Comprendere l'Ottoico - il Sabato nel culto ortodosso

 Siamo giunti al giorno di Sabato (da Shabbat, ebraico, il giorno sacro nell'ebraismo). Il sabato nel culto ortodosso è dedicato ai tutti i santi e ai defunti. In particolar modo, il Sabato si ricorda la catabasi del Redentore che ha liberato dalle catene dell'Ade i giusti che attendevano il Messia, e quindi tutti gli addormentati. Quello che era il giorno sacro per gli ebrei è divenuta la vigilia della commemorazione pasquale settimanale, la Resurrezione del Signore, che si commemora la domenica. 


L'offerta per i defunti alla Parastasi: il vino rosso, la coliva e il pane.

Il sabato comincia coi vespri del venerdì sera, al termine dei quali si cantano dei tropari per i defunti e si officia una piccola litania con una orazione per tutti i defunti. Al mattino, al mezonottico, al mattutino e  alla divina liturgia si commemorano ugualmente i defunti. Al termine della liturgia sabbatica, il clero celebra anche una parastasi completa per i defunti a richiesta dei fedeli. Simili parastasi si offrono anche il mercoledì e nei monasteri anche il venerdì mattina. 

L'ufficio dell'Ottoico per i sabati è più complesso di un feriale, perché il sabato ha un carattere semi-festivo in quanto preparatorio per la domenica. Ai vespri si cantano le stichire per i martiri e per i santi in generale, Leggiamo per esempio due stichire vesperali del tono I:

Con dottrine sagge e parole illuminate i nostri santi pastori ci hanno insegnato a glorificare l'Iddio tripostatico dall'unica essenza, e ora intercedono per noi dinnanzi alla Triade affinché il Signore ci conceda la sua misericordia.

Per le preghiere di tutti i santi e della Deipara, o Signore, concedici la tua grazia, Tu che sei buono e filantropo.

La sticologia dei vespri del sabato (venerdì sera) è dedicata ai defunti, anche il primo apostico è per i martiri:

Non c'è nessuno che sia immune dal peccato se non Tu, o Immortale: nella tua generosità ammetti le anime dei tuoi servi addormentati in un luogo luminoso, insieme coi cori angelici, e non guardare alle loro trasgressioni, e cancella ogni loro colpa.

Come anticipato, al termine del vespro sabbatico il celebrante esce e incensa la coliva posta nel centro della chiesa, insieme con un candelabro acceso, e canta la supplica per i defunti.

Al Mattutino, l'ufficio è arricchito non solo dalle commemorazioni per i martiri e i santi, ma per tutto il ciclo dei defunti; al catisma dopo il Signore è Dio si canta dal Mineo del giorno, poi dall'Ottoico due gruppi: dei martiri e dei defunti. Prima del salmo 50, si cantano gli Evloghitaria Nekrosima, degli inni speciali dedicati ai defunti. Ai Canoni, secondo l'Ottoico si recitano quello ai Martiri secondo il tono, quello dei defunti e quello del Mineo. Solitamente, il canone ai defunti è omesso se lo si leggerà alla Parastasi post-liturgica. 

Le luminande del Mattutino sabbatico riflettono appieno il tema doppio di questo giorno:

Profeti gloriosi, beatissimi apostoli, o giusti, patriarchi, onorati asceti e vescovi, voi tutti giusti e donne pie e grandiosi martiri, insieme alla Madre di Dio, pregate il Cristo Dio che ci conceda la misericordia a noi indegni servi.

Tu che signoreggi sui vivi e sui morti e illumini noi mortali e tutto l'ecumene per mezzo dei tuoi santi, qual Dio e Creatore di tutto, salva coloro che ti lodano.

Gloria. Ora e sempre.

In te troviamo il nostro vanto, o Madre di Dio, e fervida avvocata presso Dio noi ti conosciamo: stendi il tuo braccio invitto e annienta i nostri nemici. Manda il tuo soccorso a noi tuoi servi dagli Eccelsi. 

Il buon cristiano frequenta gli uffici del sabato, specialmente quelli mattinali, e dopo la liturgia fa commemorare i suoi defunti alla Parastasi. Il buon cristiano sa già che il sabato sera ci sarà il grande vespro domenicale, quindi sarà presente anche a quell'ufficio. Il sabato è un giorno pieno per il fedele, perché è il giorno propedeutico alla grande domenica, che conosceremo nel prossimo capitolo.


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