Perché si digiuna alla vigilia della Teofania?

 Celebrato ogni anno il 6/19 gennaio, il Battesimo di nostro Signore Gesù Cristo nelle acque del Giordano, detto anche  Teofania  o  Epifania, rappresenta uno dei momenti più significativi dell'economia della salvezza. Questo evento segna non solo l'inizio del ministero pubblico del Salvatore, ma anche una profonda rivelazione della Santissima Trinità, dell'amore di Dio per la creazione e del piano di restaurare l'umanità caduta. Il Battesimo del Signore è più di una semplice celebrazione: è una porta per comprendere la profondità dell'amore di Dio, una luce che ci guida verso il mistero del Battesimo cristiano, attraverso il quale l'uomo rinasce, purificato dal peccato e unito a Cristo.

L'idea di un articolo sul digiuno della vigilia dell'Epifania ci è venuta dopo che, in questi giorni, abbiamo visto diversi internauti sconvolti dal fatto che, a pochi giorni dalla fine del digiuno della Natività, la Chiesa "opprime" i cristiani di nuovo loro con un nuovo digiuno (per altro di un giorno solo). Partendo da queste loro reazioni, abbiamo pensato di annotare alcuni spunti e dare una risposta alla domanda: perché un digiuno aggiuntivo così a ridosso della celebrazione della Natività del Signore? Si tratta di un "indurimento" della vita cristiana, oppure ha un significato più profondo che sfugge alla comprensione superficiale? 


La benedizione dell'aghiasma, acqua sant

Come ben sappiamo, la vigilia della Teofania rientra nella categoria dei digiuni di un giorno durante l'anno liturgico, insieme all'Esaltazione della Santa Croce celebrata il 14 settembre, e alla Decollazione di San Giovanni Battista, commemorata il 29 agosto. Per accogliere questa grande celebrazione, i credenti osservano un digiuno rigoroso o addirittura nero, consumando solo il Grande Agheasma al mattino.

Quando e come è apparso questo post del 5 gennaio? Troviamo la risposta risalendo ai primi secoli cristiani. Cosa stava succedendo allora, esattamente? Ebbene, nel primo periodo della Chiesa, il digiuno alla vigilia del Battesimo del Signore aveva un significato particolare, essendo strettamente legato alla preparazione dei catecumeni a ricevere il Sacramento del Battesimo. I catecumeni erano coloro che si preparavano a ricevere il sacramento del Battesimo, momento che segnava “ufficialmente” il loro pieno ingresso nella comunità cristiana. In questo giorno i catecumeni osservavano un digiuno severo (spesso digiuno nero) per dimostrare il loro desiderio di purificazione e di rinuncia alla vita di peccato. Alla vigilia dell'Epifania, cioè il 5 gennaio, hanno frequentato le ultime catechesi, dove sono stati istruiti sul significato del Battesimo, della fede cristiana e della vita in Cristo. È stato un momento particolarmente importante per intensificare la preghiera personale e comunitaria.

Poi, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, o anche la mattina del 6 gennaio, per i catecumeni veniva celebrato il sacramento del Battesimo. Il battesimo veniva solitamente celebrato in un luogo appositamente predisposto (battistero) o anche in fiumi, laghi o altre fonti d'acqua naturali, a simboleggiare la purificazione dai peccati e la rinascita spirituale. Il rito è iniziato con la negazione di Satana e la confessione di fede. I catecumeni rinunciarono alla loro vita precedente, simboleggiata dai vecchi abiti, e ricevevano abiti nuovi, bianchi, che significavano purezza e rinnovamento in Cristo. Dopo il Battesimo, i nuovi cristiani ricevevano il sacramento dell'Eucaristia, mediante il quale venivano suggellati i doni dello Spirito Santo, e poi venivano condotti, con le candele accese in mano, in processione verso la Chiesa, dove avrebbero partecipato per la prima volta nella Liturgia dei fedeli.

È interessante che, in quei giorni di preparazione, l'intera comunità cristiana si sia unita nel digiuno e nella preghiera, per sostenere spiritualmente i catecumeni. Il digiuno non era riservato solo ai battezzati, ma anche a tutti i credenti, come espressione di solidarietà e di desiderio di santificazione prima della celebrazione dell'Epifania.

Anche se la pratica di battezzare i catecumeni alla vigilia della Teofania non è così comune oggi, il digiuno della vigilia rimane una tradizione viva, mantenendo gli stessi significati: purificazione, preparazione, pentimento e comunione con Cristo. La vigilia dell'Epifania porta con sé un profondo significato spirituale, preparando le anime dei credenti per una delle più grandi rivelazioni divine: il Battesimo del Signore nelle acque del Giordano. È il giorno che prelude a un momento unico: l'incontro diretto tra Creatore e creazione, tra Dio e l'umanità. L'incarnazione del Figlio di Dio raggiunge ora il culmine dell'umiltà divina, per il fatto che l'uomo, nella persona di san Giovanni Battista, pone le mani sullo stemma del suo Creatore, nell'atto santificatore del battesimo. È una scena che trascende il tempo, un'icona vivente di salvezza che mostra come il Figlio di Dio va e viene battezzato per elevare l'umanità al cielo.

Considerando le cose in questo modo, il digiuno della vigilia della Teofania diventa più che una semplice rinuncia al cibo. È un atto di preparazione integrale, corpo e anima, inteso a purificare e aprire il nostro cuore per comprendere e vivere pienamente il mistero del giorno successivo. Il digiuno ci aiuta a liberarci dai pesi del corpo e dalle preoccupazioni mondane, affinché possiamo contemplare questo incontro divino-umano, unione di cielo e terra, di Dio e dell'uomo. Il digiuno della vigilia dell'Epifania ha anche il ruolo di insegnarci l'umiltà, la stessa umiltà che Cristo mostrò ponendosi davanti a Giovanni come servo. È un digiuno che ci ricorda che solo attraverso la purezza, l'abnegazione e la preghiera possiamo diventare partecipi dell'opera redentrice di Dio nel mondo. È una risposta nostra, della creazione, all'amore indicibile del Creatore, che viene ad avvicinarsi a noi, per prendere su di sé le nostre debolezze, incapacità e peccati e per darci la forza di risorgere insieme a Lui.

Secondo le norme ecclesiastiche, se la vigilia della Teofania cade in un giorno della settimana, dal lunedì al venerdì, si osserverà un digiuno rigoroso o addirittura un digiuno nero. I fedeli sono chiamati a digiunare fino all'ora nona (intorno alle 15), dopodiché è consentito mangiare cibi semplici come frutta secca, verdure bollite o essiccate, senza l'utilizzo di olio. Al contrario, se la vigilia dell’Epifania cade di sabato o di domenica, il digiuno totale non è più obbligatorio. Dopo la Santa Liturgia e il servizio del Grande Aghiasma si possono consumare cibi cotti, compreso l'olio.

Il digiuno del 5 gennaio, quindi, non è affatto un peso che la Chiesa pone sulle spalle dei fedeli dopo il digiuno della Natività, come alcuni vorrebbero far credere. La vigilia del 5 gennaio ci chiama ad entrare in questo grande mistero del Battesimo del Signore, ad umiliarci davanti a Colui che, pur essendo Creatore, riceve il battesimo dalla sua creatura, per restaurarla, santificarla ed elevarla allo status dei suoi figli Dio. È un giorno di silenzio, di preghiera e di purezza, un giorno in cui la nostra anima, come le acque del Giordano, è chiamata a calmarsi, a purificarsi e a prepararsi all'effusione della grazia di Dio.

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