La Traslazione di san Nicola a Bari: la festa più discussa dell'Ortodossia

Una parte della Chiesa Ortodossa festeggia oggi 9/22 maggio la Traslazione delle reliquie del beato Nicola di Mira nella città di Bari, in Italia, avvenuta il 9 maggio 1087. Oltre al santo di Mira, si festeggiano anche il profeta Isaia, e il martire Cristoforo il cinocefalo.

Secondo la storia latina, i marinai baresi si impossessarono del corpo di san Nicola rubandolo letteralmente al monastero di Mira ove noi ortodossi custodivamo il santo. La "traslazione" fu quindi trasformata in un evento solenne e il corpo del santo, da cui scaturiva (e scaturisce tuttora) mirra e profumo celestiale, fu posto nella appena ultimata basilica di Bari. Perché quindi gli ortodossi - una parte almeno - festeggiano questo evento come un fatto gioioso? 

In primo luogo, nel 1087, la città di Bari era ancora in gran parte ellenofona, giacché solamente nel 1041 il catapano (sovrintendente imperiale bizantino) di Bari era caduto dopo un assedio violentissimo guidato da Argiro, figlio di Melo - un riottoso filo-cattolico - e dai normanni papalini di Melfi. Si capisce quindi lo zelo per il santo di Mira in Licia, molto amato da tutti all'epoca, e in particolare dalle popolazioni ellenofone. Anche se era stato imposto un vescovo latino sulla città, la comunità ortodossa era ancora forte. E come sappiamo, il furto delle reliquie era considerato un business rispettoso fra il IX e il XII secolo occidentali. Nel 1089, terminata in fretta e furia la nuova cattedrale, fu lo stesso papa Urbano II a venire a consacrarla con le ossa di san Nicola, protetto da una schiera di cavalieri normanni.


Una icona russa della Translatio   

Sebbene la storia latina parli di un vero e proprio furto violento, come si legge anche sul sito ufficiale della basilica di san Nicola di Bari, il Sinassario della Chiesa Ortodossa Russa presenta la vicenda in una luce molto più blanda. Leggiamone la pagina tradotta in italiano dal sito della Orthodox Church of America, che segue il calendario russo:

[...] Nell'anno 1087 mercanti baresi e veneziani si recarono ad Antiochia per commerciare. Sia questi che altri si proponerono anche di prendere le reliquie di San Nicola e di trasportarle in Italia nel viaggio di ritorno. In questo piano gli uomini di Bari incaricarono i veneziani di sbarcarli a Myra. Dapprima furono mandati due uomini, i quali tornando riferirono che in città tutto era tranquillo. Nella chiesa dove riposavano le reliquie glorificate, incontrarono solo quattro monaci. Immediatamente quarantasette uomini, armatisi, si avviarono verso la chiesa di San Nicola. Le guardie, non sospettando nulla, mostrarono loro la piattaforma rialzata, sotto la quale era nascosta la tomba del santo, e dove ungevano gli stranieri con la mirra delle reliquie.

A quel tempo i monaci raccontarono loro dell'apparizione di San Nicola quella sera ad un certo anziano. In questa visione San Nicola ordinò l'accurata conservazione delle sue reliquie. Questo racconto incoraggiò i baroni, che videro in questa visione una confessione per loro e, per così dire, un decreto del santo. Per facilitare la loro attività rivelarono il loro intento ai monaci e offrirono loro del denaro, 300 monete d'oro. Le guardie rifiutarono il denaro e volevano avvisare gli abitanti della disgrazia che li minacciava. Ma i nuovi arrivati ​​li legarono e misero le loro guardie all'ingresso.

Hanno smontato la piattaforma della chiesa sopra la tomba con le reliquie. In questo sforzo il giovane Matteo fu eccessivo nel suo zelo, volendo ritrovare le reliquie di San Nicola il più presto possibile. Nella sua impazienza ruppe il coperchio e i baroni videro che il sarcofago era pieno della profumata mirra sacra. I compatrioti dei baroni, i sacerdoti Lupus e Drogus, offrirono una litania, dopo di che la rottura operata da Matteo cominciò a sgorgare mirra dal sarcofago del santo. Ciò avvenne il 20 aprile 1087.

Vedendo l'assenza di una cassa, il sacerdote Drogus avvolse le reliquie nel telo e in compagnia dei baroni le trasportò sulla nave. I monaci, liberati, allertarono la città con la triste notizia del rapimento delle reliquie del Taumaturgo Nicola da parte di stranieri. Una folla di persone si radunò sulla riva, ma era troppo tardi.

L'8 maggio le navi arrivarono a Bari, e presto la lieta notizia fece il giro di tutta la città. Il giorno successivo, 9 maggio 1087, trasportarono solennemente le reliquie di San Nicola nella chiesa di Santo Stefano, non lontano dal mare. Il solenne trasporto delle reliquie fu accompagnato da numerose guarigioni di malati, che ispirarono una riverenza ancora maggiore verso il santo di Dio. Un anno dopo fu costruita una chiesa intitolata a San Nicola e consacrata da papa Urbano II.

Questo evento, legato alla traslazione delle reliquie di San Nicola, ha suscitato una particolare venerazione per il Taumaturgo Nicola ed è stato caratterizzato dall'istituzione di una festa speciale il 9 maggio. Inizialmente la festa della traslazione delle reliquie di San Nicola Nicola veniva osservato solo dalla gente della città di Bari. Non fu adottato nelle altre terre dell'Oriente e dell'Occidente cristiano, nonostante la traslazione delle reliquie fosse ampiamente conosciuta. [...] 

La celebrazione della Chiesa Ortodossa Russa in ricordo della traslazione delle reliquie di San Nicola da Myra in Licia a Bari in Italia il 9 maggio fu istituita subito dopo l'anno 1087, sulla base di una venerazione già consolidata da parte del popolo russo del grande santo di Dio, Nicola il Taumaturgo.

Molto interessante come la Chiesa Russa consideri l'evento come benedetto e lecito, mentre le Chiese ellenofone (Patriarcato Ecumenico, Chiesa di Grecia, Monte Athos, Antiochia, Alessandria...) considerino questo evento come un furto. 

La Chiesa Russa e le Chiese che seguono il calendario slavo hanno preso questa festa e la osservano, le Chiese ellenofone no. La Chiesa Romena osserva la festa secondo i Minei del 1929, in data 9/22 maggio, ma a discrezione del sacerdote. In Basarabia e Moldova, invece, l'ufficio della Traslazione ha perfino il rango con Polieleo. 

Personalmente ritengo l'arrivo del santo taumaturgo Nicola una benedizione per la penisola italiana. Con la sua potente intercessione, il beatissimo santo di Mira ci conserva da gravi disgrazie e, avendolo più vicino, è possibile visitarlo più spesso e chiedergli molte grazie. 

Che si consideri questo evento come benedetto o come un ladrocinio, questo non comporta che l'intercessione del beatissimo Nicola di Mira venga meno, ma aiuta tutti coloro che gli si rivolgono con fede.

Offriamo di seguito il tropario della festa. 

Tropario della Traslazione di san Nicola di Mira, tono IV

Pur senza abbandonare spiritualmente la tua patria terrena, la città di Mira in Licia, fosti condotto nella tranquilla città di Bari, ove il tuo corpo mirovlita continuò a guarire e operare miracoli; e con la tua presenza, o beato Nicola, hai rallegrato il popolo di quell'urbe, i cui malati trovarono in te un taumaturgo generoso. Noi ti preghiamo, o Nicola beato, di supplicare il Cristo Dio che ci liberi dalle colpe e ci conceda la salvezza. 

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