L'Inno Figlio Unigenito è stato composto dall'imperatore romano-orientale Giustiniano (+565). L'inno è cantato ad ogni divina liturgia ortodossa.
Figlio unigenito e Verbo di Dio, pur essendo immortale, hai accettato per la nostra salvezza di incarnarti dalla santa Madre-di-Dio e semprevergine Maria; senza mutare ti sei fatto uomo, Cristo Dio, e, crocifisso, hai calpestato la morte con la morte; Tu sei uno della santa Trinità e sei glorificato insieme con il Padre e con il santo Spirito: salvaci.
Giustiniano I fu un sovrano di contrasti: un grande legislatore, costruttore di città e chiese e difensore della dottrina ortodossa da un lato, ma un sovrano che lasciò dietro di sé un vasto ma finanziariamente teso impero. Alcuni lo elogiarono come saggio e astuto, mentre altri lo criticarono come subdolo e crudele. Era capace di decisioni dure, ma offrì anche rifugio nel suo palazzo ai membri di un movimento religioso che si opponeva a lui. Il suo carattere fu descritto in termini contrastanti, con una critica che lo dichiarò un uomo in cui "la natura ha raccolto tutto il male dagli altri uomini". Eppure, in mezzo a queste contraddizioni, Giustiniano era noto per essere profondamente religioso, e si sforzava di vivere una vita pia.
Sembrava contraddittorio in tutto, eccetto che nel suo incrollabile impegno nel preservare e proclamare la vera dottrina di Dio.
Giustiniano successe allo zio come imperatore e cambiò persino la legge romana per sposare la sua amata Teodora, un'ex intrattenitrice circense con un passato controverso. Quando si incontrarono, tuttavia, Teodora si era pentita e aveva trasformato la sua vita. Era stata influenzata dai monofisiti, seguaci di un'eresia condannata dal quarto concilio ecumenico di Calcedonia. Questa eresia insegnava che Cristo possedeva solo una natura divina, negando la sua piena umanità, una credenza rifiutata dal cristianesimo ortodosso. Teodora divenne co-governante di Giustiniano, condividendo il potere imperiale ed esercitando una notevole influenza sulle sue decisioni. In tempi di crisi, spesso agì come il suo più fermo sostegno, occasionalmente mostrando una risolutezza maggiore dell'imperatore stesso.
Tuttavia, in materia di fede, la coppia imperiale era tutt'altro che unita. Mentre Giustiniano si opponeva al monofisismo a livello statale, Teodora continuò a patrocinare i suoi seguaci. Nonostante la persecuzione nazionale dei monofisiti, alcuni vivevano all'interno del palazzo imperiale sotto la sua protezione, con la tacita approvazione di Giustiniano.
Nel frattempo, Giustiniano si immerse nelle questioni ecclesiastiche, cercando modi per sanare le divisioni e promuovere la comprensione tra i cristiani. Questo breve ma spiritualmente profondo inno trasmette la dottrina della Chiesa sulla salvezza, affermando il dogma delle due nature di Cristo, come proclamato al quarto concilio ecumenico di Calcedonia. Le parole "Che senza mutamento sei diventato uomo" contrastano direttamente l'eresia monofisita, che negava l'umanità di Cristo affermando che aveva solo una natura divina. Inoltre, l'inno dichiara l'unità di Dio in tre persone, "Che sei uno della Santissima Trinità", in un modo che sottolinea la fede ortodossa pur essendo comprensibile anche a coloro che hanno rifiutato la piena umanità di Cristo.
Introdotto nella tradizione liturgica da Giustiniano nei primi anni del 530, questo inno non servì solo come gloriosa lode del Verbo incarnato, ma anche come tentativo di coinvolgere e affrontare gli oppositori teologici senza compromettere la dottrina ortodossa.
Nonostante gli sforzi di Giustiniano, tra cui la convocazione del Quinto Concilio Ecumenico, non si giunse a un pieno accordo nel mondo cristiano. Per tutta la sua vita, Giustiniano rimase profondamente impegnato in questioni teologiche, continuando a cercare la strada giusta anche negli ultimi anni. Verso la fine della sua vita, mostrò simpatia per certi elementi della dottrina monofisita. Tuttavia, la Chiesa ortodossa insegna che sia Giustiniano sia sua moglie, Teodora, alla quale sopravvisse di 17 anni, si pentirono di qualsiasi visione errata prima della loro morte.
Il 27 novembre, la Chiesa commemora questi sovrani santi e credenti, l'imperatore Giustiniano e l'imperatrice Teodora.
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