Dalla Agiografia del santo, nel giorno della sua memoria, 11/24 giugno (1417), presentiamo un episodio della vita di san Giovanni III, arcivescovo di Novgorod.
San Giovanni, per grazia di Dio terzo arcivescovo di Novgorod (+1417) è un santo asceta, esorcista e confessore russo conosciuto nella Chiesa Ortodossa come "colui che cavalcò un demone".
Una sera, il pio arcivescovo, ad una cena con alcuni nobili, sacerdoti e uomini d'affari onesti, volendo raccontare un fatto curioso della sua vita spirituale, per umiltà disse che si trattava di un "pio monaco" ma in realtà si riferiva a se stesso.
San Giovanni raccontò come una sera, recitando le orazioni notturne nella sua camera, fu disturbato da un demone che iniziò a creare fontanelle e schizzi d'acqua dalla bacinella per lavarsi il viso. Il pio presule terminò le preghiere come se nulla fosse, poi si avvicinò alla bacinella e fece il segno della croce. Il demone iniziò a piangere. "Mi hai legato in quest'acqua, non riesco più a uscire. Pensavo di spaventarti, ma ora ho io paura del tuo potere! Liberami e non ti darò più fastidii." Il santo arcivescovo gli disse: "ti libererò se mi porterai a Gerusalemme." E così fecero. Il demone prese la forma di un cavallo nero, e con il vescovo in sella, volò da Novgorod fino a Gerusalemme. Visitò il Santo Sepolcro, la Grotta di Betlemme, e poi tornò a casa. Il demone tuttavia gli intimò di non raccontare della sua umiliazione a nessuno, "o lo avrebbe socialmente distrutto".
Ovviamente il racconto fu molto apprezzato dai commensali di san Giovanni, ma dal giorno seguente, lo spirito impuro mantenne la sua promessa. Iniziò a far avere visioni ai visitatori del pio arcivescovo, facendo apparire collane, borse femminili, abiti succinti femminili nella sua cella, facendo credere che san Giovanni di Novgorod avesse delle prostitute che lo frequentavano.
Un giorno, quando una folla di cittadini, eccitata da persone invidiose e ostili, si radunò presso la cella del santo, il demone si trasformò in una ragazza formosa che corse davanti al popolo come se si allontanasse dalla cella del beato. Chi l'ha vista ha urlato e ha inseguito la ragazzina per afferrarla, ma il demone è corso dietro la cella del santo ed è diventato invisibile. Sentendo le urla e il rumore del popolo, il sommo sacerdote uscì dalla cella e domandò ai radunati: "Che è successo, figli miei, di cosa state facendo rumore?" La folla infastidita, gridando varie accuse sulla vita viziosa del santo, lo trascinò al fiume Volchov. Il santo è stato messo su una zattera e ha fatto scorrere nel fiume, sperando di liberarsene. Ma la zattera, nonostante le aspettative, navigò contro corrente direttamente verso il monastero di san Giorgio, situato a tre isolati da Novgorod. Vedendo questo, la gente si è pentita e si è precipitata in città piangendo e urlando. Il cuore dell'arcipastore dal cuore semplice era pieno di gioia benedetta non solo per se stesso ma per la sua congregazione. Così benedisse e perdonò il popolo di Novgorod, che lo ripose subito sulla sua cattedra episcopale.
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