Omelia per la Domenica di san Gregorio Palamas


Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 San Gregorio Palamas, Arcivescovo di Tessalonica (+1359) viene commemorato il 14/27 novembre ogni anno. E anche la seconda domenica di Quaresima. Perché questo indiscusso teologo viene commemorato più volte all'anno? E perché proprio in Quaresima? 

Abbiamo visto per la Domenica dell'Ortodossia come il pre-requisito fondamentale per la salvezza sia l'adesione alla Verità proclamata da Cristo, propagandata dagli Apostoli, mantenuta nei secoli dai Padri e dalle Madri della Chiesa. E ora la Chiesa Ortodossa ci invita a proseguire in questo cammino di presa di coscienza che è il percorso quaresimale, e ci invita a riflettere sulla vita di questo santo di Dio, il teologo, esicasta, il benedetto Gregorio, arcivescovo di Tessalonica. Dopo aver capito che senza le opere, le azioni, la fede è morta (Giacomo 2,26) la Chiesa ci illustra che bisogna unirci con Dio per poter adempiere al comando del Signore: ama il Signore Dio con tutta la tua anima. Seguire i comandamenti, tenere i digiuni, partecipare alla vita liturgica, questi sono strumenti il cui fine è l'unione con le divine Energie Increate, sulle quali il santo padre Gregorio ha speso fiumi d'inchiostro e ha difeso con tutto se stesso questo insegnamento profondamente mistico. Il Signore non è infatti un Essere distaccato e lontano, ma è Colui che nel suo immenso e infinito amore per la sua Creazione ha deciso di incarnarsi e di patire le sofferenze del Calvario affinché potesse riscattare la sua creatura prediletta. E noi, ogni giorno, sputiamo di nuovo sul Signore. Ogni giorno, con i nostri peccati e con la nostra malvagità, rigettiamo questo abbraccio divino che dalla Croce si protende su tutto l'universo.

San Gregorio Palamas ci chiama invece, con la sua mistica e la sua alta teologia, ad una conoscenza diversa di Dio. Non in modo intellettuale, non in modo pretenzioso o ufficioso, ma questo santo ci insegna che per raggiungere la vetta dello Spirito occorre innanzitutto fare nostre le parole del Pubblicano: Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore. Questa invocazione è diventata il centro della pratica esicasta, della preghiera del cuore. Questa concisa preghiera ci può accompagnare in ogni momento del giorno. E in essa è raccolta tutta la teologia della salvezza: dichiariamo infatti che Gesù è il Messia, che è il Verbo Incarnato di Dio, e chiediamo che avrà pietà di noi e ci salverà nonostante la nostra indegnità. Questa è la nostra speranza, questo è il Cristianesimo: una via verso il Regno dei Cieli e la conoscenza di Dio.

Tuttavia, il problema rimane: come può anche questo rapporto essere compatibile con la Trascendenza Divina? E questo è il punto cruciale. L'uomo incontra davvero Dio, in questa vita presente sulla terra? L'uomo incontra Dio, veramente e in verità, nella sua attuale vita di preghiera? Oppure non c'è altro che un'actio in distans? L’affermazione comune dei Padri Orientali era che nella sua ascesa devozionale l’uomo incontra realmente Dio e contempla la Sua Gloria eterna. Ora, com'è possibile, se Dio "dimora nella luce inavvicinabile"? Tutti i santi Padri, come Basilio di Cesarea, Giovanni Crisostomo, Ireneo di Lione, Giovanni Damasceno, e lo stesso san Gregorio Palamas - che ha sintetizzato questi ragionamenti teologici -  ci indicano che Dio si fa conoscere per mezzo dell'Amore e della sua energia (o operazione, come direbbero in Occidente). E non si tratta solo di una presenza agente, ma di una presenza reale, che si comunica all'Uomo attraverso un rapporto proattivo. San Gregorio Palamas dice che nonostante l'essenza divina sia "incomunicabile", cioè inconoscibile, la theosis, ovvero la nostra divinizzazione, è possibile grazie alla comunione con le Energie divine. La theosis è il processo di rinnovamento dell'Uomo vecchio che, abbandonate le abitudini pagane e il peccato, si "adatta" alla vita divina e ne diventa partecipe e compartecipante. Il rapporto fra uomo e Dio, in quanto entrambi liberi, non può che essere dinamico. Ed è in questo dinamismo che la nostra anima può liberarsi dalle catene e volare verso la vita spirituale. Prendiamo atto che la Bibbia, la storia della Salvezza, è la storia di ciascuno di noi. 

E come san Gregorio Palamas ci ha insegnato, procediamo dunque spediti nel rinnovamento della nostra anima. Il Signore Dio della Luce ci illumnini nel cammino dalle tenebre del peccato verso la pura gioia della beatitudine nella contemplazione. Amen.


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