Se abbiamo già presentato ai lettori di questo blog un articolo sul segno di croce arcaico a due dita (sia con fonti greche, che con fonti slave) molti pensano che, poiché le fonti si limitano spesso al medioevo russo, che fosse una particolarità russa tollerata da Costantinopoli.
In realtà, il segno di croce a due dita viene riportato come "ortodosso" dal Dogmaticon dell'asceta georgiano Arsenio di Ikalto (XII secolo). Nella sezione del libro che descrive il rito di accoglienza dei giacobiti e dei monofisiti dopo la conversione alla fede ortodossa, nella preghiera di rinnegamento dell'eresia, un monofisita che si converte all'Ortodossia deve esclamare: "Se qualcuno non si fa il segno della croce con due dita, come fece Cristo, sia anatema !". L'intero rito di accoglienza dei monofisiti che si convertono all'Ortodossia si trova anche nei Trebnik (Eucologi) del periodo.Si tratta di un manoscritto della biblioteca del Sinai, numero 980... il testo georgiano corrisponde quasi completamente al greco, sebbene contenga alcune differenze editoriali. Come si può vedere, la traduzione georgiana è stata realizzata sulla base di una diversa edizione greca. Quindi, l'ingiunzione sul segno di croce viene da un testo greco del XI-XII secolo.
Nell'opera dell'accademico A. Dmitrievskij, i documenti menzionati non si trovano nelle pagine principali dell'opera (Servizi divini nella Chiesa russa nel XVI secolo. Parte I) 54-60, ma nelle "Appendici", che contengono una propria numerazione delle pagine. Qui (pp. 54-60) si può familiarizzare con la suddetta regola per l'accoglienza degli eretici".
Il famoso ricercatore Sergej Zenkovskij (1907-1990) scrive: "... il concilio insistette risolutamente affinché la Chiesa russa usasse l'antico segno delle due dita e proibì l'uso del "nuovo" segno delle tre dita , introdotto nella Chiesa greca nei secoli XIII-XIV, che iniziò a diffondersi in Russia in quel periodo (cioè nel 1551, quando fu convocato il Concilio Stoglav" [1].
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1) S. Zenkovskij. Vecchi credenti russi. Mosca, edizioni "Chiesa", 1995, p. 37

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