La Dormizione della Vergine nel Rituale Etiope: Filseta

In questo blog abbiamo alcune volte esplorato il vastissimo universo della Chiesa Etiope, e quest'oggi vogliamo offrire una panoramica su questa Chiesa antica dai costumi esotici e complessi, in particolar modo sulla Festa della Dormizione (visto il periodo) così come celebrata attualmente dalla Chiesa Tewahedo, chiamata Filseta (ጾመ-ፍልሰታ). 

La Chiesa Etiope mantiene alcuni rituali molto antichi, dei primi secoli, uniti a sviluppi successivi in particolar modo dopo la riforma liturgia del XV secolo sotto il regno di Zar'a Ya'qob (+1468) uno dei più importanti sovrani illuminati dell'Impero Etiope. Occorre innanzi tutto precisare che il culto mariano nella Chiesa Etiope è molto florido, sia per la presenza di un rosario che per commemorazioni mensili dedicate alla Vergine Maria, chiamate Hamle, obbligatorie secondo il Fetha Nagast (lett. "La Legge dei Re"), il principale codice di diritto canonico etiope [1]. Così come la tradizione ortodossa di ogni luogo prevede, la Dormizione è preceduta da quattordici giorni di digiuno, nei quali - per la Chiesa Etiope - si celebra la divina liturgia quotidianamente e alla sera vi sono speciali servizi divini chiamati Veglie, unite a delle processioni votive. Ma arriviamo al punto che ci interessa maggiormente, ovvero la Festa della Dormizione.


L'icona della festa

La Veglia Notturna e i servizi divini serali

Alla sera della vigilia, prescrive il Saatat-za lelit woza negeh, ovvero l'Orologhion etiope, si suonano le campane al tramonto per avvisare i fedeli dell'imminente veglia notturna. Dopo circa una o due ore dalle campane, oggigiorno alle 7 di sera, si inizia la Veglia. La Veglia della Dormizione principia come le altre Veglie che la precedono nei quattordici giorni di digiuno, alla quale si aggiunge una lunga litania per i prigionieri, i malati, gli indemoniati, i poveri, per i frutti della terra e per tutte le necessità del popolo. Dopodiché si canta l'inno mariano festivo: 

Le lingue dei Cherubini e le bocche dei Serafini non possono estinguere le lodi per la Madre di Dio, la Vergine Maria, ed esaltare le sue meraviglie, di Colei più alta delle montagne e il cui grembo fu più ampio dei Cieli, il cui volto brilla più splendente del Sole. [2]

Dopodiché prendono vita due servizi diversi ma contemporanei, uno tipico dei monasteri - più solenne e pacato, chiamato Vigilia, e uno più gioioso e chiassoso, tipico delle parrocchie, chiamato Mahelet. Nella Vigilia si cantano inni e tropari dedicati alla Vergine, nel Mahelet si officia una antica danza rituale al ritmo di tamburi e battiti di mani, seguita da cantici. Generalmente, entrambi i servizi si concludono verso la mezzanotte. I monaci etiopi rimangono in meditazione silente fino all'alba, in chiesa, quando verrà officiato l'Ufficio delle Ore e poi la Liturgia, anche nelle parrocchie. 

La Liturgia Festiva e I Miracoli

Le Ore della Dormizione sono chiamate anche Ufficio dei Miracoli, perché viene letto uno speciale libro che porta il nome appunto di Libro dei Miracoli, un compendio della Vita della Beatissima Vergine Maria e omelie antiche sulla teologia mariana composte in versi, esaltandone in stile poetico la sua esistenza e la sua importanza nell'economia della salvezza. Inoltre, viene recitata la preghiera mariana Wudassie Mariam. Prima della Lettura dei Miracoli, tuttavia, il clero offre uno speciale servizio dell'Orologhion nel quale, rivolti ai quattro punti cardinali, si recitano speciali benedizioni dell'assemblea e per il mondo. Viene poi offerto l'incenso all'altare, e solo dopo principia la lettura dei Miracoli. Durante la lettura del Libro, il sacerdote incensa l'Arca, l'altare, l'iconostasi e il popolo. Alla conclusione vengono offerte tre preghiere dette "dell'Alleanza" seguite da incensazioni. Al termine viene cantato il Trisagio intervallato da tropi mariani specifici per questa festa:

Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: Tu che sei nato dalla Vergine, abbi pietà di noi.
Tu che sei stato battezzato nel Giordano e Crocefisso, abbi pietà di noi. 

Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, Tu che sei risorto al terzo giorno, abbi pietà di noi.
Tu che sei asceso nella gloria e siedi alla destra del Padre per tornare alla fine dei tempi, abbi pietà di noi.

Gloria al Padre, Gloria al Figlio, Gloria allo Spirito Santo, Gloria alla Santa Trinità, Amen. 


Segue poi il resto della Divina Liturgia secondo la tradizione etiopica. La Festa della Filseta è molto sentita a livello popolare e ogni accademico etiope che si rispetti ne conosce a memoria il rituale.

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FONTI E NOTE

1) Del Fetha Nagast esiste una versione in lingua italiana, compilata dallo storico I. Guidi, col titolo "Il Fetha Nagast o la Legislazione dei Re" in 2 volumi, stampato a Roma nel 1899. 

2) Saatat, pg. 11-14, "Inni per la Madre di Dio". 

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