazianzo per poi, dopo un anno, ritirarsi in solitudine ad Arianzo, dove morì nel 390.

Tropario di s. Gregorio il Teologo, tono I

Il flauto della tua teologia, o Pastore, soggiogò gli strumenti dei retori, perché alla bellezza dei tuoi discorsi si aggiunse l'afflato dello Spirito. o reverendo Gregorio, supplica il Cristo Dio che di noi abbia misericordia. 

Contacio di s. Gregorio il Teologo, tono III

O glorioso padre che hai sconfitto le vane elucubrazioni dei filosofi con la profondità della tua dottrina, hai adornato la Chiesa con un abito tessuto dall'Alto; e ora noi tuoi figli, indossandolo, esultiamo: gioisci, Gregorio, mente innalzata della teologia! 

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