La storia della festa del Natale cristiano (Georgij Bitbunov)

 Pubblichiamo un articolo di Georgij Bitbunov, tradotto dal russo da Andrea della Lena Guidiccioni sul suo profilo FB, per le feste di quest'anno, sperando che sia una lettura formativa per quanti hanno ancora dei dubbi

Nella chiesa antica, almeno fino al IV secolo, erano fissate 3 grandi feste: la Pasqua, la Pentecoste e la Teofania. Proprio quest’ultima festa faceva memoria della venuta nel mondo del Teantropo Cristo. In oriente veniva solennemente celebrata il 6 gennaio. Ovviamente non faceva riferimento tanto a concreti momenti storici della vita del Salvatore, quanto all’eccezionale fatto della Sua venuta nel mondo, con la manifestazione all’universo dell’Uomo-Dio Cristo, Bambino, Ragazzo e Uomo trentenne, raccontato nel Vangelo.

Nello stesso periodo, alcune comunità cristiane esprimevano accenti particolari, legando la festa della Teofania ad alcuni temi della vita del Salvatore piuttosto che ad altri: la Natività, l’adorazione dei Magi, il Battesimo.[…]

Sappiamo che la zona della diffusione della festa della Teofania, che si festeggiava il 6 gennaio, partiva dall’Egitto, superandone poi i confini: già nei tempi antichi era diffusa non solo in oriente, ma anche in Gallia. Una festa autonoma della Natività, invece, cominciò ad essere festeggiata nelle chiese di Roma e dell’Africa settentrionale. Occorre notare che in Occidente, la festa della Natività, che durava due settimane, terminava con l’adorazione dei Magi, la manifestazione del Teantropo ai non ebrei. Come è noto, nella tradizione latina, la solennità del Battesimo, nonostante sia stata introdotta dopo il Natale, non ha ottenuto una tale importanza come in Oriente.

Là avvenne il processo inverso: gradualmente nella maggior parte delle regioni avvenne lo spostamento della data della Natività di Cristo dal 6 gennaio al 25 dicembre. In questo modo, alla fine, sia in Oriente che in Occidente si giunse quasi a una generale unificazione nel campo del credo e del culto. Nonostante le diverse tradizioni e la lenta diffusione della pratica liturgica a causa dell’attaccamento ad abitudini locali, alla metà del V secolo nell’Impero Romano d’Oriente era stata raggiunta la piena unità. Perfino nella Chiesa Armena, successivamente diventata baluardo della festa “unica”, ancora parecchio tempo dopo il Concilio di Calcedonia si festeggiava una festa di Natale distinta.

Nonostante tutto, la questione riguardante la data della festa del Battesimo del Signore è ancora oggetto di discussione. La più antica testimonianza riguardante i festeggiamenti per la Teofania la troviamo negli scritti dello storico pagano Ammiano Marcellino, nei quali racconta della partecipazione alla solennità da parte di Giuliano l’Apostata, prima del suo passaggio al paganesimo.

Esistono anche testimonianze, più o meno attendibili, appartenenti a Giovanni Cassiano romano (360 ca - 432) e allo scrittore monofisita siriaco Dionisio Bar-Salibi in cui è riportata l’antica tradizione dell’unica festa della Teofania, il 6 gennaio, come anche nell’ “insegnamento degli apostoli” siriano (non più tardi dell’inizio del IV sec.).



Nonostante tutto, queste informazione non ci danno risposte esaustive alle seguenti questioni: il 6 gennaio era principalmente una festa della Natività o al contrario del Battesimo? Da quale momento questa data diventa la data fissa per due feste? e anche: quando si è cominciato a festeggiare il Natale separatamente? Come si collegano queste date con l’adozione a Costantinopoli dei sistemi di conteggio degli anni?

Nel sistema del capodanno bizantino, aveva un posto centrale il 1 gennaio. Un fatto non casuale in riferimento a questo è la coincidenza cronologica della festa della Teofania con l’inizio del ciclo annuale delle letture del Vangelo. A Efeso, la città del santo apostolo e evangelista Giovanni, questo ciclo iniziava con il Vangelo di Giovanni, nel quale con maggiore profondità è tramandata la teologia dell’incarnazione. A Gerusalemme iniziavano con il Vangelo di Matteo, che riporta più nel dettaglio la Nascita di Cristo a Betlemme, mentre ad Alessandria, con il Vangelo di Marco, che si apre con la descrizione del Battesimo nel Giordano.

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Alcuni autori antichi scrivevano che la festa della Teofania il 6 gennaio celebrasse il Battesimo, mentre altri la definivano festa della Natività, proponendo trattazioni diverse riguardo la sua origine. Al primo gruppo appartengono Origene, Sant’Atanasio di Alessandria, San Clemente alessandrino. Quest’ultimo confermava che i seguaci dello gnostico Basilide festeggiavano il Battesimo di Gesù l’11 o il 15 del mese di tibi, il 6 o il 10 di gennaio, il che si adattava alla teoria gnostica, per cui il Cristo divino si manifesta per la prima volta sulla terra al Battesimo nel Giordano.

Altri autori associano la festa della Teofania del 6 gennaio alla Natività. Parliamo di Epifanio di Cipro, Sant’Efrem il Siro così come l’antico lezionario armeno. Epifanio scrive che gli adoratori degli idoli il 5/6 gennaio festeggiavano la festa del Secolo (Eon) o del Coreum. Inoltre la diffusione di questa festa pagana è interpretata solo come una conferma della forza e della magnificenza del Natale cristiano. Epifanio aveva una teoria originale a riguardo delle date di Natale e Battesimo: Cristo era nato il 6 gennaio e battezzato l’8 novembre. Egli scriveva, in relazione con la miracolosa trasformazione dell’acqua in vino a Cana di Galilea, che il primo giorno, ovvero l’11 di tibi, i cristiani d’Egitto attingevano l’acqua dal Nilo.

Sant’Efrem il Siro, senza dubbio festeggiava il Natale il 6 gennaio, probabilmente unendolo con la celebrazione del Battesimo, anche se la successiva tradizione monofisita della chiesa Siro-giacobita, per la quale Efrem era una colonna portante, disponeva di festeggiare il Natale e il Battesimo separatamente l’uno dall’altro.

La pellegrina Eteria riporta la tradizione della Chiesa di Gerusalemme, di festeggiare il Natale nella Basilica di Betlemme il 6 gennaio, anche se a causa di lacune nel manoscritto, una più dettagliata descrizione della festa non si è conservata. In parte queste lacune sono compensate dall’antico lezionario armeno, in cui si dice che i fedeli si riunivano nel posto dei pastori, si celebrava la veglia nella chiesa di Betlemme, ci si riuniva per la Teofania alla chiesa del Martyrion a Gerusalemme.

Nelle Costituzioni Apostoliche, la Teofania è menzionata solo come solennità del Battesimo del Signore.

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Da questa moltitudine di testimonianze riguardo le feste del Natale e del Battesimo, appare chiaro che negli autori antichi appare più spesso un’unica festa, mentre quegli autori che parlano di due feste, celebrate in unico giorno il 6 gennaio, lo facevano attraverso il prisma della pratica a loro contemporanea, ortodossa o eterodossa (monofisita). In un modo o nell’altro, successivamente per gli armeni-monofisiti l’unica festa divenne un simbolo della loro particolare cristologia, così come le due feste separate di Natale e Battesimo, significavano per loro nestorianesimo. La festa autonoma della Natività il 25 dicembre, festeggiata già dal III secolo in Occidente e in Africa Settentrionale e successivamente assimilata, ancora prima delle diatribe monofisite, nelle chiesa di Antiochia, Costantinopoli, Alessandria e, più tardi, di Gerusalemme, divenne una parte imprescindibile della tradizione liturgica della Chiesa Ortodossa. (A tal proposito Sant'Ippolito di Roma (+235), nel suo Commentario a Daniele, testimonia la datazione diffusa fra i cristiani romani della nascita del Salvatore, commemorata già dai primi cristiani il 25 dicembre. Ecco il testo del santo apologeta romano:

Riguardo alla prima Venuta del Salvatore nella carne, quando nacque in Betlemme, [occorre sapere che avvenne] otto giorni prima delle calende di Gennaio (25 dicembre), il quarto giorno della settimana (Giovedì), quando Augusto regnava già da quarantadue anni (2 o 3 a.C.). Dal tempo di Adamo erano passati cinquemilacinquecento anni. Egli (il Cristo) soffrì a trentatré anni, otto giorni prima delle calende di Aprile (25 Marzo), nel giorno della Preparazione, durante il quindicesimo anno di Tiberio Cesare (29 o 30 d.C.), insieme con Rufo, Rubellio e quando Gaio Cesare e Gaio Celestio Saturnino erano consoli per la quarta volta. NDT)

Nel corso del tempo la festa della Teofania fece sempre più riferimento nel suo significato, al Battesimo e il suo legame con gli eventi del Natale si indebolì. Oggi nella Chiesa Ortodossa Teofania e Battesimo sono diversi nomi per la stessa festa, che è una festa del Signore e si festeggia il 6 gennaio ed è una festa fissa. Per questo, abbiamo anche una nuova interpretazione, assente nell’antichità, della parola Teofania, che deriva dal greco, come anche Epifania, come manifestazione di Dio, durante il Battesimo, nella pienezza della Trinità.

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Riguardo la pratica occidentale, la menzione più antica riguardante la Teofania è contenuta in una lettera di papa Siricio (384-399) al vescovo Chimerio di Tarragona. Ciò nonostante presso i successivi pontefici - neppure Leone Magno e Gregorio Magno - non si fa menzione di questa festa. Più tardi, stando a sacramentari romani del VIII e IX sec., si festeggiavano il Natale e l’adorazione dei Magi, ma non il Battesimo, perciò quest’ultima festa nel rito latino fu completamente separata dalla Tefoania e si celebra alla domenica successiva la Teofania.

Dalle omelie di papa Leone I (400-461) a Roma si vede come l’adorazione dei Magi era l’unico tema della festa. Essa fu fissata anche dopo che l’impero dei Franchi aveva adottato il rito romano, anche se, nel rito gallicano, nelle antifone della liturgia delle ore, probabilmente su influenza della tradizione orientale, si ricordano tre miracoli: l’adorazione dei Magi, il Battesimo, il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino.

Per la sua specificità tematica, la memoria del Battesimo venne spostata all’ottava della Teofania. Probabilmente, l’incontro fra la forte tradizione gallicana (Battesimo di Gesù - adorazione dei Magi - miracolo di Cana - moltiplicazione di pani) e la tradizione romana (adorazione dei Magi) portò alla separazione dei tempi principali, così l’adorazione dei Magi rimase al 6 gennaio, mentre il Battesimo nel Giordano fu spostato all’ottava. Da qui la lettura della pericope evangelica del miracolo di Cana di Galilea alla seconda domenica dopo la Teofania (oggi alla seconda domenica del ciclo annuale).


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