Vita di san Giovanni il Misericordioso - Patriarca di Alessandria

Oggi 25/12 novembre la Chiesa Ortodossa commemora san Giovanni il Misericordioso, patriarca di Alessandria (+620)

San Giovanni, nato fra il VI e il VII secolo, era il figlio dell'egemone Epifanio, originario di Cipro. Egli, allevato fin dalla giovinezza con buoni insegnamenti, aveva radicato nel suo cuore il timore di Dio, che fu l'inizio della sua saggezza. Diventato maggiorenne, fu spinto dai suoi genitori a sposare una donna dalla quale ebbe figli. Non molto tempo dopo perse prima i figli, poi anche la sposa.

Ritrovatosi vedovo, visse nella quiete dello studio finché l'imperatore Eraclio non lo elesse come pastore della cattedra di Alessandria, riconoscendone le qualità morali e intellettuali. San Giovanni si diede quindi alla Chiesa come inconcusso difensore dell'ortodossia della fede, convertendo le masse dall'eresia e ovunque portando il glorioso evangelo di Cristo. San Giovanni si rivolse all'opera dei comandamenti di Dio e al fare del bene ai poveri e ai salvati. Egli infatti non lasciò allontanare nessuno da colui che era desolato e addolorato, ma fece l'elemosina a tutti i bisognosi e consolò tutti gli afflitti non solo con le parole ma anche con i fatti, dando da mangiare agli affamati e vestendo gli ignudi, riscattando e liberarando gli schiavi en si prese cura dei malati e degli stranieri costruendo ospizi e ospedali. La sua misericordia era come un fiume che scorreva incessantemente. 

A quel tempo i Persiani facevano guerra alla Siria e bruciarono la Città Santa di Gerusalemme, rubando anche la Santa Croce e portarono in cattività molti cristiani. Quindi il beato Giovanni inviò navi con grano e oro per riscattare i prigionieri e aiutare i bisognosi. Così, con la sua misericordia, ha fatto uscire molti dalla schiavitù. Ogni mercoledì e venerdì, il beato Giovanni si sedeva sui gradini della chiesa cattedrale di Alessandria e ascoltava le lamentele e i bisogni di tutti i fedeli che volevano un colloquio. 

Una volta. mentre il Santo andava a visitare gli infermi - perché visitava gli infermi due o tre volte alla settimana -, gli venne incontro uno sconosciuto che gli chiese l'elemosina, ed egli ordinò al suo servo di dargli sei denari d'argento. Quindi, prendendo lo sconosciuto d'argento, se ne andò. E volendo tentare la misericordia del Santo, cambiò le sue vesti e correndo per un'altra strada, incontrò di nuovo il beato Giovanni e lo pregò dicendo: "Abbi pietà di me, padrone, perché sono schiavo". E comandò di nuovo al suo servo di dargli sei pezzi d'argento. Allora il servo disse all'orecchio del suo padrone: "Signore, questo è il povero che prima ha preso sei denari d'argento". E il patriarca fece finta di non sentire e ordinò di darglielo. Lo straniero, chiedendo l'elemosina una seconda volta, si cambiò nuovamente d'abito e andò incontro al patriarca per un'altra strada, chiedendogli l'elemosina per la terza volta. E il servo disse al patriarca: "Maestro, questi è lo stesso che ha preso due volte sei denari e ora li chiede una terza volta". Allora il beato rispose al servo dicendo: "Dategli due denari d'argento, affinché non sia il mio Cristo a tentarmi!".

Si narra che una volta, san Giovanni celebrava nella grande chiesa e aveva avuto un alterco con un sacerdote per alcune questioni amministrative. Giunto alla divina Comunione, si ricordò delle parole del Cristo che dicono "lascia il dono dinnanzi all'altare e va' a riconciliarti con tuo fratello". E allora si prostrò dinnanzi al prete e chiese perdono per il litigio. Tutto il clero di Alessandria, vista la meravigliosa umiltà del suo patriarca, si commosse. 

Un giorno vennero alcuni laici alla sua porta, e gli narrarono che un monaco era stato trovato in pubblico con una fanciulla, seduti assieme, a parlare. Il patriarca ordinò che venisse picchiato e spretato, e messo in prigione. Quella notte, in sogno, gli apparve un monaco nudo rivestito di piaghe purulente e sangue, e gli disse: "a causa tua ho molto sofferto, ma ingiustamente. La situazione non è quella che pensi". Sconvolto, Giovanni il misericordioso disse ai laici di portare il monaco e questi venne condotto in barella, perché le percorsse erano state molto violente. C'era con lui anche la ragazza. Una volta spogliato della veste, le ferite risultavano essere uguali a quelle del sogno. San Giovanni chiese al monaco di raccontare la sua storia. Non potendo parlare per il dolore, rispose la giovane donna.

"Voglio diventare cristiana e abbandonare l'ebraismo. Sono io che mi sono avvicinata al monaco, e lui per molti giorni mi ha evitata. Mi diceva di andarmene e cercare un prete sposato per questa confessione, ma io ho sentito la sua santità e ho voluto rimanere vincolata a lui. Allora mi istruiva, ma in pubblico, affinché non si pensasse che, portandomi in cella, abusasse di me." 

Il patriarca si commosse e ordinò che i laici infidi fossero scomunicati per tre anni. Molti miracoli si possono ancora raccontare per lodare il carattere di san Giovanni, ma riteniamo che questi siano sufficienti per mostrare la sua generosità e misericordia. 

Quando il patriarca beato morì nel 620 dopo Cristo, fu sepolto insieme con altri due santi vescovi, nella chiesa di san Ticon il Taumaturgo. E quando fu condotto verso il sepolcro, i corpi dei due santi si mossero come fossero vivi, e fecero spazio al beato Giovanni in mezzo a loro.

E così si concluse la vita di un grande uomo di Dio, per le cui preghiere speriamo tutti di esser salvati. 

Tropario di s. Giovanni il Misericordioso, tono VIII

Nella pazienza e nella abnegazione hai guadagnato il tuo tesoro, o beato padre nostro Giovanni; in tutto amando i poveri, e soccorrendo i bisognosi, guarda ora a noi miseri: ci salvi la tua intercessione presso il Cristo Dio.

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