La preghiera per i defunti - insegnamento dal Sinassario del Sabato degli Antenati (dal Triodio)

 Nel Sabato degli Antenati, che precede la Domenica del Giudizio Universale, la Chiesa Ortodossa prevede uno speciale servizio divino, al cui mattutino si legge non solo il sinassario del santo del giorno, ma anche questo speciale insegnamento dal Triodio, il libro con le ufficiature quaresimali. 

Il testo è tratto dal Triodio romeno, edizione 1924. 

SINASSARIO NEL SABATO DEGLI ANTENATI 

CHE PRECEDE LA DOMENICA DEL GIUDIZIO UNIVERSALE



Nel medesimo giorno di Sabato, si fa memoria di tutti i nostri padri e fratelli addormentati nella Fede ortodossa e apostolica e nella speranza della Resurrezione e della vita eterna.

Spesso le persone muoiono inaspettatamente tra estranei: sul mare, per montagne inesplorate, negli abissi, nelle spelonche della terra, o di peste, di fame, in guerre, di fuoco, di gelo e con altri tipi di morte. Essendo lontani da casa, nessuno conosce questi uomini e queste donne, che vengono quindi sepolti frettolosamente e senza i dovuti rispetti e onori. Questi uomini e donne vengono poi dimenticati e per loro non si officia mai una commemorazione liturgica o una parastasi (panichida). Per questo, i divini Padri disposero durante l'anno degli uffici speciali affinché tutti i defunti di ogni epoca e luogo venissero commemorati per offrire ristoro alle anime di coloro che sono trapassati. Per coloro che vissero una vita devota, queste commemorazioni sono continua glorificazione e perpetua beatitudine in Dio fino al Giudizio Finale; per coloro che invece morirono inconfessati, o con il peso di gravi peccati, queste preghiere sonmo di grande giovamento, come ricordano i santi Padri Giovanni Crisostomo, Gregorio il Dialogista, Macario d'Egitto e molti altri. Infatti, l'uso di pregare per i morti fu insegnato dal grande apostolo Paolo al divino Dionigi Areopagita, il quale istituì i primi offici per i defunti, e la sua tradizione è giunta fino ad oggi. Ogni sabato si ricordano le anime dei dormienti, affinché godano anch'essi delle liturgie e delle santificazioni che sono nella Chiesa. 

Dicono i divini Padri che le offerte che portiamo per i defunti sono di conforto e di refrigerio spirituale come fosse una elemosina data dai defunti stessi, che viene poi divisa coi poveri e i miseri, e fra i fratelli e sorelle di una chiesa; ma Dio conta quel dono non solo per il nome di chi viene offerto, ma anche di colui che lo offre. Dice il divinamente istruito Crisostomo che nell'aldilà ci conosceremo tutti, non solo i nostri parenti e amici, ma potremo conversare e gioire in Dio con tutti i cristiani di ogni epoca e luogo. E così conferma anche il saggio Macario egiziano, 

Tuttavia non ci vedremo sotto una forma carnale; avremo tutti la stessa età; non ci conosceremo dall'apparenza del corpo, ma con l'occhio penetrante dell'anima, come dice Gregorio il Teologo, con le parole dette alla morte di Cesario: Allora, fratello carissimo, ti vedrò luminoso e glorificato, come spesso ti sei mostrato a me in sogno. E il grande e glorioso Atanasio, sebbene nelle domande al prefetto Antioco non lo dica, tuttavia nella parola sui dormienti dice: E fino alla comune risurrezione è stato dato ai santi di conoscersi tra loro e di gioire insieme; ma i peccatori sono privi di questa grazia; ai santi Martiri è stato dato di vigilare e indagare su ciò che viene fatto da noi. Alla risurrezione pubblica, però, quando le gesta nascoste di tutti saranno svelate, tutti ci conosceremo. Bisogna sapere che ora le anime dei giusti trascorrono il loro tempo in luoghi speciali; e al contrario, le anime dei peccatori, a loro volta, alcune si rallegrano nella speranza della salvezza, mentre altre si addolorano in previsione di fatiche terribili. In verità, i santi, come dice il divino Apostolo, non hanno ancora ricevuto la promessa del bene, perché Dio, preordinandoci qualcosa di migliore, non ha voluto che raggiungessero la perfezione senza di noi. Bisogna sapere che non tutti quelli che caddero nell'abisso, nel fuoco e nel mare, e morirono a causa loro, e quelli che perirono di freddo e di fame, soffrono queste cose per comando di Dio. Le decisioni di Dio sono così: alcune sono prese per la sua buona volontà, altre per indulgenza; ma entrambi vengono attuate per informare, educare e correggere gli altri. Dio, attraverso la sua ragione onniscente, sa e conosce tutto e tutto è fatto per sua volontà, come dice il Santo Vangelo dei passeri.

Bisogna sapere anche che i neonati battezzati e poi addormentati godono delle benedizioni celesti; e i morti non battezzati e i bambini dei pagani non andranno al godimento del paradiso, né al dolore all'inferno. Dopo che l'anima ha lasciato il corpo, non si preoccupa più delle cose di qua, ma si preoccupa sempre delle cose di là. Facciamo parastasi dopo tre giorni, perché il terzo giorno l'uomo cambia aspetto; ancora dopo nove giorni dal decesso, perché poi il corpo comincia a decomporsi, a parte il cuore; e infine una parastasi dopo quaranta giorni, perché poi si perde anche il cuore. Allo stesso modo si fa la formazione dell'uomo: nel terzo giorno il feto inizia a formarsi. A nove giorni il corpo esiste, ma non ancora il cuore. E al quarantesimo giorno di gravidanza, il bambino è completo e ha un cuore pulsante. 

Che riposino nelle tende dei Giusti coloro che si sono addormentati, o Salvatore, e abbi pietà di noi, tu che sei Immortale. Amen. 

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